Sarajevo, è vivo Italiano sparito di E. St.
Sarajevo, è vivo Italiano sparito Sarajevo, è vivo Italiano sparito ROMA. Matteo Toson, il giornalista italiano «free lance» scomparso nel mese di aprile nella ex Jugoslavia, si trova a Sarajevo, trattenuto in un posto di polizia bosniaco e le sue condizioni di sdute sono buone: lo si è appreso alla Farnesina. Secondo quanto si è saputo, la delegazione speciale italiana a Sarajevo ha comunicato nella giornata di ieri che il cittadino italiano Matteo Toson, scomparso il 9 aprile scorso, si trova, dalla notte tra il 16 e 17 maggio, trattenuto per accertamenti presso un posto di polizia bosniaco a Sarajevo. Nella stessa giornata di ieri, alle ore 18, un rappresentante della delegazione italiana ha potuto rendergli visita trovandolo in buone condizioni generali di salute. I familiari di Toson sono stati già debitamente informati. Il «free lance» italiano si era recato nella capitale bosniaca per svolgere un'inchiesta giornalistica sul traffico d'armi da pubblicare sulla rivista ((Avvenimenti». Toson, iscritto alla Facoltà di Architettura dell'Università islamica di Parigi, è un conoscitore della lingua e della cultura arabe. Era giunto a Sarajevo da Roma via Belgrado. Sui territori della ex Jugoslavia avrebbe dovuto, attraverso l'intermediazione del pope ortodosso Ilia Ivic - espulso dall'Italia per spionaggio - contattare alcuni ambienti dove raccogliere informazioni sul commercio di armi ed in particolare sul traffico nucleare. Sull'argomento il giornalista è piuttosto informato: è infatti tra i collaboratori della casa editrice francese «Larmatan» per la quale ha scritto un libro sul traffico di armi che, passando attraverso la Bosnia, trovava un mercato in Algeria e Somalia. Il libro non è però ancora stato pubblicato perché le bozze del testo sarebbero sparite. Non è ancora stato chiarito se effettivamente Matteo Toson sia stato rapito, da chi e da chi sia stato eventualmente liberato. Si sa tuttavia che le sue ultime ore prima della scomparsa le aveva trascorse a Pale e Lukavica, due località sotto il Matteo Toson sparì II 9 aprile scorso controllo militare dei serbi, poi sarebbe tornato nella capitale alloggiando aH'«Holiday Inn». Tra gli incontri programmati per lui dal pope Ivic, quello con il siriano Rashid Alelu, membro dell'organizzazione umanitaria «Islamic Relief», che gli avrebbe dovuto consegnare un «floppy disk» contenente le prove sul traffico d'armi. Per altro Rashid Alelu aveva smentito la circostanza dell'incontro sostenendo di non aver mai visto Toson né di avere in programma un incontro con lui. Il 27 del mese scorso si era diffusa la notizia - proveniente da fonti serbo-bosniache - che Toson era stato ucciso. L'informazione - ora rivelatasi priva di fondamento - era stata lanciata dall'agenzia «Srna» che citava «fonti qualificate». La responsabilità della morte di Toson veniva attribuita ai bosniaci musulmani: una conferma della pretesa uccisione dell'italiano era arrivata anche dall'avvocato Nada Lazanevic, esponente del partito ultranazionalista di Rinnovamento Serbo del Montenegro. Ora si vedrà se tutte queste circostanze del «giallo» saranno chiarite dallo stesso protagonista della vicenda. [e. st.]
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