Bobbio: «Vi confesso i miei vizi da lettore» di Maurizio AssaltoVittorio Zucconi

14 In gioventù, oltre Croce e Shaw, anche un «rosa» Bobbio: «Vi confesso i miei vizi da lettore» E TORINO BBENE sì, il vizio l'ho avuto». Lingotto, Sala dei 500, una platea strabocchevole attende trepidante la confessione pubblica di Bobbio. Il vizio l'ha avuto anche lui, in gioventù: inutile nasconderlo, di fronte alla curiosità incalzante e spietata di Beniamino Placido che lo interroga, affiancato da Franco Ferraresi e Giuseppe Sergi, per l'incontro «Libri messi in fila dalla vita», organizzato dall'Indice, che ha anche visto sotto i riflettori, arrivata proprio all'ultimo, l'astrofisica Margherita Hack. Il gusto per la lettura, ha detto qualcuno, nasce in forma «viziosa», come una tendenza onnivora, e soltanto in seguito si dà un contenuto più preciso. Anche per Bobbio è stato così? «Anche per me. Sono stato un lettore vorace, leggevo tutto e di tutto». La dimostrazione? Il professore tira fuori dalla borsa un blocchetto ingiallito dal tempo, con i bordi e le cuciture rosse; in alto l'intestazione «Dott. Prof. Comm. Luigi Bobbio - Docente alla R. Università - Medico Chirurgo Ospedale Maggiore»: è il ricettario di suo padre, «sponsorizzato» dalla «Piperazine Midi». «Ai tempi dell'università li usavo come quaderni: siccome mi compiacevo della mia voracità, vi annotavo ogni fine mese i libri letti». Un esempio a caso, dicembre 1928, secondo anno di giurisprudenza. Bobbio conta: «Uno due tre... quindici sedici... Sono una ventina. Quel che colpisce è la varietà e l'eterogeneità». Il catalogo è questo: «C'è un romanzo di Giovambattista Angioletti, Il giorno del giudizio, uscito nel '27. C'è un Croce, Elementi di politica, che mi interessava in modo particolare; ma noi leggevamo tutto quel che usciva di Croce. Pensate, c'è persino La Chartreuse de Parme di Stendhal. Letto in un mese, possibile? Mah. C'è un Bernard Shaw, Uomo e supemomo, che ho del tutto dimenticato. Ci sono le liriche di Shelley, che leggevo anche per imparare l'inglese, aiutato dal mio amico Pavese, qualcuna l'ho persino tradotta, ecco, qui in fondo ce n'è una, L'allodola...». Placido non se la lascia scappare: ce ne legga un brano. Bobbio resiste, «è una traduzione pessima» si giustifica. Poi cede, fatica a decifrare: «"Oh allodola...". Ma no ma no... Qui non si legge. Ah, qui è rimasta una parola in inglese...». Il professore si prende in giro, il pubblico si diverte. E l'autore preferito, il romanzo, la poesia, il quadro o la musica che gli è servita a capire meglio la politica? La risposta è pronta: «Thomas Mann. Credo di averlo letto tutto, qualche libro anche più d'una volta: il DoctorFaustus ancora di recente». Ma queste sono tutte letture «dignitose», obietta Placido: possibile che non ci fosse qualche caduta, che so, un romanzo giallo, o magari un rosa. Bobbio pensa, pensa, e alla fine pesca qualcosa nella memoria: «Ma sì... ricordo... Geraldine, La guerra, un romanzo d'amore... Ah ecco: qui però non c'è». Che non se la sia sentita di inserirlo nei suoi rendiconti mensili? Ma c'è ancora qualche cosa che il professore vuole aggiungere. E' un lamento: «Ormai i libri li amo sempre meno, perché ce ne sono troppi. E' un effetto di saturazione. Ne ricevo ogni giorno, dagli autori, dagli editori. Ormai non sono più io che li scelgo. Così mi sono ridotto non più a leggere, ma a leggiucchiare». Bobbio ne parla con ironia, ma la questione è seria: su tutti gli studiosi, oggi, incombe la minaccia della dispersione. E c'è un'ultima complicazione: «I libri pesano, sapete. E io abito all'ultimo piano. Un amico ingegnere mi ha messo in guardia, ho dovuto sfollare molti volumi... Del resto non ho mai cercato il libro per il libro». La scelta «mirata» è uno dei temi del Salone, uno degli insegnamenti. Come quello proposto da Vittorio Zucconi, che ha presentato ieri un libro di grande impatto, una lezione di storia: è quello di Robert Olen Butler, I cento figli del drago (In- star libri), premio Pulitzer '93, straordinario reportage sui vietnamiti sfuggiti alla guerra e trapiantati in America. Maurizio Assalto Due protagonisti della giornata di ieri. Norberto Bobbio e, sopra, Vittorio Zucconi

Luoghi citati: America, Torino