Bersaglio sul prete antimafia

Palermo: ancora nel mirino delle cosche don Porcaro, vice di don Puglisi Palermo: ancora nel mirino delle cosche don Porcaro, vice di don Puglisi Bersaglio sul prete antimafia Incendiata l'auto, è il terzo avvertimento PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre molta parte dell'Italia che conta è a Palermo per gli incontri della Fondazione Falcone nel terzo anniversario della strage di Capaci, è stata incendiata la Peugeot 305 di Gregorio Porcaro, il giovane parroco della borgata Acquasanta che fu il vice di don Pino Puglisi, assassinato due anni fa. Per precauzione, il cardinale Pappalardo lo aveva trasferito dal rione Brancaccio, dov'era avvenuto il delitto. La vettura era in sosta proprio davanti alla chiesa. L'attentatore ha agito furtivo alle tre della notte fra sabato e domenica, dopo che in serata don Gregorio aveva scortato per le strade del quartiere una troupe di Telemontecarlo con il direttore del suo tg, Sandro Curzi. E ieri matti- na il sindaco Leoluca Orlando avrebbe dovuto assistere alla Messa con Rita Borsellino, sorella del procuratore ucciso con cinque poliziotti nella strage di via D'Amelio. L'attentato ha provocato grande emozione e immediate reazioni. Dopo essere stato in visita alla parrocchia, il sindaco si è messo in contatto con il Quirinale e Oscar Luigi Scalfaro ha espresso personalmente il suo rincrescimento al giovane sacerdote, che è stato in contatto anche con il cardinale Pappalardo e il suo vescovo Vicario, monsignor Salvatore Gristina. E' il terzo pesante avvertimento rivolto a padre Porcaro, che da sette mesi è alla guida della chiesa della Madonna della Lettera. In dicembre avevano devastato la sede del centro sociale, in apri- le avevano squarciato i pneumatici della sua automobile, quella stessa che ora è andata semidistrutta. In Municipio il prefetto Achille Serra, accompagnato dal questore Arnaldo La Barbera, ha assicurato di avere immediatamente dato disposizioni affinché il parroco sia sorvegliato. E Orlando ha esortato «tutti i palermitani» ad assistere domenica prossima alle 11,30 alla Messa che don Porcaro officerà in piazza dinanzi alla chiesa. «La mafia c'è ancora ed è potente - ha detto il sindaco - ha la protezione di uomini dello Stato e cerca di zittire chi parla. E Padre Gregorio parla e dà fastidio». Angelo Capitummino, presidente dell'Assemblea siciliana, dichiarandosi solidale con il parroco ha ricordato che «la mafia potrà essere sconfitta con l'impegno corale delle istituzioni e di tutti i cittadini». Le Acli hanno emesso una nota e il presidente di An a Palermo, Nino Lo Presti, ha rilevato che l'attentato «è al contempo un atto di arroganza e un segno di debolezza della mafia, il segno che i boss evidentemente sono preoccupati perché l'anniversario della strage di Capaci ha richiamato a Palermo i principali leader politici italiani per la formazione di un tavolo unico nella lotta alla criminalità». Sono state aperte due sottoscrizioni dal settimanale Novica (ce 14516900 con la causale «solidarietà a don Gregorio Porcaro») e dall'associazione «Sveglia Italia» (ce 66576000, intestando a «un'auto per padre Gregorio»). Don Gregorio, che ha 35 anni, in passato era stato missionario in Africa e in Asia. Prima della consacrazione a sacerdote aveva fatto l'assicuratore ed era anche fidanzato. Poi la vocazione, il seminario e la laurea alla facoltà teologica palermitana, dove si è distinto tra gli allievi più brillanti. Nel recente passato, prima di lui altri parroci palermitani erano stati nel mirino della mafia. Anzitutto don Puglisi, poi Paolo Turturro e Antonio Garau, che vivono superscortati come Gino Sacchetti (tre attentati a Termini Imerese), oppure vigilati dalle forze di polizia come i gesuiti Bartolomeo Sorge ed Ennio Pintacuda. Minacciato anche lui, il parroco Roberto Zambolin l'anno scorso lasciò Palermo e ora è in un istituto in Vaticano. Antonio Ravidà