Storie vere e piccole denunce contro lo strapotere del calcio di Alessandra Comazzi

Storie vere e piccole denunce contro lo strapotere del calcio Storie vere e piccole denunce contro lo strapotere del calcio PARTITA pigliatutto, naturalmente, mercoledì: oltre 13 milioni e mezzo di telespettatori a soffrire (o a godere) per la sconfitta della Juventus. Quando c'è un concorrente così pericoloso, gli altri programmi si arrendono docili all'avversario calcistico, all'invincibile armada dei 22 in campo. Così l'altra sera: si è però difeso abbastanza bene, su Canale 5, un film tv, in onda per il ciclo «Film dossier», specializzato in storie dell'infanzia, tratte da vicende realmente accadute (ma meglio ancora è andato «Beautiful» in onda all'una, 5 milioni 272 mila spettatori). Titolo dell'altra sera, «Il fabbricante di bambini», di Arlene Sanford, con George Dzundza nel ruolo del medico che, per l'appunto, fabbricava bambini. A tutti i costi: anche dicendo a una donna che è incinta mentre non lo è, anche servendosi del proprio seme, anziché di quello di donatori sconosciuti, per le inseminazioni artificiali. Questo più e più volte, e tutto in un piccolo centro, con enormi rischi conseguenti. Trasmettendo inoltre una malattia genetica a quei suoi figli putativi. Un bel ma¬ scalzone, insomma, che fu veramente riconosciuto colpevole di tutti i capi di accusa contro di lui, fu condannato e adesso è agli arresti domiciliari, così ci hanno informato alla fine del film. Quattro milioni 646 mila spettatori per questa storia di determinazione femminile in tutte le direzioni: per avere un bambino prima, per ottenere giustizia, forse anche vendetta, dopo. «Il fabbricante di bambini», pur essendo povero ed essenziale dal punto di vista cinematografico (linguaggio elementare, nessuno scavo dei personaggi, mera descrizione dei fatti), ha però un pregio, comune agli altri film della serie: sottolinea in modo asciutto i rischi, i pericoli, le trappole che brulicano in quel delicatissimo terreno che è la fecondazione artificiale. Le trappole materiali, le truffe, le ruberie, ma anche le trappole psicologiche in cui possono cadere le donne che cercano disperatamente di realizzare il loro desiderio di maternità. Non una vera denuncia, ma una constatazione, almeno. Sempre il mercoledì Gianni Ippoliti ha su Raitre il suo spa¬ zio personale, una specie di zona franca notturna dove può mettere di tutto, sesso e referendum, teatro e denunce di malefatte, soprattutto televisive. Tanto, ogni cosa resterà attutita dalle tenebre. La cifra di Ippoliti è quella del parodico, del grottesco, accentuata da una corte dei miracoli che rende estremi e ridicoli i vezzi del video; oppure da personaggi che si prestano al gioco sarcastico: Gianluca Nicoletti, per esempio, che conduce «Golem» la mattina su Radiodue. «Golem» non è un programma di critica televisiva: non è soltanto quello. E' un viaggio nelle conseguenze che la rappresentazione televisiva provoca in tutti noi, una cosa quasi metafisica. E Nicoletti dunque tiene bordone a IppoUti, che l'altra sera interrogava se stesso e i suoi sulla scelta dei colori per le schede del referendum; e chiedeva ad alcuni abitanti di Campobasso che cosa ne sanno delle prossime votazioni. Non ne sa niente nessuno. E chi di noi è senza dubbi in merito, scagli pure la prima tele-pietra Aggiornamento del mito di Faust: un fascinoso psicopatico (Rob Lowe) fa scoprire a uno yuppie depresso (James Spader) i piaceri della trasgressione. Finché si tratta di furti e di donne va bene, ma di fronte all'omicidio lo yuppie vuole fare marcia indietro. Il regista Curtis Hanson imposta bene la prima parte del film ma non mantiene tutte le promesse. FURIA BIANCA azzi — I zzi 1 guna suoi Alessandra Comazzi zzi I PROGRAMMI DI OGGI

Persone citate: Curtis Hanson, Faust, George Dzundza, Gianluca Nicoletti, Gianni Ippoliti, Ippoliti, James Spader, Nicoletti, Rob Lowe, Sanford

Luoghi citati: Campobasso