Blitz sul mercato nero delle trasfusioni di Maria Corbi

Emessi 40 avvisi di garanzia: nelle case di cura venivano confuse le etichette e aumentati i prezzi Emessi 40 avvisi di garanzia: nelle case di cura venivano confuse le etichette e aumentati i prezzi Blitz sul mercato nero delle trasfusioni Nei guai cinquanta cliniche di Roma ROMA. Cinquanta cliniche romane nel mirino della magistratura per aver violato sistematicamente la normativa sulle trasfusioni. L'indagine, che ha coinvolto i Nas dei carabinieri e cinquanta medici della polizia, ha portato a quaranta avvisi di garanzia che il pubblico ministero circondariale Gianfranco Amendola ha fatto notificare a medici e amministratori delle case di cura, le più importanti della capitale. Rischiano da uno a tre anni di reclusione e una multa da 400 mila a 20 milioni di lire. Dai controlli è emerso un quadro preoccupante. Le irregolarità riguardano confusione di etichette sulle sacche di sangue; errori di scritturazione nei registri; procedure «atipiche» per cui sacche destinate a strutture ospedaliere venivano poi dirottate presso le case di cura private; la realizzazione di vere e proprie strutture trasfusionali autonome, alla quale fornivano sangue propri donatori abituali che non rispettavano i tempi minimi di attesa, previsti dalla norma, per ripetere la donazione. E l'ispezione ha scoperto anche un «mercato» del sangue dove le sacche, che hanno un costo fissato di 165 mila lire, venivano vendute a prezzi molto superiori. Una vera e propria speculazione. In un caso sono stati chiesti tre milioni per tre o quattro dosi di plasma. Molte altre ancora le irregolarità uscite dai registri delle cliniche: fatturazioni maggiorate per trasfusioni spesso mai effettuate, sacche di sangue assegnate e vendute più volte a vari pazienti, trasfusioni non necessarie ma comunque fatte a scopo di lucro, sacche di sangue scaduto che invece di essere riconsegnate alle strutture pubbliche venivano smaltite nei gabinetti. Dunque inesattezze, lacune e disordine che sono in palese violazione della legge 107 del '90 che regolamenta l'attività trasfusionale. Una legge che serve a controllare tutti i passaggi del sangue per garantirne la sicurezza e per verificare eventuali abusi. I disordini e le irregolarità commesse dalle case di cura avrebbero potuto mettere a rischio la salute di tanti malati. Si usa il condizionale perché, hanno precisato gli investigatori, non si può parlare di sangue infetto nei casi in esame. Si tratterà adesso di accertarlo. Il pm Amendola ha trasferito il fascicolo per competenza alla procura presso il tribunale. Comunque, ha chiarito il magistrato, «la stragrande maggioranza del sangue distribuito a Roma proviene da strutture che effettuano i controlli generali di legge sulla idoneità del sangue». Niente allarmismi, dunque, ma la preoccupazione rimane per questo Far West del sangue scoperto in seno all'indagine sul caso di Patrizia C, la donna che in seguito a trasfusione con sangue infetto Pronta la legge che raddoppia gli indennizzi ai contagiati ' "::.V avrebbe contratto l'Aids. Adesso bisognerà scrivere altri importanti capitoli di quest'inchiesta. Soprattutto quella parte che riguarda i centri trasfusionali pubblici che forniscono il sangue alle cinquanta cliniche visitate da Nas e polizia. Su questo gli inquirenti mantengono il riserbo. Si sospetta che il plasma venga venduto senza svolgere i prescritti controlli richiesti per individuare la compatibilità del sangue fornito con chi deve riceverlo. E non c'è la L'IMMUNOLOGO ACCUSA STIAMO attenti a non confondere un'indagine della magistratura sul mancato rispetto delle procedure richieste dalla legge con le situazioni di rischio per il paziente, come sangue infetto e così via». Fernando Aiuti invita a non sopravvalutare l'inchiesta «sangue pulito» ma non nasconde la sua soddisfazione per un intervento che dovrebbe contribuire a far chiarezza su un problema così delicato. Professore, più che dalla paura del sangue infetto l'allarme nasce dal constatare ancora una volta che i controlli sanitari risultano gravemente carenti. A chi L'immunologo Ferdinando Aiuti spettano i controlli? ((Anziché dai Carabinieri o dai magistrati dovrebbero essere effettuati dagli ispettori sanitari delle Usi, delle regioni o degli ordini dei medici o anche dal ministero della Sanità, Negli ospedali è il direttore sanitario a garantirli. Se i controlli venissero effettuati a campione e con una certa frequenza l'assistenza sanitaria ne guadagnerebbe Siracusa, bloccato in un casolare assieme alla ragazza incinta del quarto figlio prova che questo controllo venga fatto poi dalle cliniche. Altra pagina dell'inchiesta quella sulle autotrasfusioni che molte persone chiedono di fare prima di un intervento. Si evitano così i rischi della somministrazione di plasma estraneo. Anche qui il sospetto e una domanda: che fine fa il sangue prelevato e poi non trasfuso al suo «proprietario»? Potrebbe essere a rischio la trasfusione ad altri pazienti. Intanto, mentre la procura continua le indagini, sta per passare al Senato, mercoledì prossimo, il disegno di legge che dovrebbe portare al raddoppio degli indennizzi destinati a chi, avendo subito trasfusioni di sangue o emoderivati, compresi i vaccini, ha contratto, l'Aids o l'epatite di tipo B e C. Già quarantamila domande di indennizzo sono arrivate al ministero della Sanità. Maria Corbi I I ^° no cincluanta le cliniche romane coinvolt e nello scandalo del sangue

Persone citate: Amendola, Ferdinando Aiuti, Fernando Aiuti, Gianfranco Amendola, Patrizia C

Luoghi citati: Roma, Siracusa