Lucchini guarda a Usinor

Il gruppo bresciano pronto ad entrare nel «nocciolo duro» Il gruppo bresciano pronto ad entrare nel «nocciolo duro» Lucchini guarda a Usinor E prepara l'ingresso a Piazza Affari MILANO. Il gruppo Lucchini si prepara ad entrare nel nocciolo duro di Usinor Sacilor. Lo ha confermato ieri l'amministratore delegato Giuseppe Lucchini, dichiarando: «E' un'ipotesi che non possiamo escludere. Innanzitutto la privatizzazione di Usinor è diversa da quella dell'Uva di Taranto, poiché avverrà con il metodo de) nocciolo duro. E qualora fossimo invitati a farne parte, vagheremo con grande attenzione questa opportunità». L'invito, ovviamente, c'è già. Da anni il padre di Giuseppe, Luigi Lucchini, e il presidente di Usinor, Francis Mer, sono alleati e compagni di strada. Un'alleanza che è andata consolidandosi nel tempo. Dal 1989 Usinor è infatti partner al 49% della Lutrix, società che controlla all'84% La Magona. E sempre Usinor ha corso con Lucchini nella recente gara per l'Uva di Taranto (che è poi andata ai Riva). Ora Usinor (che fa capo per l'80% allo Stato francese) è ai nastri di partenza per diventare privata, e forse anche in previsione di questo impegno il gruppo Lucchini aveva già annunciato l'intenzione di quotarsi. Indiscrezioni di buona fonte sostengono che il nuovo governo francese, appena insediato, potrebbe addirittura approvare il decreto di privatizzazione nella sua prima riunione di domani. Se non sarà domani, sarà comunque entro la prossima settimana, dal momento che il programma prevede di portare la società al mercato entro giugno. Del resto, questa dichiarazione ufficiale di Lucchini è la prova migliore che ormai l'operazione sta partendo. Per il gruppo bresciano, l'ingresso nel capitale di Usinor Carta di Credito Targa alle Casse rurali Luigi Lucchini, il suo gruppo si appresta ad entrare nel nocciolo «duro» di Usinor Sacilor pazione in Bsn Danone. Per il gruppo Lucchini il 1994 è stato un anno positivo. Il consolidato non è ancora stato reso noto, ma tutte le società del gruppo hanno chiuso in attivo. Ha avuto un utile netto di 5,2 miliardi la Lucchini Siderurgica, in utile è La Magona, ed è finita in pareggio la società polacca, acquistata nel 1992. Anche le Acciaierie e Ferriere di Piombino, rilevate nel 1992 e gestite da Lucchini a partire dal 1993, sono tornate nel 1994 in sostanziale pareggio, con un anno di anticipo rispetto alle previsione, e torneranno nel 1995 a un record di produzione. Infine, Lucchini sta trattando per rilevare la ferriera triestina di Servola, che aggiungerà altri 250/300. miliardi di fatturato ad un giro d'affari che nel 1994 è stato pari a 2500 miliardi (poco più di 1000 miliardi nel '92), e si avvia a raggiungere quest'anno i 3000 miliardi. Per sostenere lo sviluppo, la Lucchini ha già annunciato l'intenzione di andare in Borsa, anche se i tempi non sono ancora stabiliti. «L'operazione partirà quando si confermerà un nuovo ciclo espansivo della Borsa» è la precisazione prudente di Giuseppe Lucchini. non solo conferma l'intesa e consolida un rapporto di lunga data, ma aggiunge un secondo tassello agli investimenti in terra di Francia, dove è già presente con una piccola parteci- Ricchezze d'Italia

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Piombino, Taranto