A Strasburgo di scena l'eurogaffe made in Italy

A Strasburgo di scena Peurogaffe mode in Itaiy Imbarazzo dopo l'autocancellazione del «progetto-Malpensa» dai finanziamenti comunitari A Strasburgo di scena Peurogaffe mode in Itaiy Il Parlamento boccia anche ilponte sullo Stretto di Messina LA BEFFA E LE POLEMICHE STRASBURGO A che casino questi italliani!» Il collega greco parla perfettamente la nostra lingua. E' sorpreso per come i nostri deputati hanno cancellato come se niente fosse l'aeroporto della Malpensa dall'elenco dei finanziamenti comunitari. Non ha ancora capito la differenza tra i popolari di Bianco, quelli di Buttigliene e il Ccd di Casini, che periodicamente arrivano a Strasburgo per convincere i colleghi europei di essere gli unici eredi legittimi della de. E poi la sala stampa è piena di deputati che si sbracciano ed alzano la voce, in mezzo a capannelli che discutono problemi solo italiani, incomprensibili. Il primo ad arrivare, dopo il voto disgraziato, è il genovese Eolo Parodi, di Forza Italia. Con la voce arrochita un po' dalla foga, un po' dai piaceri della vita, grida: «Io almeno ho l'orgoglio di aver votato tutti gli emendamenti favorevoli all'Italia. Quelli del r)ds invece hanno votato solo il loro, alla faccia degli interessi nazionali». E già, perché di emendamenti all'ultimo minuto ne sono spuntati parecchi, tutti fondamentali per i collegamenti auto-treno-aeroportuali tra lo Stivale e l'Europa. E in tanta confusione ecco l'ultima mazzata: il ponte sullo stretto di Messina. Anche questo, bocciato. L'Europarlamento non finanziera i lavori. Nella sala delle conferenze, intanto, Buttiglione dispiega il suo disegno: far entrare nel gruppo popolare europeo i deputati di Forza Italia, quelli del Ccd, ed anche i gollisti francesi, per fare an- che qui a Strasburgo una grande destra, che chissà perché lui si ostina a chiamare centro. I presenti, tutti italiani, prendono nota, poi tornano ad occuparsi di Malpensa. «Fini c'è?», chiede qualcuno. Si, Fini c'è, ma non esce mai dal suo ufficio, dove siede a srotolare i fax con le notizie italiane che gli mandano da Roma. E dove, quando è in vena, concede interviste. A italiani. Il belga Martens, leader dei popolari europei, resta interdetto quando gli riferiscono che, secondo Buttiglione, lui Bianco non l'ha invitato. Smentisce, ma si libera appena può, perché ai cugini eu¬ ropei noi facciamo un'impressione sempre più strana: disattenti a tutto ciò che non è italiano, ombelicali nell'ignorare gli interessi nazionali e nell'impegno che mettiamo a saltar l'uno sulle spalle dell'altro. E impreparati. Qualche tempo fa l'astronauta Malerba, forzista, pensava a un bel dibattito sulla liberalizzazione delle telecomunicazioni. Qualcuno gli fece osservare che Berlusconi, monopolista esimio, se lo sarebbe mangiato vivo. Malerba ci ripensò. «Non è vero che siamo impreparati - dice il pidiessino Colajanni - noi siamo stati in grado di modificare la posizione del gruppo socialista, facendo approvare un documento importantissimo per la riforma dell'Unione Europea» E' vero, anche se in Italia nessuno sa perché l'Europa va ripensata. Ma è vero anche che sui progetti concreti facciamo piuttosto difetto. Sono da poco passate le dodici di un giovedì da dimenticare. Parodi lascia la sala stampa con aria affranta da grande teatrante. Inutilmente. Non farà a tempo a tornare in aula per votare contro un altro emendamento che cancella del tutto il progetto Malpensa. Meglio così: tutti gli altri forzisti hanno votato a favore per sbaglio, e così verdi e pidiessini, con la sola eccezione della Ghilardotti. Una tragedia. Un sorridente Ripa di Meana, la cravatta troppo corta sulla pancia, viene a dire che per il bene d'Italia è passato sopra agli interessi dell'ambiente, ed ha votato per la Malpensa. Quando viene a sapere di aver sbagliato il secondo voto non perde il senso dell'ironia: «Che gigantesca zappa sui piedi!» Il più agitato è Antonio Tajani. L'ex portavoce del Cavaliere, da bravo ex giornalista, se la prende con la stampa, che ha travisato i fatti. Secondo lui i forzisti «sono stati in prima fila nel difendere la priorità del progetto». Il voto nominale lo smentisce, ma non importa. L'importante è che ognuno può tirare la coperta come vuole. L'eurodeputato Umberto Scapagnini, gran chirurgo esperto di potenziamento sessuale, lamenta l'assenza del ponte di Messina dalla lista dei progetti. Parla di «colpevole complicità del governo italiano», sorvolando sul fatto che la lista è stata approvata quando al governo c'era il suo paziente Berlusconi. Ma anche il pds non scherza. Francesco Baldarelli, che va ringraziato per lo scambio tra Malpensa e la «dorsale adriatica», è eletto nelle Marche, e dalle sue parti i trasportatori hanno lanciato un urrà. «Abbiamo sbagliato, ci prendiamo la nostra responsabilità», dice Colajanni. E' l'unico a farlo, ma la verità è che solo i popolari hanno ben rappresentato il Paese in questa vicenda. E senza distinzioni di parrocchia. Fabio Squillante L'astronauta italiano Franco Malerba