Ammazza dopo 15 anni l'amante della moglie

Cronache Spedizione di morte da Cagliari a Grosseto Ammazza dopo 15 aani l'amante della moglie // tradimento di lei lo ossessionava La vittima era consigliere comunale GROSSETO. Portava un'ossessione indelebile nella mente, l'ossessione di un tradimento lontano, dimenticato dagli stessi ex amanti dai quali, dopo 15 anni, lui ancora pretendeva una sorta di risarcimento. Infine, per cancellare quell'onta, ieri mattina Antonio Picciau, tecnico minerario, 46 anni, ha ucciso l'antico spasimante della moglie. Prima un colpo di pistola andato a vuoto, poi tre coltellate, al petto, all'addome, alla gola. Le urla della vittima hanno fatto accorrere qualche impotente soccorritore, perché il delitto si è comunque consumato in un piccolo negozio, a pochi passi dal duomo di Massa Marittima. Senza via di scampo, dopo anni di persecuzioni e minacce, il «colpevole», Fabio Paradisi, 47 anni, consigliere comunale, è mòrto dissanguato tre ore dopo il ricovero in ospedale. Aveva un bambino di otto anni, una moglie, Simonetta Galgani, segretaria in una scuola media, un negozio e una vita ormai serena dopo i lontani travagli dei primi anni di matrimonio. Paradisi, che aveva militato nell'arcipelago dei verdi e che da due giorni si era insediato in Comune dopo la sua elezione in una lista di centro-sinistra, commerciava in pietre dure. I coniugi Picciau li aveva conosciuti nel 1979. Venivano da Cagliari i Picciau. Antonio era disoccupato e come tanti sardi aveva raggiunto la Maremma in cerca di fortuna. Ne aveva trovata poca, appena sufficiente presso una ditta di apparecchiature telefoniche. Soluzione momentanea, che si protrasse fino all'82 quando la coppia, insieme con i tre figli, decise di tornare a Cagliari. Ma il fattaccio, il tradimento, nel frattempo era stato consumato. Non si sa quanto intensa sia stata la relazione tra il Paradisi e la signora Picciau. Non lasciò certo tracce nella vita dell'uomo; lei invece, portò con sé, in Sardegna, il rimpianto per quell'amore im¬ possibile. Una silenziosa, quotidiana angoscia che purtroppo il marito finì per avvertire. Così giorno dopo giorno, e per cinque lunghi anni, lui tormentò, minacciò, violentò fino a strapparle la più scoperta confessione. Tutto volle sapere, i particolari di ogni incontro, i dettagli dell'intimità, la tensione dell'ultimo saluto. Dettaglio su dettaglio la furia cresceva, la vita insieme si faceva impossibile. La donna trovò finalmente il coraggio di andarsene di casa. E allora la sete di vendetta si concentrò sull'ex amante, Paradisi. Picciau cominciò a colpirlo con sistematiche, martellanti minacce telefoniche. Impaurito, il consigliere comunale si rivolse più volte ai carabinieri, presentò esposti, cambiò numero telefonico, si fece cancellare dall'elenco. Ma Picciau non si rassegnava. Il resto è cronaca degli ultimi giorni. L'11 maggio, ormai potenziale omicida, l'uomo si imbarca su un traghetto a Cagliari e con l'auto sbarca a Civitavecchia. Raggiunge Follonica, dove crede che il rivale eserciti la professione di commerciante. Ma sbaglia, il negozio è della sorella e del cognato di Paradisi i quali, del tutto inconsapevoli dei fatti, danno a Picciau l'indirizzo della vittima. Ieri mattina il sardo arriva al negozio nel centro storico di Massa Marittima e affronta il rivale: «Ridammi mia moglie o ti ammazzo». Alcuni passanti daranno questa e altre drammatiche ravvicinate testimonianze. Paradisi tenta la fuga, ma il locale è piccolo, la porta bloccata dal sardo. Che spara, ma la pistola si inceppa. Lui non s'arrende, ha con sé anche un coltello. Assale e colpisce con decisione. Quando un vigile urbano e un agente della Stradale riescono a entrare Picciau alza le mani: «Va bene, mi arrendo, tanto ormai è tutto finito». Donatella Bartolini

Luoghi citati: Cagliari, Civitavecchia, Follonica, Grosseto, Massa Marittima, Sardegna