Scrollata di Rominger Chiappucci cede

7Q0 Giro IO" d'Ita d'Ita All'elvetico sono bastati 19 km a cronometro per dare una lezione a tutti: il padrone è già lui Scrollata di Rominger, Chiappucci cede Si difende Fondriest, delude Berzin ASSISI DAL NOSTRO INVIATO E dire che Toni Rominger è una persona gentile, piena di attenzioni, incapace di far male a una mosca. Quando non va in bicicletta. Ieri, disgraziatamente per il Giro d'Italia che, perduto Pantani, cercava un prezioso indennizzo, non soltanto pedalava ma era alle prese con una tappa a cronometro, il più gradito dei suoi pasti agonistici. Addentriamoci dolenti tra i cippi di coloro che lo svizzero trentaquattrenne nato in Danimarca (il padre, minatore, andò laggiù a lavorare) ha spietatamente ridotto in trucioli. Qui giace, ciclisticamente parlando, Claudio Chiappucci: distacco,in 19chilometri, l'51". Una prece. Qui riposa l'orgoglioso russo Evgeni Berzin: distacco 55" e, poco distante da lui, lascia i suoi ammiratori desolati il lettone Ugrumov: l'08". Tenendo conto del modo in cui Rominger e il 78° Giro d'Italia hanno subito fraternizzato, i 47" presi da Fondriest e i 51" rimediati da Casagrande rappresentano il fuscello al quale aggrapparci per non cadere nella tentazione di rifare le valigie. Un filo di mannaia s'è abbattuto sul collo di Chiappucci il quale, oltre ad aver clamorosamente ceduto a Rominger, ha mollato mezzo minuto a Cipollini, un velocista. Coraggio, restano ancora 85 chilometri da gareggiare a cronometro. L'opinione di Moser è che Rominger concluderà le operazioni solitarie accumulando un vantaggio di 6'. In una tetra domenica di fredda e sgarbatissima pioggia, il fiore della pianta del ciclismo svizzero ha iniziato - sforzatevi di crederci - la sua fatica prendendosela comoda. Curve abbordate piano, pianissimo: a metà percorso Fondriest lo precedeva di ben sei secondi; Casagrande di tre. Chiappucci gli era alle spalle di appena cinque secondi, Berzin di due. I guai cominciavano al decimo chilometro e proseguivano, lievitando, in salita, quattro chilometri durante i quali Rominger era così impegnato nel martellamento dei rivali che neppure l'apparizione di una Sharon Stone diciannovenne lo avrebbe distolto dal suo compito. Chiappucci, il primo ad assumere il ruolo dell'incudine, percorreva tramortito l'ultima parte del tragitto. Berzin si affidava alla classe, non alla forma che ha precaria: una sommessa, fragile difesa. Fondriest, che risulterà il primo degli italiani, e Casagrande il primo dei giovani di roseo futuro, erano immersi fino al collo in uno sforzo che gli sbiancava le labbra. Un applauso di stima. Qual è, se esiste, il punto debole di Rominger? E' effimero il suo stato di grazia? In una competizione di ventidue giorni, una cotta, magari in montagna, nessuno può escluderla. Capitò perfino a Merckx (un Tour duellato con lo spagnolo Ocana) di dover chinare la fronte in alta quota. Siamo dunque a questo: il mas- simo nemico dello svizzero è da considerare lo svizzero stesso. E il suo carattere? Non è di cemento. Gradisce pochissimo le vesti del dominatore imbattibile, lo innervosisce il pensiero di dover confermare ogni giorno la propria superiorità. Insomma, o si scolla da solo o siamo a una speranza meno solida d'un grissino. Su, non drammatizziamo, il Giro è uno dei tanti giochi dello sport. Vogliamo, tanto per alleggerire il tema, dare un'occhiata alla fisiognomica? Come asserisce Francesco Moser d'accordo con Le Brun, che era il pittore del Re Sole, la faccia conta. Prendiamo, ad esempio, l'apertura dell'angolo facciale: classifica l'acutezza di un umano e quindi anche di un corridore ciclista. Tale apertura collocherebbe Rominger tra i più felicemente adeguati a cogliere e a sfruttare i momenti decisivi della gara. Però, non risulta da meno l'angolo di Casagrande. Passando alle teste, quella leonina di Cipollini non concede spazio a dubbi: è un cacciatore di traguardi di pianura, gli è negata una proficua ubicazione in classifica generale. Pazienza. La nasologia è un ramo importante della fisiognomica. Sterne rapportava la dimensione dei nasi al seno morbido o sodo delle balie nel quale il naso dei poppanti avrebbe potuto più o meno comodamente affondare. Non vi sono balie in bicicletta e neppure poppanti al Giro d'Italia, ma basta trasferirci da Sterne a Orazio, perché ci sia consentito affermare, secondo gli approfondimenti del sommo poeta, che il naso di Fondriest è deciso segnale di forza e di coraggio, una premonizione di successi. Da quanto sopra è dunque lecito dedurre che il ciclismo italiano è fisiognomicamente tutt'altro che battuto. E così, attingendo ristoro e consolazione in una scienza precorritrice della psicologia, attendiamo fiduciosi una conferma nelle prossime tappe. Gianni Ranieri Rominger festeggia sui podio: ora guida la classifica con 43" su Fondriest ireuterj Fondriest in azione sotto la pioggia: si classificherà al terzo posto [foto ansa) 7Q0 Giro IO" d'Ita d'Italia

Luoghi citati: Assisi, Danimarca, Italia