Torna Münchhausen l'eroe della menzogna

IL CASO. Chi fu il vero il bugiardo: l'autore o il personaggio ispiratore? I ii romanzo della nipote di Nehru IL CASO. Chi fu il vero il bugiardo: l'autore o il personaggio ispiratore? I ii romanzo della nipote di Nehru Torna Mùnchhausen l'eroe della menzogna Un divorzio all'indiana BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Era un bugiardo, o piuttosto un impostore? La voracità del suo mentire, la frenesia con cui ingannava «la cerchia degli amici» che decidevano ogni sera di ascoltarlo, erano un imbroglio la ciarlataneria di un imbonitore presuntuoso - o piuttosto una sfida intellettuale, un balzo sulla fantasia di uomini incapaci d'immaginarsi altrove? A 275 anni dalla nascita, la Germania festeggia con diffuso ritorno d'interesse - di pubblico e studiosi - un mito fra i più seducenti della sua storia letteraria, senza riuscire ancora a sciogliere l'enigma: Hieronymus Karl Friedrich Freiherr von Mùnchhausen aus Bodenwerder - il «Barone» protagonista dei «Meravigliosi viaggi» immortalati a fine Settecento da Gottfried August Bùrger - è dall'inizio una creatura di confine, ibrido geniale, figlio meticcio di storia e fantasia destinato a diventare, in Germania ma non solo, simbolo ed emblema di un fertile filone letterario, la millanteria beffarda. L'«eroe bugiardo» visse per davvero. Nacque nel maggio del 1720 nel villaggio di Bodenwerder sulla Weser, in Bassa Sassonia, dove ancora il nome di Mùnchhausen è sinonimo di munificenza e signorilità. Crebbe alla corte di Wolfenbuettel, finché a diciotto anni seguì a San Pietroburgo il fratello del principe di Braunschweig - Anton Ulrich, padre del piccolo Zar Ivan VI - e lo servì come alfiere. Il confine fra letteratura e storia comincia a delinearsi allora, il Mùnchhausen della realtà sfuma per la prima volta, allora, nel Mùnchhausen del romanzo. Chi è infatti - per davvero - l'eroe della guerra russo-turca che con i suoi vanti esagerati occuperà più tardi le «Avventure»? E' il giovane ufficiale al servizio dello Zar o è già la sua co¬ Una coppia unisce Palermo e l'America Mi dispiace che non scrivo meglio in italiano, però devo comunicare! C'è qualcuno che scriverà storie dagli amori cominciati nella guerra? I miei genitori, in 1945: un soldato americano e una donna palermitana. Si sono sposati Oct. 20, 1945. Quest'anno celebrano 50° anniversario. Sono una giornalista; lavoro al giornale Hartford Courant in Hartford, Connecticut. I miei genitori hanno molti racconti interessanti, e tra qualche anno, voglio scrivere un libro con questi. Però, per quest'anno voglio fare un occasione speciale per loro. Se questo e interessante per qualcuno, è possibile scrivermi a: Norma Schiller, 29 Carpenter Heights, Meriden, Ct. 06450 U.SA. (telefono 203.238.7539). Marina Schiller, Hartford Connecticut {Stati Uniti) Stomaco a rìschio tra Firenze e Roma Se decidete di viaggiare in Pendolino, al prezzo del biglietto converrà aggiungere anche il costo di una ripulitura in tintoria del vestito. Nel gioiello dell'alta velocità italiana, infatti, si vomita ormai con una certa frequenza. E' successo anche ieri, nella carrozza 9 dell'Etr Venezia-Roma delle 14,42. Una signora napoletana ha avuto la disgrazia di vedersi assegnato, dal servizio di teleprenotazione dei posti, il sedile n. 52, posto in senso contrario a quello di marcia. Tra Firenze e Roma, quando la velocità tocca i 250 chilometri orari, il malessere per la cabina pressurizzata e l'aria non esattamente alpina diventa incontenibile: la donna tenta la corsa verso il bagno, ma sulla porta trova una scritta nera: Inutilizzabile. Le mani sulla bocca, ritorna al suo posto, verso l'esito inevitabile. Simili incidenti, in netto aumento rispetto al 1994, hanno un'origine economica, sono cioè conseguenza del piano di rispàrmio messo a punto dalle Ferrovie dello Sta¬ pia leggendaria? E' il tedesco smaliziato che cerca la fortuna assecondando un principe emigrato, o è già il suo doppio, la sua immagine secreta chissà come dalla fantasia del tempo? Di certo l'epopea di Mùnchhausen prende forma allora, intorno al 1740-41, anche se soltanto dopo il suo ritorno in patria - a Bodenwerder, dieci anni dopo - il Barone sassone avvierà le famose serate narrative «davanti a una bottiglia e nella cerchia degli amici», come recita il sottotitolo delle «Avventure meravigliose di viaggio sull'acqua e per terra» firmate, più tardi, da Bùrger. In quegli anni Hieronymus Karl Friedrich - dismesse le armi del soldato e impugnate quelle del cacciatore - si sposa con una ragazza di Curlandia che amerà fino alla morte, nel 1790, quando a 74 anni e in seconde nozze si unirà a Bernhardine von Brunn: una diciassettenne, descritta come «leggera», che colmerà la sua vecchiaia d'amarezza. Il passaggio definitivo del confine, la confusione e la sovrapposizione di identità che consacrerà la «letteratura come bugia», si compie mentre il Barone si spegne in un villaggio. Il Mùnchhausen