Tornano gli spot con il contagocce

Referendum, sì alla campagna elettorale in televisione: spazi e prezzi uguali per tutti Referendum, sì alla campagna elettorale in televisione: spazi e prezzi uguali per tutti Tornano gli spot, con il contagocce Non più di dm al giorno, ecco la nuova «par condicio» ROMA. Non piace a nessuno il nuovo regolamento del Garante sugli spot referendari. Che in realtà innova ben poco rispetto a quello vecchio, scritto in base al decreto Gambino sulla «par condicio», prima della fatidica sentenza della Consulta che ha esteso l'uso della pubblicità a tutta la campagna referendaria, fino a ieri vietata negli ultimi 30 giorni. Tanto che, alla fine, con i 2 spot al giorno per referendum concessi ad ogni «parte», succederà che delle osannate o vituperate reclame politiche, per un motivo o per un altro, in onda ne andranno davvero pochissime. Delusi sono quanti (il Polo, la Fininvest) si aspettavano che, dopo il pronunciamento dell'Alta Corte, gli spot potessero inondare liberamente i teleschermi (la Rai da sempre esclude la pubblicità elettorale). Un indispettito comunicato Fininvest parla addirittura di «ulteriore progresso nell'ormai irrefrenabile corsa alla limitazione del diritto alla libera espressione del pensiero». Ma anche più furiosi sono coloro (il centro sinistra, il comitato del Sì) che chiedevano prezzi degli spot limitati ai «costi di produzione», vale a dire pari al 10% del listino. Mentre Santaniello ha deciso - ed è l'unica vera novità del regolamento - che le tariffe che ciascuna emittente può stabilire, «non eccedano il limite del 35% dei prezzi di listino della pubblicità tabellare», cioè della pubbicità comune. In altre parole, lo sconto per gli spot referendari è salito dal 50% (primo regolamento) al 65% (nuove norme). E sembra molto. Se non fosse che i prezzi di listino sono puramente teorici, e nella pratica valgono di solito tariffe ben più basse - fanno notare quelli del «Sì». I quali, non a caso, parlano di «tariffe esose» e di «regalo a Berlusconi» e arrivano a chiedere l'intervento del Governo, Contenti non sono neppure gli anonimi funzionari dell'ufficio del Garante, da due mesi diventato bersaglio di critiche e lazzi. Che si affannano a spiegare il senso del regolamento. NUMERO SPOT. L'articolo 7 stabilisce che il numero massimo degli spot ammissibili ogni giorno «non può essere superiore a 2 per ogni schieramento del sì e del no». Dunque 4 spot al giorno che, moltiplicati teoricamente per gli 11 referendum, fanno 44 spot giornalieri. «E tuttavia - spiega l'anonimo funzionario - non è detto che un'emittente debba parlare di tutti i referendum: la sua è una scelta autonoma». Tanto che la Fininvest, nella sua offerta di spazi, aveva già deciso di limitarsi ai soli tre quesiti sulla legge Mammì. Escludendo persino il referendum sulla Rai. Vedremo se cambierà idea. PAR CONDICIO Tariffe (e polemiche) a parte, il nuovo regolamento va oltre quello vecchio fissando minuziosamente le modalità della messa in onda. Gli spot - che «non possono contenere slogan denigratori» né «durare più di 45 secondi», dovranno essere trasmessi dalle 13 alle 14 e dalle 18 alle 23, in spazi appositi, distinti da quelli della pubblicità normale, e «non contigui a essa». Ogni passaggio è contato comunque nel numero degli spot consentiti. Ancora. I messaggi che riguardano lo stesso quesito, andranno trasmessi nella stessa fascia oraria. Non solo. Gli spot prenotati da opposti schieramenti devono essere mandati in onda «in modo alternato» - tipo uno per Sì, un altro per il No. E non basta ancora. Se un giorno si comincia con quello a favore del No, l'indomani si dovrà fare l'inverso, e via alternando. E se i «poveri» del Sì non riuscissero a mettere insieme i soldi per confezionare le reclame e prenotare gli spazi? Risposta: «L'emittente trasmetterà solo quelli del No». Alla faccia dell'alternanza e della par condicio. Ma non sembra una prospettiva realistica. Alla fine, dopo tanti strepiti, fra collette e donazioni, il Comitato per il Sì sembra che si stia muovendo per non restare indietro nella corsa al voto. E avrà i suoi bravi spot. Addirittura d'Autore. Nessuna commistione con la pubblicità commerciale. I Gli spot sui referendum non devono essere accostati ai messaggi pubblicitari. SPOT E PUBBLICITÀ' possono contenere slogan denigratori» né «durare più di 45 secondi», dovranno essere trasmessi dalle 13 alle 14 e dalle 18 alle 23, in spazi appositi, distinti da quelli della pubblicità normale, e «non contigui a essa». Ogni passaggio è contato comunque nel numero degli spot consentiti. Giuseppe Santaniello A destra: il regista Gabriele Salvatores rD Giuseppe Santaniello A destra: il regista Gabriele Salvatores Salvatores o Benigni registi dello spot D'Alema boccia il Cavaliere-Pinocchio

Persone citate: Berlusconi, Contenti, D'alema, Gabriele Salvatores, Giuseppe Santaniello, Mammì, Santaniello

Luoghi citati: Roma