Strage in famiglia per un no di Fulvio Milone

Muratore di Benevento uccide la moglie e una delle due figlie che si opponevano al progetto e poi si spara Muratore di Benevento uccide la moglie e una delle due figlie che si opponevano al progetto e poi si spara Strage in famiglia per un no Avevano rifiutato di seguirlo al Nord BENEVENTO DAL NOSTRO INVIATO L'Eldorado per lui si trovava a un migliaio di chilometri dal suo paese, Montesarchio, un pugno di case sperdute sui monti del Beneventano. Sognava Milano, era convinto che lì avrebbe avuto l'opportunità di lavoro e la possibilità di cambiare vita. E poco a poco quel desiderio di scappare dal profondo Sud è diventata un'ossessione, un'idea fissa che alla fine lo ha spinto nel baratro della follia. Raffaele Lombardi, 42 anni, muratore, si è ucciso dopo aver abbattuto a fucilate la moglie e una delle due figlie, «colpevoli» di essersi rifiutate di seguirlo nel suo lungo viaggio verso il Nord. La strage è avvenuta giovedì sera nel cortile della masseria in cui viveva la famiglia Lombardi, in contrada Rapale, sulle pendici del monte Taburno. Le vittime, Antonia Caporaso, 40 anni, e la giovane Angela, 17 anni compiuti da poco, sono cadute una dopo l'altra crivellate dai pallettoni esplosi con un fucile dall'uomo che, subito dopo, ha appoggiato il petto sulla canna dell'arma ed ha premuto per l'ultima volta il grilletto. L'unica superstite è la figlia più grande di Raffaele, Grazia, 20 anni: aspetta un bambino, e per questo motivo il padre ha voluto risparmiarle la vita. E' lei la sola testimone della tragedia che ha sconvolto la gente di Montesarchio, un tranquillo borgo rurale distante una quarantina di chilometri da Benevento. Ha detto ai carabinieri che il padre, lavoratore saltuario e proprietario di un piccolo appezzamento di terra, ossessionava da giorni l'intera famiglia con un'idea fissa: «Dobbiamo trasferirci tutti a Milano, lì sì che potremo vivere una vita degna di questo nome». Ma Antonia Caporaso e la figlia minore, Angela, si opponevano al progetto: «Il tuo lavoro e quel po' di terra che possediamo ci bastano per sopravvivere», rispondevano. Ma lui, Raffaele, non voleva sentire ragioni. Insisteva nell'idea di emigrare, e ogni tanto si abbandonava a crisi di collera spaventose, durante le quali afferrava il fucile da caccia e minacciava: «Se continuate a tenermi rinchiuso in questo maledetto paese, giuro che vi ammazzo». «La verità - ha spiegato Grazia, la figlia sopravvissuta è che mio padre aveva sì uno straccio di lavoro, ma era terrorizzato di finire in mezzo ad una strada. Era convinto che non ce l'avrebbe fatta ad andare in pensione, perché i contributi erano pochi». In paese, però, c'è anche chi racconta un'altra verità. Dice che quell'uomo non era povero al punto da dovere emigrare, e ricorda che per il matrimonio di Grazia, il 30 ottobre scorso, la famiglia aveva organizzato un ricco banchetto con ben 250 invitati. I carabinieri hanno ricostruito nei dettagli gli ultimi minuti di vita di Raffaele, di sua moglie Antonia e della figlia Angela. E' ormai calata la sera sulle campagne di Montesarchio, quando in casa Lombardi scoppia un'altra lite. «Dobbiamo partire al più presto», insiste lui, e all'ennesimo rifiuto delle donne imbraccia il fucile. Angela e Antonia, terrorizzate, fuggono in cortile dove vengono abbattute una dopo l'altra con una fucilata alla schiena. Dopo aver sparato, l'uomo si ferma come inebetito accanto ai due corpi senza vita. «Non volevo, non volevo...», balbetta, quindi ricarica l'arma e preme per l'ultima volta il grilletto. Per farla finita anche lui con questa vita. Fulvio Milone La casa teatro della tragedia Sopra, Raffaele Lombardi

Persone citate: Antonia Caporaso, Lombardi, Raffaele Lombardi

Luoghi citati: Benevento, Milano, Montesarchio