L'antibiotico del futuro è nato nella preistoria

un passo oltre jurassic park Batterio resuscitato dopo 30 milioni di anni L'antibiotico del futuro è nato nella preistoria un passo oltre jurassic park LONDRA NOSTRO SERVIZIO L'antibiotico preistorico potrebbe venire dalla pancia di un'ape conservata per 25-40 milioni di anni in una bara d'ambra. O dalle altre 1500 specie di batteri incapsulati in altri pezzi di resina, i più antichi dei quali hanno 135 milioni di anni. Un gruppo di scienziati americani si è spinto oltre Jurassic Park: non è riuscito soltanto a isolare il Dna, ma a resuscitare i microorganismi. La scoperta, descritta nell'ultimo numero della rivista «Science», potrebbe aprire le porte al primo farmaco dagli ingredienti contemporanei ai dinosauri. «Abbiamo messo le mani su una nuovissima fonte di organismi che potrebbero produrre medicine in grado di salvare vite umane o ingredienti da usare in processi industriali», esultano i dottori Raul Cano e Monica Borucki della California Polytechnic State University, che hanno coordinato la ricerca. Ambergene, un istituto di biotecnologie statunitense, si è già assicurato il diritto di usare il loro lavoro in campo farmaceutico. Il suo presidente, Robin Steele, ha spiegato di voler esplorare a fondo la possibilità di utilizzare i microorganismi per combattere un crescente numero di batteri moderni che hanno sviluppato un'ostinata resistenza ai comuni antibiotici: «Questa scoperta ci permette di entrare in un universo inesplorato di diversità molecolare per produrre nuove medici- ne». Ognuno dei microbi finora esaminati presenta un'incoraggiante attività antibatterica. Il dottor Cano sottolinea che qualunque batterio moderno rassomigliante a uno dei «colleghi» preistorici potrà essere distrutto, «senza se o ma». Aggiunge di non poter essere sicuro al 100 per cento che i suoi microbi non siano pericolosi per l'uomo, ma assicura che i rischi sono molto bassi: «Non c'è pericolo superiore a quello che si presenta con ogni microorganismo moderno di recente scoperta». Ci sono voluti anni prima di poter pubblicare i risultati di questa ricerca. Gli scienziati hanno dovuto dissipare i dubbi di chi insinuava che i frammenti di ambra potessero essere stati contaminati involontariamente in laboratorio con microbi moderni. Per dimostrare la validità della scoperta, il dottor Cano ha sterilizzato l'esterno del frammento di ambra. Quindi l'ha aperta e ha prelevato materiale dagli intestini dell'ape, la «Problebeia Dominicana», i cui discendenti ronzano ancor oggi nella Repubblica di Santo Domingo, e li ha immessi un una gelatina nutriente. Si è accorto con grande emozione che i batteri hanno cominciato a riprodursi. La sfida era dimostrare che la loro struttura era simile, ma non uguale, a quella di batteri moderni. «Ci siamo riusciti», dice Cano. I microorganismi intrappolati nell'ape servivano ad aiutare i meccanismi digestivi dell'insetto. Gli scienziati sapevano che le spore batteriche possono resistere a bolliture e radiazioni, ma sono rimasti esterrefatti quando hanno constatato che l'esperimento aveva effettivamente ridato loro vita. Il dottor Cano aggiunge di essere riuscito a resuscitare anche un fungo isolato in un pezzo di ambra libanese, vecchio 135 milioni di anni, e altri batteri trovati in frammenti della stessa resina provenienti dal Mar Baltico. Le proprietà dell'ambra sono note. La resina colava dagli alberi e incapsulava insetti e piante in un perfetto fossile a tenuta stagna. Gli antichi greci la usavano per conservare il vino e gli egizi per imbalsamare i morti. Quest'ape senza pungiglione, disidratata e in perfetto stato di conservazione, non è certo un'eccezione. E tuttavia gli scienziati sono riusciti a far rivivere i batteri intestinali, non l'insetto in sé. La scoperta non legittima dunque nessuna finzione sulla possibilità di resuscitare animali. «Sapevamo da tempo che alcuni batteri, a causa della loro composizione e dimensioni, possono conservarsi come spore, tanto quanto i semi possono sopravvivere a una pianta spiega il dottor Cano -. Ma questo non è vero per organismi più complessi». Insomma, l'entusiasmo non autorizza a sperare di poter riprodurre un tirannosauro in vitro. Maria Chiara Bona zzi Due scienziati americani lo hanno estratto dalla pancia di un'ape conservata nell'ambra Cose da Jurassic Park: il potente antibiotico preistorico scoperto dagli scienziati della California Polytechnic State University potrebbe venire dalla pancia di un'ape conservata per 25-40 milioni di anni in una bara d'ambra

Persone citate: Cano, Monica Borucki, Raul Cano, Robin Steele

Luoghi citati: California, Londra, Santo Domingo