filarmonica si chiude in bellezza

Spettacoli Cronaca Una crescita artistica e di pubblico per la stagione al Conservatorio Fl hd bll Filarmonica, si chiude in bellezza Kovatchev dirige l'ultimo concerto dell'Orchestra Si è conclusa al Conservatorio la stagione sinfonica dell'Orchestra Filarmonica di Torino che segna due punti importanti a proprio favore: il miglioramento artistico e l'accresciuta affluenza del pubblico. Per l'anno prossimo le anticipazioni sul cartellone promettono una crescita ulteriore. Torino possiede ormai due stagioni sinfoniche regolari che, se opportunamente coordinate nella scelta dei programmi, potrebbero dividersi il repertorio, coprendo settori diversi e offrendo al pubblico la più vasta possibilità di scelte che sia dato avere in una città italiana. La Rai potrebbe puntare sulla letteratura sinfonica e corale meno frequentata, dando lo spazio dovuto alla musica moderna e contemporanea; la Filarmonica garantire l'esecuzione dei classici; e i nuovi concerti del Lingotto offrire avvenimenti di eccezione, spaziando in ogni settore del repertorio, dall'antico al contemporaneo. Se a questo panorama si aggiunge un Teatro Regio i cui spettacoli salgono continuamente di qualità, la stagione cameristica dell'Unione Musicale, di ottimo livello, il festival Settembre Musica e una serie di società minori con concerti in città e in cintura, dire che Torino è divenuta una delle città musicalmente più vive d'Europa non è un'utopia. Nel concerto di chiusura della Filarmonica, si segnala la buona prestazione del direttore Julian Kovatchev che ha aperto con il «Notturno» in sol maggiore di Martucci, pioniere della diffusione della musica sinfonica europea nel nostro Ottocento dominato dal teatro d'opera: nel «Notturno» si sente il ricordo dell'«Idillio di Sigfrido», e si respira un'aura di dolcezza raffinata che deriva dai francesi, Massenet in testa. Seguivano i «Kindertotenlieder» di Mahler, eseguiti con accorata intensità dal mezzosoprano Gisella Pasino, una voce calda lievemente a disagio nelle zone acute, ma capace di cogliere l'intimità di queste pagine in cui Mahler ha presagito lo strazio della sua tragedia familiare. La morte dei bimbi di cui si canta nei testi di Rueckert impone all'orchestra sonorità cameristiche, un malinconico ramificarsi di linee melodiche che scendono lentamente, come lacrime su di un volto armo- nioso: e i solisti della Filarmonica le hanno rese con la delicatezza dovuta. Nella seconda parte la tromba di Ercole Ceretta ha dato vita al Concerto di Sandro Fuga e la bacchetta di Kovatchev alla Terza Sinfonia di Schubert che, in bilico tra Haydn e Rossini, comincia a lasciar apparire i tratti della sua personalità specie nell'Allegretto, che è già un inconfondibile «momento musicale». Successo vivo. Paolo Galla rati L'ultimo concerto dell'Orchestra Filarmonica di Torino ha riscosso un grande successo

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