Una nonna nelle mani dell'Anonima

L'agguato nei pressi di una base d'addestramento della polizia. La vittima è titolare di un'azienda agricola L'agguato nei pressi di una base d'addestramento della polizia. La vittima è titolare di un'azienda agricola Una nonna nelle mani dell'Anonima Donna di 67 anni rapita vicino a Oristano ORISTANO. C'era una lacuna negli annali della criminalità isolana: nella sua lunga, barbara storia l'Anonima sequestri ha rapito allevatori e industriali, commercianti e professionisti, mamme e ragazze, perfino la moglie di un ex presidente del Consiglio regionale, mai una nonna. Da ieri - festa della mamma - è caduto anche quest'ultimo tabù: Vanna Licheri, 67 anni, sposata, madre di quattro figli che le hanno dato tre nipotini, è stata presa in ostaggio da un commando che l'attendeva nelle campagne di Abasanta, paese di duemila abitanti in provincia di Oristano. E' la terza vittima in mano dei malviventi, in Sardegna. L'agguato è scattato alle prime luci dell'alba nell'azienda agraria della donna, a pochi chilometri dal centro di addestramento delle teste di cuoio della polizia, a un passo dalla base dei Cacciatori di Sardegna, corpo scelto dei carabinieri nato per combattere i ladri di uomini. Sfida di una malavita che ha da tempo perso ogni forma di rispetto anche nei confronti del sesso debole, una volta intoccabile. E' stato tutto facile, o quasi, per l'Anonima, viste le abitudini della vittima. Come ogni giorno, intorno alle 4,30, nonna Vanna è saltata giù dal letto per recarsi nei campi che cura da una ventina d'anni, da quando è morto il padre: una trentina d'ettari ricchi di querce e lecci, 230 pecore, qualche maiale, galline; un'attività scelta per passione, non certo per produrre milioni. La donna si è infilata un paio di fuseau scuri, stivali di gomma, maglione impermeabile: era ancora buio quando, lasciata la villetta di corso Garibaldi dove abita con due figli e il marito (Luigi Leone, 76 anni, ex impiegato dell'Ispettorato per l'agricoltura), è salita sulla «Clio» bianca dirigendosi verso la zona di Serramenta, dieci minuti di macchina. Quando Vanna Licheri ha parcheggiato davanti a un caseggiato bianco, i fuorilegge le sono piombati addosso. Forse la donna ha lottato, non si sa: non è potuto accorrere in suo aiuto un dipendente, Gian Diego Dessi, 20 anni, sorpreso nel sonno dai banditi, imbavagliato, mani e piedi stretti in una morsa di fil di ferro. I fuorilegge - mascherati - hanno controllato i documenti dell'utilitaria, hanno chiesto conferma dell'identità all'ostaggio, poi l'hanno chiuso nel bagagliaio di una Thema con targa tedesca (rubata) e sono fuggiti. Imboccata la statale Carlo Felice, la vettura del commando si è diretta verso Nuoro, ma all'altezza di Ottana (paese simbolo del fallimento dell'industrializzazione in Sardegna) un pneumatico è esploso. I malviventi non hanno perso tempo a cambiare la ruota, hanno fatto irruzione in un vicino ovile e costretto un pastore a consegnare le chiavi della sua «Ritmo». Nel frattempo era scattato l'allarme. A piedi nudi, saltellando, Gian Diego Dessi aveva raggiunto una costruzione vicina a quella in cui era scattata l'imboscata, dove dormiva un altro dipendente, Antonio Manca, 67 anni. «Ho sentito bussare alla porta e ho iniziato a infilarmi gli stivali - dice Manca -. "Fai in fretta, fai in fretta", mi ha urlato il collega. Ho aperto e me lo sono trovato davanti, scalzo, legato e imbavagliato. L'ho liberato, poi siamo corsi ad avvertire il figlio minore della signora, Franco, e i carabinieri. Mi spiace, non ho sentito nulla. E' strano: i cani non hanno abbaiato». In mattinata è piombato ad Abasanta il capo della Criminalpol, Gianni De Gennaro: in un vertice con prefetti, questori, alti ufficiali dei carabinieri, si è tentato di mettere a punto una prima risposta alla nuova sfida dell'Anonima. Ma, pur confidando sull'attività degli investigatori, i parenti di Vanna Licheri sembrano sperare in un ripensamento dei banditi. Il sindaco di Abasanta, Ferdinando Pinna, nipote della rapita, ha preferito parlare di un possibile errore da parte dei fuorilegge: «La famiglia di zia Vanna - ha detto - è nelle stesse condizioni di altri 80100 nuclei di piccoli allevatori di Abasanta. Se non hanno sbagliato bersaglio vuol dire che qui siamo tutti sequestrabili. Hanno preso una mamma, una nonna che fa il formaggio e la ricotta con le sue mani per migliorare l'esistenza dei suoi. Quelli che l'hanno rubata sono dei sublimi imbecilli o dei caini, che non sanno quello che fanno. A meno che non intendessero spostare l'attenzione di polizia e carabinieri da altre zone della Sardegna. Ma se l'ipotesi è vera, credo che quanto prima la rilasceranno». Corrado Grandetto

Luoghi citati: Nuoro, Oristano, Ottana, Sardegna