Ma Tullio del Paradiso non teme la pubblicità di Alain Elkann

Ma Tullio del Paradiso non teme la pubblicità L'attore difende i suoi spot: «Blasfemi? No, la Chiesa li approva» Ma Tullio del Paradiso non teme la pubblicità DOMENICA CON TULLIO SOLENOHI T! ULLIO Solenghi, marito fedifrago della Marchesini nella finzione del film-tv «La rossa del Roxy bar», mangia velocemente un toast e beve un analcolico e dice: «Siccome sono uno che si è fatto una famiglia per viverla, ho avuto delle fighe per stare con loro, quando lavoro mi sento in crisi: per "La rossa" sono stato autore, regista, montatore e attore, finendo con l'essere occupato più di dodici ore al giorno. Così si dimenticano gli affetti per sette, otto, nove settimane. Certo, non vorrei lamentarmi troppo perché è comunque un periodo creativo». Solenghi, la sua vita privata com'è? «Non ci sono delle rosse! E' una vita abitudinaria per me che sono un attore. Di solito si pensa che l'attore viva in modo irregolare. Io invece sono abitudinario, vivo a Roma con una moglie, due figlie, una cagnetta yorkshire e una suocera. Faccio quello che fa un padre normale: accompagno le fighe a scuola. La sera sto a casa, in pantofole, leggo, chiacchiero; insomma, una vita normale. Lei è genovese? Viveva sempre cosi? «Anche a Genova avevo una vita abitudinaria, ma più grigia. A Roma c'è più attività e poi i genovesi sono chiusi». E' chiuso lei? «No, assolutamente; ma sono solo genovese di nascita, di sangue sono emulano da parte di padre e di madre, quindi più aperto, solare, disponibile. Però, detto questo, sono innamorato di Genova e dei genovesi. Vorrei andare al mare fi. Ho un buco sulla passeggiata Anita Garibaldi di Nervi che mi riconcilia con la natura. Mi piace da lì guardare il mare, soprattutto in tempesta». Quando nacque il Trio LopezSolenghi-Marchesini? «Il Trio è nato nell'82. Lasciai la vita di single per fondare il Trio». Ma perché l'avete sciolto? «Non è sciolto, è venuta l'esigenza a Massimo Lopez per un'estate o due di ballare per conto suo ma siamo rimasti tre». Due di voi in pubblicità? Solenghi-Lavazza, Lopez-Sip Telecom? «Sì, rimarremo due. La Marchesini ha l'idiosincrasia per la pubblicità. Ce l'avevo anch'io finché non ho trovato un'idea che sciogliesse le mie riserve, quella dello Studio Testa. Così mi sono concesso» (ride e dice: tra virgolette). Gli spot non li scrive lei? «Sì, collaboro anch'io. Ho sempre preferito scrivere le cose che faccio». Perché personaggi come San Pietro e Leonardo? «Sono i primi per il Paradiso, molto frequentato. Il prossimo forse sarà Gilda (Rita Hayworth). E poi altri. L'idea è di sdrammatizzare l'aldilà per renderlo un po' più al di qua». Cosa ne pensa la Chiesa? «Il progetto è stato sottoposto al vaglio di alcuni prelati che non hanno trovato nulla da ridire. Il messaggio non è blasfemo». Lei non ha paura che lo spot Lavazza, o comunque fare uno spot per molto tempo, rischi di identificare l'attore con il prodotto? «Sicuramente questo pericolo c'è, però penso che non sia più come una volta. Prima si veniva ghettizzati. Oggi si fa cinema, pubblicità, di nuovo cinema. Vedi per esempio De Sica, Abatantuono. Non ci sono più compartimenti stagni. L'identificazione col prodotto va bene se c'è sempre uno sketch, un'invenzione attorno al messaggio pubblicitario. Del resto la gente mi telefona, mi ferma e s'informa sul Paradiso, su chi saranno i prossimi ospiti». Guadagna molto con questi spot? «Sì, il giusto». La cosa la rassicura? «Sì, ma non l'ho cercato come rassicurazione. Sono stato due anni a scrivere un film con Anna Marchesini e ho vissuto con i miei risparmi. Non ho mai avuto l'angoscia di guadagnare. In tempi non sospetti, come Trio rifiutammo l'assalto di Berlusconi che ci offriva tre volte tanto, ma siamo rimasti alla Rai». Lei è un uomo di sinistra? «Sì, sono progressista». Ha simpatia o antipatia per Berlusconi? «Ho simpatia come imprenditore e antipatia come politico»;. Crede in Telesogno, in Costanzo e Santoro? «Sicuramente le persone che parlano di Telesogno le stimo molto, sono attendibili, ma vorrei che Telesogno non si confondesse con Teleutopia. Ci vuole un potere economico forte e in quel caso Telesogno diventerebbe condizionata e quindi Telerealtà». E' un po' passato il momento dei comici? «E' passato il momento della comicità di un certo tipo. Adesso va di moda il film che deve sorprendere e commuovere. Ma io non mi sento un comico, mi definisco attore brillante. Sta venendo, credo, l'era dell'attore brillante. Per fortuna». Alain Elkann «Il Trio non è finito Massimo Lopez si è preso soltanto una piccola vacanza» TMzrmu A fianco Tullio Solenghi, sotto Anna Marchesini, in basso Lopez

Luoghi citati: Genova, Roma