Vaccinazioni dov'è oggi la frontiera

l Vaccinazioni dov'è oggi la frontiera l Vaccinazioni dov'è oggi la frontiera Lchelatobat S ro capacità di immunizzare: da ll di Anna Buoncristiani O studio dei vaccini è ormai una scienza a sé, tanto che si può parlare di '(vaccinologia». Qual è, oggi, lo stato dell'arte? Abbiamo prima di tutto vaccini fatti con batteri uccisi (tifo, pertosse, colera) o vivi attenuati (il Bcg, contro la tubercolosi), o da tossine batteriche rese atossiche (difterite, tetano). Poi i vaccini costituiti da virus, anch'essi suddivisibili in gruppi: virus uccisi (polio per iniezione, influenza, rabbia) e virus vivi attenuati, che devono moltiplicarsi nell'organismo per stimolare le reazioni immunitarie (polio per bocca, morbillo, roso'ia, parotite). I meccanismi dell'immunità acquisita con le vaccinazioni sono analoghi a quelli che l'organismo mette in opera per lottare contro le aggressioni batteriche o virali. La prima somministrazione suscita una debole risposta di anticorpi, la seconda una produzione di anticorpi rapida, intensa e prolungata. Supporto della formazione di anticorpi sono i linfociti B, ma intervengono anche i linfociti T, ai quali è legata la memoria immunologica, che condiziona qualità e durata della vaccinazione. L'immunologia ha insegnato che gli antigeni, ossia gli stimolatori degli anticorpi, non sono i batteri o i virus interi bensì porzioni molto piccole, molecolari, del loro rivestimento, chiamate «determinanti antigenici». Da queste molecole sono costituiti vaccini contro pneumococchi, meningococchi, haemophilus influenzae, e un nuovo vaccino contro la pertosse. Un progresso sono anche i vaccini combinati, somministrabili con una sola iniezione, quali difterite, tetano, pertosse o morbillo, rosolia, parotite. Si sta valutando la possibilità di portare la combinazione a 6 vaccini, riducendo così il numero delle sedute vaccinali e delle iniezioni. L'elenco dei vaccini obbligatori e facoltativi raccomandabili è ormai tale che occorrerebbero nel primo anno e mezzo di vita del bambino 30 e più sedute. Si stanno inoltre ricercando prodotti che rafforzino la reazione immunitaria in maniera aspecifica e possano essere utilizzati in tutti i vaccini. Che si può dire dunque dello stato attuale della vaccinologia ' Le vaccinazioni sono un'amia preventiva molto importante nella politica sanitaria d'un Paese: sono dovuti alle vaccinazioni lo sradicamento del vaiolo e la scomparsa quasi ovunque della polio. Rimane però il fatto che l'efficacia dei vaccini non ò assoluta. Studi epidemiologici dimostrano che certi vaccini, efficaci in alcune regioni, non lo sono in altre, a causa di differenze genetiche delle popolazioni o di fattori ambientali. Verso la fine degli Anni 70 l'avvento della biologia molecolare e i progressi delle tecniche di ingegneria genetica fecero sperare in rapidi passi avanti nelle vaccinazioni. Questo ottimismo era sostenuto dal successo del vaccino contro l'epatite B, nel quale l'agente immunizzante è una proteina dell'involucro virale sintetizzata con i metodi del Dna ricombinante. Ma questo successo è rimasto isolato. In certi casi poi l'infezione naturale non produce immunità, come avviene per l'Aids e la malaria, e ciò compromette la speranza di preparare un vaccino. L'Aids ci mette di fronte ai limiti dei nostri mezzi attuali. L'obiettivo prioritario è rendere ampiamente disponibili i vaccini di collaudata efficacia, attendendo che le conoscenze di immunologia e di biologia molecolare consentano di mettere a punto nuovi vaccini. a \ Ulrico di Aichelburg

Persone citate: Anna Buoncristiani, Ulrico Di Aichelburg