In carcere il leader di Tienanmen di F. S.
In carcere il leader di Tienanmen CINA Fermato perché aveva chiesto la revisione del giudizio sulla tragedia dell'89 In carcere il leader di Tienanmen Pechino si prepara all'anniversàrio con 6 arresti PECHINO NOSTRO SERVIZIO L'aria riprende a farsi calda a Pechino, come ogni anno, da sei anni a questa parte. Anche se ora l'agonia del grande vecchio Deng Xiaoping, la campagna contro la corruzione e i recenti licenziamenti di alcuni fra quelli che vollero la repressione a Tiananmen il 4 giugno 1989 cambiano completamente l'atmosfera. Ma questo non devono averlo detto ai due poliziotti in borghese che alle 5 di pomeriggio di ieri hanno prelevato da casa Wang Dan, sei anni fa protagonista del movimento: 27 anni, ex studente di Beida, la più prestigiosa università della Cina. Gli hanno chiesto perché qualche giorno fa ha chiesto insieme ad altri 44 il cambiamento del giudizio ufficiale su Tiananmen. 145 avevano scritto al presidente dello stato Jiang Zemin e a quello del parlamento Qiao Shi trascurando il capo del governo Li Peng. Nei giorni precedenti almeno altre cinque perso¬ ne erano state fermate. Come altre volte i sei potranno essere liberati alla spicciolata anche oggi o domani. Oppure, come è più probabile stavolta, saranno tenuti lontani fin dopo il 4 giugno. Infatti quest'anno per il 4 giugno mancherà un protagonista, il moribondo Deng, l'uomo che diede l'approvazione finale all'intervento armato, ma anche colui che ha riaperto le porte alle riforme economiche dopo che per un paio d'anni erano state sospese. In questi mesi Pechino è stato campo di battaglia di una feroce lotta politica. Stesi sul campo sono rimasti due uomini che vollero la repressione a Tiananmen, il segretario del Pc cittadino Chen Xitong e il capo del centro ricerche del governo Yuan Mu, cervello di Li Peng e nell'89 portavoce del partito nel confronto con gli studenti. Il primo è coinvolto nel più grosso scandalo finanziario della storia del partito comunista cinese con anche un paio di cadaveri strani, un vicesindaco suicida e un vicecapo della polizia cittadina morto di malattia in carcere. Ora è praticamente agli arresti domiciliari in una località balneare, Beidahe, a 300 chilometri da Pechino. Il secondo invece è stato rimosso dall'incarico con un trafiletto sul giornale. Le due dimissioni, insieme alla morte dei vecchi conservatori Yao Yilin e Chen Yun, hanno molto indebolito la posizione del premier Li Peng. Questi fu il primo che, già ad aprile dell'89, andò da Deng per aizzarlo contro gli studenti. La brezza nuova non è sfuggita ai dissidenti che hanno tentato di partecipare al gioco rivolgendosi a Jiang e Qiao perché «con loro c'è una lingua in comune» che invece non esiste con Li Peng, ha detto al cronista Xu Liangying, primo firmatario della posizione dei 45. Ma il partito non può permettersi di apparire disunito, ne va della statibilità del Paese, recita il vecchio dogma del centralismo democratico cinese. [f. s.]
Persone citate: Chen Yun, Deng Xiaoping, Jiang Zemin, Qiao, Wang Dan
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