leggendario germoglia da quello della storia quando a Hieronymus Karl Friedrich resta soltanto la fantasia per raccontare: chi dei due vola in groppa a una palla di cannone, chi si arrampica fino alla Luna, chi naviga abbracciato a un iceberg? Di certo, per misteriose vie intorno al nome del gentiluomo un po' sbruffone e innamorato della caccia, si raccolgono fantasie popolari, aneddoti, «esagerazioni collettive»: una lunga tradizione che dal Miles Gloriosus porta a Luciano di Samosatà e agli umanisti tedeschi del Quattro e Cinquecento, Heinrich Bebel e Hans Sachs, Jakob Frey e BartholomaeUs Krueger. Un po' alla volta, i suoi eccessi narrativi diventano pretesto At GIORNAtE A di cdi ne eed o a a di de a nelgiodivPaemalarPriconduqu per elaborazioni successive. A Berlino, in Inghilterra, e poi di nuovo in Germania escono raccolte anonime di «Episodi straordinari» della vita di Mùnchhausen, un po' alla volta le traduzioni si rincorrono: dal tedesco all'inglese e ancora al tedesco, finché nel 1788 Gottfried August Bùrger dà a quel flusso disordinato la forma definitiva che conosciamo. Un po' alla volta l'originale sparisce al di sotto della copia, si confonde con la copia, e a conquistare la storia sarà il doppio. Nadotsarà oLibro giornilinguetuzion mT> MILANO \\ EHRU è stato la mia infanta zia. Vede, vivevamo nella 1 stessa casa, dopo che sua i 11 moglie morì di tubercolosi nel 1936. Nehru era il fratello maggiore di mia madre, che più tardi divenne sua ambasciatrice in vari Paesi. Eravamo un'unica famiglia, ma era una famiglia molto particolare. Ho scritto 2 mio primo libro, Prison and chocolate coke, per raccontare cosa voleva dire crescere durante la lotta per l'indipendenza, quando i miei genitori e Nehru eraspesso lontano da casa, perché erano in prigione. Naturalmente Nehru era un eroe per noi bambini». Chi parla, nella penombra della hall di un albergo milanese, è una signora vestita di un azzurro intenso che fa risaltare il bronzo della sua pelle perfettamente liscia, malgrado l'età non più giovane. Nayantara Sahgal è in Italia per l'uscita del suo romanzo II giorno dell'ombra, «scoperto» e tradotto da Anna Nadotti per l'Einaudi, di cui sarà ospite d'onore al Salone del Libro di Torino nei prossimi giorni. Spiega che sono sedici le lingue riconosciute dalla Costituzione indiana, e che tra queste c'è l'inglese, che è la lingua in cui ha scelto di scrivere tutti e nove i suoi romanzi. E con la stessa esotica lentezza con cui parla del suo affetto per il Pandit Nehru, non risparmia invece parole dure alla cugina Indirà Gandhi. «Con Indirà fu diverso perché quando divenne un leader si fece prendere da una forte sete di potere personale, e in quel periodo di ambizioni dinastiche diede il via a un programma di "emergenza", circa due anni in cui restrinse le libertà civili con la censura e mettendo in prigione la gente senza processo. In quel perìodo scrìssi degli articoli critici sulla sua politica, che lei non apprezzò, e i nostri rapporti diventarono molto freddi». Nayantara Sahgal è infatti anche una commentatrice politica in India, e la politica è uno sfondo importante, nel Giorno dell'ombra, che racconta la mite ribellione di una donna sposata a un uomo ricco e potente, il quale le impone un divorzio disumano dopo tanti anni di amore e fedeltà coniugale. Una donna piena di bambini «presa tra le spire di un'imposizione fiscale grossa come un pitone». Una donna ancora molto bella, il cui fascino «aveva a che fare con la qualità impeccabile, con la cultura, con cose lontanissime da ciò che viene generalmente considerato motivo d'attrazione tra uomini e donne». «Pochi anni prima di scrivere questo libro ero passata io stessa attraverso un divorzio, che mi imponeva condizioni particolarmente sfavorevoli», spiega Nayantara Sahgal. «Tuttavia, a parte questo e il fatto di essere anche lei una scrittrice, Simrit non mi assomiglia molto. Simrit è una persona passiva, ma dovete capire che questa sua qualità, che qui è disprezzabile, da noi può essere considerata una forza. Perché è con la passività che il Paese è sopravvissuto a molti secoli di dominazione». Il giorno dell'ombra è ambientato all'inizio degli Anni 70, quando l'ombra che il divorzio proietta sulla vita di questa donna corrisponde all'ombra che cala sulla vita politica di un Paese che sta cambiando. «La libertà», dice Nayantara Sahgal «è arrivata nel 1947. Per tutti gli Anni 50 e all'inizio dei 60 abbiamo avuto un periodo positivo, di ottimismo e di speranza, certi che il Paese stesse andando nella giusta direzione. Tutti gli ideali della lotta erano ancora intatti, Nehru era primo ministro, e i ricordi dei giorni d'oro dell'indipendenza erano vivi. Ma con gli Anni 70 comincia un'era nuova. L'era dei politici pronti al compromesso, alla corruzione, a usare ogni mezsp, per farsi stra-, da». Presa nel suo dramma familiare, la mite Simrit non trascura di osservare spietatamente questo mondo di valori corrotti»! ' Livia Manera