La dittatura di Conchita

36 In soli due set la Martinez conquista il terzo successo consecutivo agli Internazionali d'Italia La dittatura di Conchita Nel derby spagnolo batte la Sanchez ROMA DAL NOSTRO INVIATO Le sue gambotte corte sembravano non toccare terra. Arancita ansimava e correva come una trottola da una parte all'altra del campo, a inseguire la pallina che quella birbona di Conchita le piazzava negli angoli più lontani. La sfida spagnola è durata 85 minuti, due set e via, quasi a voler sfuggire alla pioggia che secondo abitudine ha costretto le due giocatrici, sul 4-3 per Martinez nella prima partita, ad una sospensione di quasi due ore. Conchita ha vinto il torneo per la terza volta consecutiva, eguagliando il record di Margaret Court e Chris Evert, bella compagnia, ma Arancita Sanchez, malgrado la batosta, è risalita al vertice delle classifiche mondiali scavalcando Steffi Graf: se ci mettiamo anche i soldini del premio, 148 mila dollari alla vincitrice (circa 240 milioni di lire) e 59 mila alla sconfitta (100 milioni), le cose tutto sommato non sono andate malaccio per le grandi di Spagna, divise da tenace rivalità malgrado le formali attestazioni di reciproca stima. Le due ragazze sono profondamente diverse. Conchita è nata a Monzon, sulle montagne di Huesca e porta dentro di sé i silenzi e le timidezze delle sue origini. Studia psicologia, è riservata e discreta, legata alla bella Gigi Fernandez, dicono, da un soli- do rapporto affettivo. Però le piacciono anche il calcio e le Harley-Davidson, l'altra faccia della sua complessa personalità. Arantxa invece è estroversa e allegra, ultimo rampollo di una famiglia ricca e borghese e con il destino segnato dal tennis. E' nata a Barcellona quasi per caso, visti i continui spostamenti per motivi di lavoro del padre Emilio, ingegnere delle acque, e gira il mondo in compagnia della mamma Marisa, custode della sua vita da zingara e anche dei miliardi ben riposti nelle banche di Andorra, dove la giovanotta ha la sua residenza per ovvie ragioni di fisco. «Ho sbagliato troppo e non sono riuscita a giocare profondo» ha detto la Sanchez cantando le lodi, fra i denti, della vittoriosa rivale: brava lei, onore al meri¬ to. Arancita ha commesso 45 errori non forzati, e Conchita, ole, ha sparato lungo e forte specie di dritto. Tutta qui la partita. «Le palle erano pesanti per l'umidità, con il sole avrei giocato meglio» ha detto la Martinez andando giù dura: non le è bastato vincere in campo, ha voluto stravincere anche in conferenza stampa. Conchita, per la verità, ha un sacco di buoni motivi per fare la ruota. Sulla terra rossa, che è il suo amore, ha ottenuto la 23a vittoria consecutiva, il che vuol dire un filotto di 4 tornei in bacheca (Hilton Head, Amelia Island, Amburgo e adesso Roma) e tre soli set ceduti da quando al suo fianco, come coach, c'è il brasiliano Carlos Kirmayr, il quale in passato, guarda un po', è stato anche allenatore di Ga¬ briela Sabatini e Arancita Sanchez. Quella del coach, specie nel tennis femminile, è una figura particolare: una sorta di ombra psicologica, più che un maestro di tecnica. Per dirla in due parole, è quasi il sostituto del padre, o del fidanzato, una guida. Diciamo questo perché Conchita, da quando ha cambiato cavaliere, si è come trasformata. Prima dicevano che era pigra e distratta, quasi succube dell'olandese Eric Van Harpen, un tipo tosto, forse troppo, che sussurrano usasse le maniere forti per guidare la sua giovane allieva fra i tortuosi sentieri del tennis professionistico. All'inizio della stagione Conchita, numero 4 al mondo, ha scelto Kirmayr e le cose sono cambiate, anche se non va dimenticato, giusto per non far torti, che la spagnola, con l'altro, ha vinto ben 17 tornei, compreso il trionfo dell'anno scorso sull'erba sacra di Wimbledon. Ma adesso, è la verità, il gioco di Conchita è migliorato. La timida montanara è diventata più consapevole e aggressiva, i suoi colpi hanno guadagnato in potenza e precisione. Ha personalità, carattere, sa lottare e soffrire: se una volta era pigra, questo accadeva molto, molto tempo fa. Cario Coscia Finale: Conchita Martinez batte Arantxa Sanchez 6-3, 6-1. M Gaudenzi (a fianco) affronterà nel primo turno il russo Olhovsky. A sinistra la Martinez dopo la vittoria

Luoghi citati: Amburgo, Andorra, Barcellona, Italia, Roma, Spagna