Disarmare gli eserciti e armare i privati?

a | 1BAdm1 LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. Disarmare gli eserciti e armare i privati? Come non violento Egr. sig. Del Buono, ho letto su La Stampa di oggi le lamentele con le quali il Capo di Stato Maggiore generale Bonifazio Incisa di Camerana piagnucola che, se venisse approvata la riforma dell'obiezione di coscienza, l'esercito rimarrebbe svuotato di reclute. Come non violento, provo soddisfazione nell'csservare che tanti giovani ogni anno preferiscono svolgere un servizio socialmente utile piuttosto che imparare a uccidere. Se l'esercito ha bisogno della coercizione per rimpolpare le sue file, ciò significa che in Italia si è sviluppata una notevole cultura di pace. A tale progressiva debolezza delle strutture armate non corrisponde però un eguale ridimensionamento delle spese che annualmente esse assorbono. Nel 1993 gli italiani hanno utilizzato più di 24.000 miliardi per la Difesa; tra gli originali modi in cui tali soldi sono stati spesi vorrei citare il capitolo 1105 del bilancio della Difesa che stanziava un centinaio di miliardi per scopi diversi, dal «trasporto quadrupedi» alle spese «per l'atterraggio degli aerei militari all'estero». Contemporaneamente, non si riuscivano a trovare settanta miliardi per gestire più di trentamila giovani che svolgevano il servizio civile. Domando, perciò, se nella stesura della prossima legge finanziaria, non sia possibile eliminare almeno parzialmente le spese per le strutture armate, a favore della soluzione di problemi più urgenti per il nostro Paese, quali la sanità e l'occupazione. Sergio Albesano Torino Uccidere è pazzesco Gentile sig. Del Buono, risponderei, qualora lei permettesse, alla signora Alba Rocco della cui replica alla mia lettera sui Partigiani, comparsa oggi nella sua rubrica, è certo impossibile non apprezzare la grande lezione d'umanità, secondo cui non c'è una guerra «peggiore» d'altre, lo rimango in ogni caso della mia opinione di cui non ho bene spiegato, l'ammetto, il motivo nella prima lettera, in quanto mi pareva sottinteso: la seconda guerra mondiale, che riesco a scrivere soltanto in lettere minuscole resta, come l'ho definita, la «più terribile di tutte le guerre» perché nessun'altra sin qui ha ucciso così tanti esseri umani; ben cinquanta milioni, secondo le stime più comunemente accettate... Mi riferivo, dunque, solo ai numeri. Dice questo, gentile signora Rocco uno a cui sembra pazzesco che si possa uccidere o voler uccidere anche solo un essere umano, quindi non certo un guerrafondaio, si rassicuri: non riesco a leggere nemmeno la cronaca nera. Per quanto io creda che nemmeno lei, quella sospirata mattina di maggio, avrebbe tirato fiori sulla Bismark che aveva distrutto in pochi secondi oltre duemila vite o a Midway sulle portaerei giapponesi autrici della spaventosa strage, oltretutto a tradimento per gli orribili «codici d'onore bellici» (e ho conosciuto chi la definiva «un capolavoro militare», capisce?) di Pearl Harbour: tutte navi pericolosissime per la pace utilizzate da chi non la voleva, bombardate senza risparmio né vigliaccherie né ingiustificati scrupoli e colate a picco grazie proprio a gente forse anche più pacifica di me, ma che alla pace voleva tornare presto, il più presto possibile, come avrei desiderato certo anch'io, e, se il prezzo di questa doveva essere per forza di cose quel «fare a pezzi» chi non la voleva, pur se a lei non troppo gradito nella mia lettera, non vedo in quale altro modo sarebbe stato possibile comportarsi! Dice questo, aggiungo, uno che, se non esistesse il potere delle armi e se venisse automaticamente un infarto a ogni essere umano sul punto di commettere un atto di violenza (inclusi quelli che maltrattano i figli, è ovvio), danzerebbe dalla gioia, indipendentemente dalla propria laurea in Medicina e Chirurgia. Glielo assicuro. Per concludere, direi che ha perfettamente ragione quando sostiene che odio e vendetta debbono venir sostituiti e sconfitti dalla collaborazione per un mondo e un'Italia migliori. Persone come lei sono preziose più d'altre, credo... dott. Alessandro Trìpi Modena Non sono un grafomane Gentile sig. Del Buono, non sono un grafomane, ma, se non posso esprimere liberamente ciò che penso, a volte mi chiedo a cosa serve la mia esistenza, che cos'abbia di diverso da quella di milioni di esseri umani che hanno lavorato e creduto nei valori che questa società ha insegnato fin dai banchi di scuola. L'articolo di Emanuele Novazio: «Conferenza sul clima - Limiti all'anidride carbonica - Tutto rinviato al '97» mi ha ricordato Beppe Grillo che sbeffeggia la società dei consumi e accusa l'industria di tener chiuse nei cassetti le invenzioni che danneggerebbero la politica dei consumi (es. il tagliaerba a cellule solari, ecc.). Mi ha ricordato che una decina d'anni fa o poco più, per un breve periodo ci fu una pubblicità sui giornali di un orologio (Eberhard) che funzionava sul principio della capsula barometrica, praticamente a moto perpetuo. E' sparito, non è mai esistito! E' piccola cosa, è vero, ma ciò avvalora la «campagna» di Grillo, che tutti dovremmo sostenere, anzi farne un movimento politico in difesa del cittadino burlato, sfruttato e tenuto nell'ignoranza da un giro d'affari che guida questo mondo precario sull'orlo del collasso, in equilibrio instabile, per lo sfruttamento indiscriminato tra politica economica, commercio, consumi..., e rifiuti di ogni specie che avvelenano il mondo, già drogato dalle emissioni ed esalazioni di ogni motore a scoppio e a reazione che aumentano incessantemente di numero. Tra economia ed ecologia non ci dovrebbe essere antagonismo, come fa capire il Cancelliere Kohl, è una semplice questione d'intelligenza, ma occorre darsi da fare e fare prtesto prima che questa sparisca dalla faccia della Terra! Giulio Mantovani, Carmagnola Compatibilmente con lo spazio Signor Del Buono, le scrivo perché lei, a detta di parecchia gente, è l'unica persona di cui ci si può fidare, compatibil¬ mente con lo spazio che le è concesso. Da un paio d'anni a questa parte, c'è una palese ostilità da parte delle Prefetture a rilasciare porto d'arma per difesa personale a gente di provata stima e notorietà, a meno che non si riesca a provare di essere usciti incolumi da un conflitto mirato alla propria persona. L'azione di difesa che ognuno può tentare, a scopo intimidatorio, per questi burocrati da strapazzo, non esiste per niente. Per cui subire le azioni criminali di gentaglia che non ha nulla da perdere o fare II fuorilegge dicendo a se stesso che è molto meglio un pessimo processo che un fastoso funerale! Prego di omettere la mia firma. Scarabocchio, Cuneo Eppure c'è un filo Sbaglierò come sempre, eppure mi pare che ci sia un filo più o meno impalpabile tra queste lettere (la seconda delle quali un poco ostica alla comprensione) dall'esortazione al disarmo delle masse all'invocazione al riarmo privato. Tempi nostri. [o.d.b.]

Luoghi citati: Camerana, Carmagnola, Italia, Modena, Torino