Referendum tv spiragli per l'Intesa di Barbara Spinelli

Ieri Mitterrand ha lasciato l'Eliseo I Quasi d'accordo Confalonieri e Veltroni. Ma Berlusconi s'impunta: voteremo no Ieri Mitterrand ha lasciato l'Eliseo I Quasi d'accordo Confalonieri e Veltroni. Ma Berlusconi s'impunta: voteremo no Chirac debilita come de Gemile L'OMBRA DELLA SFINGE EUROPEA Referendum tv, spiragli per (Intesa Uno bianca, Mancuso rilancia: Di Pietro ha sbagliato ITI RA RE n IC n A O QUANDO Francois Mitterrand ha stretto la mano di Jacques Chirac e s'è avviato verso l'automobile che lo attendeva - è accaduto ieri, nel cortile dell'Eliseo l'emozione era grande sul volto del nuovo Presidente. Era come se su quel volto passassero in accelerata tutte le memorie del passato: le ambizioni di una lunga ascesa e al tempo stesso le solitarie sconfitte; la tensione estrema dei suoi rapporti con Mitterrand e al tempo stesso l'invincibile ammirazione. Una volta, quando era primo ministro del Presidente socialista, Chirac inciampò sulle parole e chiamò Mitterrand «mio Generale». Pensava a de Gaulle, che è la figura cui si è sempre aggrappato quando si sentiva solo. Ieri mattina all'alba, il nuovo Capo di Stato ha cercato ancora una volta di trarre ispirazione e coraggio da quel mito: si è raccolto davanti alla tomba del Generale, a Colombey-Les-Deux-Eglises, come ci si raccoglie davanti a un santuario della Pizia. Quella tomba ha per lui la forza di un emblema, così come la rosa rossa ebbe la forza di un emblema, il giorno in cui Mitterrand vittorioso celebrò il suo culto dei morti, e depositò il fiore sulle tombe di Jean Jaurès e Jean Moulin, del socialista e del resistente, nel tempio laico che è il Panthéon. Così avviene il passaggio dei poteri, nella Francia di fine secolo: con una sorta di contratto sacralizzato fra vivi e morti, tra figli e padri, secondo il copione che auspicava nel 700 Edmund Burke, il grande avversario della Rivoluzione francese e della tabula rasa. Il volto segnato dall'emozione, e se non più dall'impazienza certamente dalla paura del palcoscenico: questi sono tratti caratteristici del nuovo Presidente Barbara Spinelli CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA Ai giocatori di Scala il p PARIGI. L'ingresso nella Storia di Francia è stato trionfale. Come dovuto. Ieri a mezzogiorno Jacques Chirac è stato incoronato ufficialmente Presidente e nel pomeriggio si è immerso in un tumultuoso bagno di folla sugli Champs-Elysées. Prima, però, alle 11 spaccate, ad attenderlo sulle scalinate dell'Eliseo, Chirac ha trovato Frangois Mitterrand. Il colloquio del passaggio di consegne dura cinquanta minuti buoni. Poco ne trapelerà. Le prime parole pronunciate all'Eliseo da Chirac sono di voluta semplicità. E' il capo che parla al popolo, ripetendo in modo quasi ossessivo la parola «tous», tutti, per far capire che nessun individuo o categoria sarà escluso, emarginato dalla presidenza Chirac. La comunità - ma verrebbe da dire la «comunione» - nazionale ha da essere integra, perché la democrazia e quelli che i francesi amano definire i «valori repubblicani» la corroborino davvero. ITLA LINEA PURA DEL CAVALIERE «Macché pace si va alle urne» ROMA. «Ma quale trattativa!» dice Berlusconi (foto) dopo tre ore di vertice a Forza Italia. «Qui non c'è nessuna trattativa. Per me i referendum ci sono, io credo che si faranno. Per vado avanti». ^cuhi v^cuhi biamtare»I bian I tare: A. Minzolini A PAG Benedetto ALLE PAG. 6 E 7 Il Papa compie oggi 75 anni, niente dimissioni n nINTERVISTA CON AMATO «Grande Fratello mifaipaura» ROMA. «No al matrimonio tra comunicazioni via cavo e tv». Giuliano Amato (foto) spiega: «Chiunque può diventare davvero "il Grande Fratello". Ma questo è un rischio che dobbiamo assolutamente evi tare». P. Guzzanti A PAG. 2 bian tare: 2 Scandalo a Roma, 40 avv ROMA. L'invito di Scalfaro («una legge equilibrata evita i referendum sulla televisione») ha smosso le acque della politica. In un confronto-dibattito pubblico tra Veltroni (numero due del pds) e Confalonieri (amministratore delegato Fininvest) emergeva un'ipotesi di lavoro nuova (alla Fininvest una rete «generaiista» - come Canale 5 oggi - e più reti «a tema»). Entrambi si sono detti d'accordo: i referendum sarebbero devastanti. Ma in serata ecco le voci contrarie. Ha cominciato Dotti per Forza Italia, poi Bossi e Petrini della Lega. Berlusconi dal canto suo pare impuntarsi: indica che Forza Italia sui referendum tv è orientata a dare tutti «no». Come se la trattativa non esistesse. Intanto nello scontro Guardasigilli-magistrati un fatto nuovo: Mancuso in commissione stragi ha rilanciato gli attacchi a Di Pietro. Nell'indagine sulla Uno bianca ha sbagliato. Bianconi, Grignetti Martini e Meli ALLE PAG. 2,3 E 4 vvisi di garanzia. Presto la

Luoghi citati: Francia, Pag Benedetto Alle Pag., Parigi, Roma