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Un esordiente «nella mischia» Un esordiente «nella mischia» Zanasi da Modena alla Croisette con un film da meno d'un miliardo SROMA Vignola, il paese vicino a Modena dove ha vissuto fino a pochi anni fa, lo attende una scrivania nuova di zecca coperta di cellophane: «Mio padre fa l'assicuratore e così mio fratello più grande; il terzo, nello studio dove lavorano insieme, dovevo essere io, ma le cose sono andate diversamente». Colpa, o merito, dell'amore per il cinema che ha portato Gianni Zanasi, trent'anni da compiere in agosto, aria mite e pensosa, lontano dal suo paese, prima a Roma e adesso al Festival di Cannes. Contro ogni previsione il suo primo lungometraggio, intitolato Nella mischia e prodotto da Gianluca Arcopinto insieme con la società «Pupkin Film» creata apposta dal regista, è stato selezionato per la «Quinzaine des réalisateurs». «E' stata una gran bella sorpresa - commenta -, sono contento, soprattutto per le persone che hanno lavorato al film. Credo che quella dei selezionatori sia stata una scelta coraggiosa: io la leggo come una pacca sulla spalla di chi, come me, vuol provare a fare un cinema personale. Certo, trovarsi a esser presi sul serio fa un effetto piacevole, ma non è che a questo punto io mi sia convinto di aver fatto un capolavoro». Interpretato da non-attori, costato meno di un miliardo, girato in sette settimane nella zona tra il Quadraro e Cinecittà, il quartiere dove il regista ha vissuto appena arrivato a Roma, Nella mischia descrive la crescita e quindi il cambiamento di un gruppo di ragazzi nell'arco di tre anni. «Ho tentato - spiega Zanasi - di trovare un equilibrio mescolando vita vera e invenzione». Al Festival ci saranno gli interpreti del film, vari componenti della troupe, i genitori e il fratello del regista, i suoi amici: «Sarà - sorride Zanasi - una specie di pullman di Prodi versione Cannes». Fulvia Caprara La «Croisette» di Cannes