Chi protegge le ministre?
Chi protegge le ministre? Chi protegge le ministre? Mancano le «gorille»: 10 su500 agenti PARIGI. «Cercansi "gorille" per protezione signore ministre». Un appello più o meno in questi termini potrebbe essere lanciato nei prossimi giorni, in Francia, dai responsabili della sicurezza dei membri del governo di Alain Juppé, presi alla sprovvista dall'arrivo in massa nella «stanza dei bottoni» di 12 donne, tra ministri e sottosegretari. Sui 500 agenti specializzati di cui dispone il servizio, solo 10 infatti sono donne, e questa sproporzione rischia di creare qualche imbarazzo. Come nel caso in cui la signora ministro volesse appartarsi nel camerino di prova di una boutique, tenuto conto che i «gorilla» non devono perdere di vista neanche un minuto i personaggi che sono loro affidati. Quello della sicurezza d'altra parte non è l'unico problema posto da un governo ad alta densità femminile: in primo luogo c'è quello, annoso, del modo in cui ci si rivolge o si indirizza la corrispondenza: a «Madame il ministro», a «Madame la ministra» o addirittura, come propone qualcuno, a «Monsieur le ministre» (perché «nell'esercizio delle sue funzioni la titolare del ministero è un uomo, e ridiventa donna appena toma nella sfera privata»)? Il dilemma è insolubile, e come sempre ciascuno finirà per regolarsi come crede. Meno angosciati sembrano i responsabili del protocollo, per quanto riguarda il ruolo e la collocazione dei «mariti accompagnatori». A dettare le regole di comportamento in questo campo è un decreto del 1989, che non fa alcuna differenza tra «mariti» e «mogli» di ministri. A tavola, gli uni e le altre sono sistemati secondo lo stesso ordine di precedenze, e nel caso di incontri internazionali, quando per i coniugi accompagnatori sono organizzate visite e attività ricreative, il programma non prevede varianti. Intanto, mentre nelle cucine dei ministeri interessati ci si chiede se il menù dovrà d'ora in poi tenere conto dei problemi di linea della «ministra», gli unici a festeggiare senza riserve il varo del «governo tinto di rosa» sono gli stilisti, che vedono nelle numerose donne al potere altrettante ambasciatrici dell'eleganza francese, soprattutto in occasione dei viaggi ufficiali all'estero. La stampa nazionale ha evitato di sottolineare con troppa enfasi la scelta di Bernadette Chirac, che alla cerimonia di insediamento all'Eliseo del marito-presidente indossava un completo di Valentino, e ha raccolto invece i commenti soddisfatti di diverse «firme» dell'alta moda, da Chanel a Lanvin, e i loro consigli sulla tenuta della «ministra perfetta», che deve «coniugare funzionalità ed eleganza senza mai essere troppo sofisticata». (Ansa]
Persone citate: Alain Juppé, Bernadette Chirac, Lanvin
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