II centro-sinistra? Abita all'Arel

i luoghi ; ; ;— — — della politica Era la ecchia d di libeal democritiani i luoghi ; ; ;— — — della politica Era la vecchia sede dei liberal democristiani II centro-sinistra? Abita all'Urei ROMA UOVI luoghi del centro-sinistra: l'Arel. Nuovi per modo di dire: mai come a Roma l'aggettivo «nuovo» nasce pieno di storia e denso di ricordi. E quindi l'Agenzia Ricerca Economica e Lavoro ha sede da una ventina d'anni in piazza Sant'Andrea della Valle. La chiesa, di fronte, con l'alta cupola del Maderno, ospitava il pittore Mario Cavaradossi nel primo atto della Tosca. Sotto c'è una bella fontana, sempre del Maderno, qui trapiantata nel 1957 da una piazza scomparsa nei «borghi». A destra, affacciandosi dalle finestre, si vede quella che fu la prima sede del partito comunista dopo la Liberazione (ex Ente Banane). A sinistra s'intravede Palazzo Vidoni, dove dimorò a lungo il partito nazionale fascista. «Già nel nome - si legge in un fantasioso dépliant auto-promozionale della metà degli Anni Ottanta - l'Arel ha voluto e vuole rappresentare qualcosa di diverso nel panorama politico-culturale del nostro Paese». «Agenzia, infatti, e non Istituto, secondo la suggestione del termine americano che, insieme all'attività di studio e ricerca, pone l'accento sul momento del fare, del creare». Dunque, l'«Agenzia» nasce nell'agosto 1976 per iniziativa del neo senatore Umberto Agnelli come luogo d'incontro della corrente cosiddetta «hiltoniana». Al primo gruppo costituito da Agnelli, Aletti, Andreatta, Bartolomei e Gerry Bianco, si unirono via via Cossiga, Pandolfi, Malfatti, Martinazzoli, Maria Eletta Martini, Segni, Mazzotta, Citaristi e Golia. Il rapporto con la de, tuttavia, è stato problematico fin dall'inizio. «Forse con un po' di superbia intellettuale, che però ha fruttificato - si legge ancora nell'immaginifico documento - i parlamentari dell'Arci vollero rendere i gruppi della de indipendenti il più possibile sul piano delle conoscenze soprattutto economiche. Era naturale che così fosse perché Nino Andreatta - continua questa sorta di reclame - era ed è l'economista serio e rigoroso che abbiamo imparato ad apprezzare nei suoi giudizi spesso impietosi, qualche volta duri, ma sempre basati sui dati di fatto. "La verità è il partito" dicevano i comunisti in quegli anni. "Sto con la verità anche contro il mio partito" dicevano i parlamentari dell'Arel...». Il che, sia pure espresso con tale candore, cominciò subito a suscitare sospetti nella de, appunto, per non dire di gruppi Sopra, Beniamino Andreatta. A lato, Mino Martinazzoli trovò una scrivania Mino Martinazzoli non più ministro e non ancora segretario della de. Qui, tra un convegno contro l'assistenzialismo e un altro per la deregulation, Andreatta tentò invano di ritardare e bloccare lo scisma di Segni. Qui è partita, infine, la candidatura di un altro illustre «arenano» come Romano Prodi. integralisti che ne ricavarono la riprova, finalmente, del Grande Complotto Scristianizzatore. Come che sia, il progetto era quello di collegare la cultura libe ral al filone popolare di un grande partito di massa come la de. Presto, però, i tecnocrati «hiltoniani» si sciolsero e l'Arel rafforzò sempre più la sua identità di centro studi raccordato con la parte più aristocratica della sinistra de. Qui Filippo CeccarelK 4

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