«Il Giappone ci perdoni le colpe di nostro figlio» di Fernando Mezzetti

«Il Giappone ci perdoni le colpe di nostro figlio» «Il Giappone ci perdoni le colpe di nostro figlio» < mm Migliaia i figli dello stupro RIGALI. Sono migliaia, abbandonati negli orfanotrofi, creature di sangue misto - mezzi hutu e mezzi unsi - in un Paese diviso da un irriducibile conflitto etnico: sono i figli degli stupri di massa compiuti dall'aprile del 1994 dalle squadracce di estremisti hutu, dagli stessi soldati dell'allora esercito ruandese e, in misura molto inferiore, anche dalle milizie del Fronte Patriottico Ruandese ora insediato a Rigali. Impossibile stabilire quante donne furono stuprate in quei tre mesi: molte sono morte, uccise dopo aver subito violenza in quel mattatoio in cui furono massacrate tra le 500.000 e il milione di persone. Molte si sono suicidate quando si sono accorte di essere incinte; molte hanno abbandonato i figli appena nati. [Agi] terremoto di Kobe, quello di uno dei responsabili dei servizi idrici: un fatto che era insieme assunzione di responsabilità e tutela della propria dignità. Fino al 1868, quando fu avviata la modernizzazione, la responsabilità collettiva era stabilita nell'ordinamento giuridico: non un solo colpevole, ma tutta la famiglia, per cui si ricorreva al suicidio proprio per esonerare i parenti; colpevoli perfino i vicini, il rione. Non solo le colpe dei padri sui figli, ma dei figli sui padri. I genitori quali responsabili verso la comunità del comportamento di quelli che hanno messo al mondo; l'agire dei figli quale elemento rivelatore del carattere dei genitori. E i vicini quali corresponsabili della devianza di uno di loro. Con la modernizzazione oltre un secolo fa è stato introdotto il principio giuridico occidentale della responsabilità penale individuale: ma certi schemi e archetipi della coscienza collettiva sussistono. La scuse rivolte al Paese dai coniugi Matsumoto, genitori del quarantenne Chizuo, in arte mistica Shoko Asahara quale leader della Suprema Verità, sono la pubblica confessione della loro vergogna per le devianze del figlio solo nel momento in cui esse diventano di pubblico dominio. Fino a quando non sono divenute pubbliche, le devianze non erano tali. D'altra parte, per il modesto artigiano di tatami (le stuoie da mettere sul pavimento per dormirvi), e sua moglie, quel figlio era forse un segreto motivo di soddisfazione fino a ieri: sesto di sette fratelli, uno dei quali completamente cieco, e lui stesso con un altro quasi privo di vista, aveva raggiunto ricchezza e successo, con migliaia di seguaci che pendevano dalle sue labbra. Una personalità complessa, che si occupava di destini dell'uomo e del mondo, con nazionalistiche e apocalittiche visioni. Sposato, sei figli, arrivato a fondare la setta dopo mille mestieri e fallimenti studenteschi, girava il mondo, bazzicava spirituali bonzi, si faceva fotografare col Dalai Lama; ma armava la sua setta come se fosse un'armata del vecchio Giappone, vedendo ovunque, specie negli Stati Uniti, il nemico del Giappone di oggi. Si legge in uno dei suoi scritti, assurti a sacre scritture della Suprema Verità: «Con l'avvicinarci al Duemila, si avrà una serie di eventi di inesprimibile atrocità e terrore. Il territorio del Giappone sarà trasformato in una desolazione nucleare. Tra il 1996 e il gennaio 1998, l'America e i suoi alleati attaccheranno il Giappone, solo il 10 per cento della popolazione sopravviverà». Sotto le affermazioni visionarie da nuove religioni, trovi la xenofobia, il nazionalismo, la demonizzazione dell'America il cui consumismo e pop-culture hanno stravolto la «buona» società nipponica: che sia ancora l'inconfessato peso della sconfitta? Fernando Mezzetti

Persone citate: Dalai Lama, Matsumoto, Rigali, Shoko Asahara

Luoghi citati: America, Giappone, Stati Uniti