Ristoratore ucciso per 50 mila lire false

Novara: il cliente gli rompe la testa con una sedia Novara: il cliente gli rompe la testa con una sedia Ristoratore ucciso per 50 mila lire false NOVARA. Finisce con un omicidio la rissa per un cinquantamila falso. Il gestore della trattoria «Chiosco del Ticino» a Oleggio, nel Novarese, viene massacrato a colpi di sedia. La ferita mortale gli è stata inferta al capo. Un colpo senza pietà. L'assassino, finora, non ha volto né nome. Faceva parte di un gruppo di uomini che sabato sera aveva cenato nel dehors del locale. La rissa scoppia al momento di pagare il conto. La moglie del titolare rifiuta una banconota da 50 mila lire: «Sono false, non le prendo. Datemi un altro biglietto». Questa richiesta accende lo scontro. La vittima è Fulvio Cocco, 49 anni. Da qualche tempo si era trasferito a Oleggio con la famiglia. Lascia la moglie Maria Antonietta Trotter e tre figlie: Monia, di 24 anni, Tatiana di 22 e Sigrid di 19. Prima, i Cocco risiedevano a Vanzaghello, un paese appena oltre Ticino, in provincia di Milano. Sulle indagini il riserbo è fitto. Si sa che c'è una pista. Porta in Lombardia, nel Varesotto. Indagano i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Marina Caroselli di Novara. Alcuni collaboratori del gestore raccontano quel che è successo sabato sera. Ma niente nomi: c'è paura. I fatti. Nel chiosco e sul piazzale ci sono famigliole, qualche coppia, compagnie di giovani. Una trentina di persone, quasi tutte provenienti dal Varesotto. Il gruppo di aggressori, fra cui alcuni giovani sui 25 anni e due anziani, è dal tardo pomeriggio riunito ad uno dei tavoli nel dehors. «Sono arrivati in sei o sette. Poi sono diventati una decina. Hanno ordinato diverse consumazioni - ricorda un cameriere che ha assistito alla tragica rissa -. Al momento di saldare il conto, erano le 22,30, la discussione si accende per quelle maledette 50 mila lire». La moglie di Cocco chiede che le venga data un'altra banconota: ha il dubbio che il primo biglietto sia falso. Quei personag¬ gi non la convincono, non si sono mai visti in zona. Forse uno Fulvio (la vittima) se lo ricordava, dice un cameriere. Dal diverbio alle botte il passo è breve. «Sono volate parole grosse, quelli facevano capire di non voler cedere - racconta un cameriere -. Poi sono partiti i pugni. Lanciavano oggetti dai tavoli. E le sedie». Sedie in plastica ma con il telaio di ferro. Leggere, eppure diventate armi mortali. Nel tentativo di riportare la calma rimane ferito un novarese, Pier Giorgio Chiodelli, 48 anni, che abita nel capoluogo. Era arrivato al chiosco per portare a casa la moglie che dà una mano al bar. «Chiodelli è stato colpito con un portatovaglioli di acciaio aggiunge il cuoco - sopra l'occhio. Io stesso ho una ferita alla mano: me l'hanno fatta con un pezzo di vetro. Poteva succedere di tutto. Devono prenderli». Ma i carabinieri sono stati avvertiti quando tutto era finito. Chiodelli è stato medicato all'ospedale Maggiore di Novara. Nel reparto di rianimazione è invece deceduto attorno all'una Fulvio Cocco, per le conseguenze del grave trauma cranico. E' entrato in coma, poi è spirato. «Aveva un buco nella testa, una ferita tremenda - dice uno degli aiutanti -. Quando il suo viso si è riempito di sangue, quei di¬ sgraziati sono andati via con le auto. Ho preso una pila. Era buio, c'era confusione. Fulvio era steso sulla ghiaia. Ho illuminato la sua faccia: una maschera di sangue. L'hanno colpito con la gamba della sedia: proprio con il puntale che si appoggia al pavimento. Pazzesco. Come si fa ad avere tanta ferocia in corpo? E la gente se ne andava, spaventata». Nei paesi sul Ticino e nel Varesotto non si parla d'altro. E gli amici del ristoratore non dimenticano la minaccia urlata dalla banda: «Torneremo per bruciare tutto». Maria Paola Arbeìa Il chiosco dove è avvenuto l'omicidio durante una lite per soldi falsi

Persone citate: Chiodelli, Fulvio Cocco, Maria Antonietta Trotter, Maria Paola, Marina Caroselli, Novarese, Pier Giorgio Chiodelli

Luoghi citati: Lombardia, Milano, Novara, Oleggio, Vanzaghello