«La Chiesa è nelle mani dei figli del Papa rosso» di Maurizio Assalto

«La Chiesa è nelle mani dei figli del Papa rosso» «La Chiesa è nelle mani dei figli del Papa rosso» La vedova Gardini si fa suora anni NELLE CABJMELITAME MHKS H^l eBw BrìrmMm ^bj^RtiBmBWBRMMlB B J^B^mm BwIHMWImiWwi NELLE CABJMELITAME MHKS H^l eBw BrìrmMm ^bj^RtiBmBWBRMMlB B J^B^mm BwIHMWImiWwi ROMA. Idina Ferruzzi Gardini prende i voti e da «novizia» diventa «professa solenne» nelle terziarie laiche delle Carmelitane. I voti le saranno dispensati, tra un mese, da padre Augusto Tollon, direttore regionale del Terzo ordine carmelitano, colui che ha preparato la vedova di Raul Gardini al grande passo. «Idina prenderà i voti solenni a giugno - conferma don Augusto - promettendo di osservare fedelmente alcune regole dell'ordine delle Carmelitane e servendo il signore da laica, rinunciando soltanto ad alcune cose senza nulla togliere ai figli e ai nipotini. «La data della cerimonia è da stabilire. Di certo, però, la funzione avverrà a Ravenna». [Adnkronos] versila, la giustizia sono oggi in mano ai figli del '68, allo stesso modo, per un fatto puramente e semplicemente generazionale, la Chiesa, nelle sue comunità di base, è in mano ai figli del '63». Cioè i figli del Concilio Vaticano II: attivisti della Caritas, sindacalisti delle Acli, volontari delle comunità, tutti i sinistri epigoni di quei notori papi rossi, o perlomeno filocomunisti, che furono Giovanni XXin e Paolo VI. Il corsivista non si spinge a dirlo esplicitamente, ma è noto quel che pensano i suoi lettori. E del resto il ragionamento lascia poco spazio alle interpretazioni alternative. Con qualche sbavatura qua e là (quando mai l'ha conosciuto, Luciano Garibaldi, il Solzenicyn «laico e agnostico» a cui allude? Ed è così sicuro che De Gasperi avesse davvero definito la de «un partito di centro che marcia verso sinistra»? Marcia o non piuttosto guardai Dal punto di vista politico la differenza non è da poco), tuttavia il discorso fila via chiarissimo. «L'apertura di un dialogo tra la Chiesa e i rossi è ascrivibile a questi due papi». Ma Garibaldi sa essere magnanimo: in fondo Roncalli e Montini non meritano di essere condannati, perché «furono vittime del loro tempo, del cedimento generale dell'Occidente alla prevaricazione marxista-leninista». Come non pensare che temessero anche per l'Italia la caduta nelle fauci dell'Orso sovietico, e «si preparassero a salvare il salvabile»? Però, che differenza fra questi papi dolorosi che tanto affascinano i «figli del '63» e i grandi pontefici «millenaristi e combattenti» come Pio XI, Pio XII e lo stesso Giovanni Paolo II. Il Secolo d'Italia ricorda l'ultima enciclica di Wojtyla, Evangelium vitae, «che ridimensiona severamen- A sinistra Paolo VI Sopra Giovanni XXIII te le utopie libertarie e le tendenze edonistiche», e la inserisce nel filone del famoso radiomessaggio di papa Pacelli per il Natale '44, contro l'egualitarismo comunista. E ora, è l'invito, confrontiamo questi insegnamenti «con il comportamento di un papa Giovanni che apre le porte agli uomini del Cremlino senza preventivamente denunciare i gulag (...), con le accorate invocazioni di Paolo VI per una pace a senso unico» in Vietnam, «con quel suo tremendo, indimenticabile "vi prego in ginocchio" con cui si rivolse a delle belve comuniste, chiamandole "uomini delle Brigate rosse"». Che tristezza... E poi ci stupiamo per quel seggio di Padova. Maurizio Assalto

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