Majakovskij autopsia numero 2

il caso. Finalmente i rapporti dei servizi segreti sulla morte del poeta il caso. Finalmente i rapporti dei servizi segreti sulla morte del poeta Majakovskij, autopsia numero 2 Non fu suicidio, ma delitto ordinato dal potere? MOSCA UICIDIO «romantico» o «politico»? Oppure è stato un omicidio ordinato dal- l'Ogpu, il Kgb degli Anni 30, per eliminare un poeta che rifiutava il silenzio? A più di sessantanni da quel 14 aprile 1930 quando Vladimir Majakovskij si è sparato un colpo al cuore il mistero rimane. Non aiutano a risolverlo nemmeno i documenti dell'inchiesta che l'Ogpu svolse sulla morte del poeta rivoluzionario e che sono appena usciti da quella miniera di segreti che è l'archivio del presidente Eltsin. Il primo verdetto dell'Ogpu fu subito: «Suicidio per motivi privati». Più che alle indagini la polizia politica di Stalin era interessata alle reazioni suscitate da quella morte clamorosa. E l'incartamento 0229 contiene una nutrita collezione di rapporti: dagli agenti che riportano i pettegolezzi tra la folla («si è ammazzato per una donna, perché aveva la sifilide, perché si drogava con la cocaina») a delatori d'eccezione come «Arbuzov», di cui pubblichiamo accanto brani di una relazione. Non sappiamo chi si nasconda dietro questo pseudonimo, ma dal linguaggio disinvolto, dalla libertà nel riferire opinioni e fatti è chiaro che si tratta di uno scrittore, di uno del giro, che faceva la spia per l'Ogpu (il suo rapporto porta il numero 46). E il rapporto di «Arbuzov», osservatore sensibile e intelligente, rivela molto sull'atmosfera di quegli anni al tramonto delle grandi battaglie letterarie, con l'ombra del «grande fratello» sempre più presente. La morte di Majakovskij è vista come la fine di un'epoca e suscita gli stessi sentimenti in scrittori e poeti «proletari» come Bagrizkij e Alexej Tolstoj, il «conte rosso» che non mancava mai ai ricevimenti al Cremlino, e quelli malvisti dal potere, come Pasternak e Bulgakov. E dopo la morte del «rosso» Majakovskij proprio il «bianco» e «controrivoluzionario» Bulga- kov viene indicato come la prossima vittima, un altro corpo estraneo che il sistema repressivo nascente avrebbe rigettato. Dalla cartella verde proveniente dagli archivi di Boris Eltsin mancano però molte cose. Nessuno sa di preciso quali, né quando sono andate perdute. Mancano soprattutto tracce della pistola con la quale Majakovskij si è sparato il colpo fatale, uno solo, con l'unica pallottola che c'era nel caricatore, la roulette russa. La direttrice del museo Majakovskij, Svetlana Strizniova, ha avuto dagli archivi la Browning del poeta e la pallottola estratta dal suo cuore. Si è affrettata a ordinare una perizia balistica. Risultato: la Browning non c'entra niente, il colpo era partito da una Mauser del 1914. E in effetti ai piedi del corpo era stata trovata una Mauser che però nessuno ha più rivisto. Non figura in nessun documento dell'Ogpu, che pure era noto per la sua pedanteria. Forse è stata fatta sparire o si è persa. Ma è possibile anche che qualcuno l'ha presa «per ricordo» e che un giorno verrà ritrovata sul caminetto di un salotto della Mosca bene oppure a un'asta internazionale. Anna Zaf esova Rimane il mistero della pistola che lo uccise: trovata e subito scomparsa Rimandella pche lo utrovatae subitNell'immagine grande Vladimir Majakovskij. A destra Stalin. Sotto Boris Pasternak con la moglie Nell'immagine grande Vladimir Majakovskij. A destra Stalin. Sotto Boris Pasternak con la moglie

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