Marionette Ed è leggero anche Freud di Giorgio Pestelli
De Gregori-Locasciulli veri «Uomini» in un maschio duetto Il Gran Teatrino Marionette Ed è leggero anche Freud TORINO. Puntuale all'appuntamento con il Salone del Libro ritorna a Torino, invitato dalla De Sono, il Gran Teatrino di Marionette «La Fede delle Femmine» allestito da Margherita Beato, Leda Bognolo, Margot Galante Garrone e Paola Pilla: già benemerite di ima lunga serie di spettacoli intelligenti e spiritosi, quest'anno, approdate in una saletta di Torino Esposizioni, hanno messo su la più bella delle loro invenzioni, la più centrata e riuscita nella cucitura fra la materia di base e la lievitazione figurativa e musicale che hanno saputo ricavarne: si chiama «Sankt Schreber Passion» e prende soggetto dalle «Memorie di nevrosi» del presidente di tribunale Daniel Paul Schreber, analizzate da Freud come caso clinico di personalità paranoide nelle «Osservazioni psicoanalitiche» del 1910; il consueto, raffinatissimo libroguida stampato dallo Studio Livio riporta anche alcune pagine da «L'impuro folle» di Roberto Calasso, che prendeva anch'egli spunto dal caso Schreber, nonché una storia del valzer di Elvidio Surian, forma che nel nostro spettacolo gioca una parte fondamentale in relazione ossessiva con il protagonista paranoide. Ma così si è detto ben poco; bisogna vedere cosa hanno saputo cavarne le femmine del Gran Teatrino: legando i sette quadri scelti dalla vita di Schreber in un ritmo continuo pur nell'economia di movenze, in realtà tremende che insistono, dilagano, e ogni tanto si liberano in comicità, nella serie minuta di brillantissime erudizieni, in un continuo vedere di sfuggita che in quelle condizioni di spazi e luci vale un vedere intero e a fondo. Più di tutto è bello il senso musicale dell'insieme; un sogno raccontato da Freud è greve eschematìco; qui tutto è leggero e musicale; senza rinunciare ai segni analitici più esatti e crudeli, come in quel vero pezzo di bravura che è la scena dell'encefalogramma e della lobotomia: con mani guantate che spuntano e scompaiono dalle pareti come figure di un balletto; perfetto qui l'abbinamento con la sperduta bellezza di un pezzo di Cage che interrompe la serie dei valzer da Berlioz a Chopin fino a Ravel: con il livido trionfo della «Valse», a ritmare le giravolte di Schreber su un seggiolone ginecologico. Insomma «Sankt Schreber Passion» da non perdere: si ripete tutte le sere fino al 25 maggio; l'ingresso è libero, ma i posti sono pochi per cui occorre prenotarsi telefonando alla De Sono, 540726. Giorgio Pestelli
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