E in cardiochirurgia Torino batte Milano

E in cardiochirurgia Torino batte Milano Ma le attese sono ancora troppe E in cardiochirurgia Torino batte Milano 77 «centro» delle Molinette supera il Niguarda ed è il primo in Italia Qualcosa si muove sul fronte della cardiochirurgia. Alle Molinette il centro è diventato il primo d'Italia, davanti al Niguarda di Milano. Purtroppo i 1.300 interventi previsti nel '95 (circa 1.900 nelle strutture pubbliche della Regione) si scontrano con una necessità annua stimata in 3.500. Meno rassicuranti altre notizie: i centri di Cuneo, Alessandria e del Mauriziano, pur finanziati, restano nei progetti; il reparto di Novara lavora ancora sotto tono. I viaggi all'estero, l'utilizzo delle strutture private e le migrazioni dei malati verso altre regioni continuano. Così come il lavoro per quei bravi chirurghi che oggi, non utilizzati appieno dalla Sanità pubblica, trovano spazio e soldi nelle cliniche private. Eppure qualcosa è stato fatto negli ultimi anni, in particolare alle Molinette, per togliere dall'emergenza la cardioerdrurgia. «Nel '92 le sale chirurgiche erano 2, oggi sono 4, in grado di assicurare 25 interventi la settimana oltre alle emergenze» spiega il direttore sanitario, Giulio Fornero. Per un cardiopatico che necessita di intervento chirurgico la strada è tutta in salita. Dice uno specialista: «Le carenze strutturali e logistiche sono ancora troppe. Si parte dalla non perfetta organizzazione delle liste d'attesa alla mancanza di posti letto nelle rianimazioni sia perché sono pochi sia a causa del loro utilizzo per le lungodegenze». Anche su questi ultimi due problemi alle Molinette si sono Giulio Fornero dir ttore sanitario fatti passi in avanti. «In particolare c'è l'aumento dei posti di terapia intensiva, passati da 9 del '92 ai 16 attuali - spiega Fornero -. Ma non è tutto. Abbiamo anche comunicato alle varie usi che, superato il momento critico del dopo-intervento, devono riprendersi i malati lungodegenti e consentirci così di utilizzare al meglio i posti». Inoltre non sarà possibile inviare, come è avvenuto di recente, malati alle Molinette senza un accordo preventivo con i medici della cardiochirurgia. Mentre la Sanità pubblica cerca non senza difficoltà una soluzione all'emergenza, i privati non stanno a guardare. In questo quadro c'è l'iniziativa della clinica «Villa Maria Pia». Da qualche mese i suoi amministratori hanno deciso, applicando una norma della «Finanziaria», di ritenersi accreditati automaticamente al Servizio sanitario nazionale. Non chiedono soldi ai malati e mandano la fattura, alla Regione. Quest'ultima non paga, minaccia azioni legali, lancia diffide e non accetta l'interpretazione data alla legge dallo stesso Ministero. Ma «Villa Maria Pia» prosegue l'attività. E c'è chi progetta di costituire una cooperativa tra cardiopatici e familiari per l'acquisto e la gestione di una clinica privata da adibire ad interventi di cardiochirurgia. «Di sicuro ci sarebbe il sostegno di qualche banca - spiega - e riusciremmo a dimostrare che, volendo, è possibile uscire dall'emergenza». Adriano Provera Giulio Fornero direttore sanitario Nel '95 alle Molinette sono previsti 1300 interventi di cardiochirurgia

Persone citate: Adriano Provera, Fornero, Giulio Fornero

Luoghi citati: Alessandria, Cuneo, Italia, Milano, Novara, Torino