Auto gialla pronte le sanzioni Usa di Paolo Passarini

Decisa un'imposta del 100% sui modelli di lusso, UXHappone ricorre al Wto Decisa un'imposta del 100% sui modelli di lusso, UXHappone ricorre al Wto Auto giulio, pronte le sanzioni Usa Dazi per 6 miliardi di dollari WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'annunciata rappresaglia commerciale americana contro il Giappone è stata presentata ieri in tutti i suoi dettagli, ma c'è più di un mese di tempo prima che scatti. Se di qui al 28 giugno il governo giapponese si deciderà a fare quelle concessioni che finora ha negato potrà evitare che l'esportazione di alcune auto di lusso negli Stati Uniti subisca l'imposizione di tariffe aggiuntive del 100%. Se le sanzioni invece scatteranno, il prezzo dì 13 modelli di auto giapponesi di lusso subirà un secco raddoppio e le auto usciranno forzatamente dal mercato. Si tratterebbe di un danno notevole per l'industria automobilistica giapponese. Le automobili candidate alle sanzioni sono tutti e cinque i modelli della Lexus-Toyota, tre modelli della Nissan Infiniti, due versioni della Honda Acura, due modelli della Mazda e uno della Mitsubishi. In totale, la fetta di mercato conquistata attualmente da queste macchine ha un valore di quasi 6 miliardi di dollari, la cifra che gli americani potrebbero decurtare dal loro disavanzo di 40 miliardi di dollari con il Giappone solo per quanto riguarda il settore automobilistico. Il governo giapponese ha reagito all'annuncio fatto ieri dal rappresentante americano per il Commercio Mickey Kantor con comprensibile allarme, ma anche con sangue freddo. Come prima mossa i giapponesi hanno investito della questione l'appena costituita World Trade Organization. Sperano che il Wto blocchi le sanzioni e giudichi inaccettabili le richieste americane il cui rifiuto da parte giapponese le ha provocate. Però, contrariamente a quanto sembrava orientato a fare in un primo momento, il governo giapponese ha escluso per ora una contro-rappresaglia sui prodotti americani importati. In questo modo il governo di Tokyo spera di apparire ancora di più come la vittima inerme dell'arroganza commerciale america¬ Mickey Kantor rappresentante commerciale. degli Stati Uniti Le rappresaglie dal 28 giugno se Tokyo non fa marcia indietro na, il mansueto contro l'esagitato. Si vedrà se la tattica funziona. Intanto il direttore del Wto Renato Ruggiero, ha sollecitato i due Paesi a non mettere in pericolo, attraverso un conflitto commerciale, la credibilità del nuovo organismo mondiale. «Quello che ora è in gioco - ha detto Ruggiero - non è il funzionamento della organizzazione ma la credibilità degli impegni presi liberamente dalle partì». Il direttore del Wto ha chiesto a Usa e Giappone di procedere nel rispetto delle regole e delle procedure che loro stessi hanno contribuito a realizzare. spazzato sotto il tappeto», ha tuttavia le sue buone ragioni per sperare che il Giappone si decida a concedere quanto finora ha rifiutato, in particolare l'acquisto contingentato di una quantità superiore di parti di ricambio prodotte negli Usa. «Le potenziali sanzioni commerciali contro il Giappone ha sostenuto Walter Huizenga, presidente dell'associazione dei commercianti d'auto americani devasteranno migliaia di piccole imprese negli Stati Uniti». Il termine del 28 giugno è stato fissato guardando al prossimo vertice del G7 di Halifax, Nuova Scozia, che si terrà a metà del prossimo mese. Tu quell'occasione, Bill Clinton potrà sollevare la questione direttamente con il primo ministro giapponese Tomiichi Murayama. Rientrando, Murayama avrà ancora qualche giorno per dare le opportune direttive e evitare le sanzioni. Clinton, che nei giorni scorsi era apparso piuttosto deciso e aveva sostenuto che il problema giapponese «non può più essere Paolo Passarini

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Mickey Kantor, Renato Ruggiero, Tomiichi, Walter Huizenga