Se la terra appartiene a Babele

Se la terra appartiene a Babele Se la terra appartiene a Babele / titoli di proprietà, rebus della Città Santa LA LITE SECOLARE TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Nell'aprile del 1990 la comunità greco-ortodossa stava celebrando le festività pasquali quando centocinquanta coloni ebrei penetrarono nell'ospizio di San Giovanni, nel quartiere cristiano della Città Vecchia, sostenendo di esserne divenuti i legittimi proprietari. La transazione, spiegarono, era avvenuta fra un armeno che vi risiedeva, Martyros Matossian, e la società panamense Corporation Cbc, di cui loro erano i rappresentanti in Israele. Il patriarca greco-ortodosso Diodoro I cadde dalle nuvole e chiese al tribunale di Gerusalemme di far sgomberare gli intrusi. Cinque anni dopo i coloni sono ancora nell'ospizio, mentre i tribunali israeliani stanno ancora cercando di far luce sull'intrigo internazionale. Di episodi del genere Gerusalemme ne colleziona uno al giorno. La confisca di 53 ettari di terre dei villaggi palestinesi di Beit Hanina (Gerusalemme Nord) e Beit Safafa (a Sud) è stata discussa venerdì al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il progetto (che pare rientrato) di costruzione di una strada su terre del convento salesiano Cremisan, a Sud di Gerusalemme, ha richiesto venerdì un chiarimento ad alto livello fra Israele e la Santa Sede. La terra scelta per ospitare una eventuale ambasciata degli Stati Uniti nella Città Santa appartiene - hanno detto giovedì fonti arabe - al Waqf, l'Ente per la protezione dei beni islamici. I modesti lavori di ristrutturazione nella Orient House - sede a Gerusalemme Est di istituzioni palestinesi - hanno provocato la settimana scorsa una mini-crisi nelle relazioni fra lo Stato ebraico e l'Autorità palestinese di Yasser Arafat. Nelle settimane passate, inoltre, il ministro degli esteri russo Andrei Kozyrev ha ordinato un censimento dei beni della Chiesa russa a Gerusalemme. Di recente anche il ministro egiziano degli Esteri, Amr Mussa, ha avuto modo di interessarsi di «questioni municipali» di Gerusalemme facendo un sopralluogo al Santo Sepolcro, dove i religiosi copti egiziani rivendicano il controllo del complesso di Deir el-Sultan, due cappelle occupate da monaci etiopi. Nel 1853 le lotte per il controllo del Santo Sepolcro furono sullo sfondo della guerra di Crimea. In questo secolo la più modesta lite fra copti egiziani ed etiopi è stata ricca di colpi di scena internazionali. Nel 1961 le autorità giordane di Gerusalemme assegnarono Deir el-Sultan ai monaci etiopi, ma pressioni egiziane su Amman ribalta¬ rono la situazione. Nel 1967, con l'occupazione della Città Vecchia, Israele mostrò maggiore simpatia verso le tesi dell'amichevole Hailé Selassié che non a quelle di Gamal Abdel Nasser: nel 1970 i monaci etiopi sostituirono così i lucchetti di Deir el-Sultan e sbarrarono l'accesso ai copti egiziani. La rivoluzione marxista del colonnello Menghistu a Addis Abeba (1975) e la visita del presidente egiziano Anwar Sadat a Gerusalemme (1978) crearono un nuovo contesto al litigio, che è tuttora irrisolto. Spesso per dirimere le liti di proprietà nella zona a Nord-Ovest della Città Vecchia (quella prescelta come area di sviluppo nella seconda metà dell'Ottocento dalle potenze europee) occorre sentire il parere di esperti in «firmani» (i decreti del sultano) dell'epoca ottomana o di storici capaci di stabilire chi siano oggi i legittimi eredi degli ospizi «Nicolai» e «Principe Serghei» fatti costruire cento anni fa dallo Zar. Molto più netta (anche se sempre controversa) la situazione creatasi a Gerusalemme Est dopo la Guerra dei sei giorni (1967). Con l'annessione della parte araba, l'area municipale di Gerusalemme è passata da trentottomila dunam (3800 ettari) a centodiecimila. Da allora, i vari governi israeliani hanno confiscato a Gerusalemme Est ventiquattromila dunam per costruirvi trentatremila unità abitative popolate oggi da centocinquantaquattromila ebrei. In questi anni il numero degli abitanti arabi di Gerusalemme Est è pure fortemente aumentato: ma i rioni palestinesi sono caratterizzati da sovraffollamento e da costruzioni abusive (in mancanza di un piano regolatore municipale). Ieri il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Shimon Peres, ha assicurato che il municipio di Gerusalemme cercherà di tenere a cuore anche le esigenze della popolazione araba della città. Di fronte al peso delle statistiche, le probabilità che i palestinesi si accontentino di queste promesse non sono molto alte. Aldo Baquis Grotta di Geremia Chiesa di S. Anna Chiesa delia Flagellazione Convento dette suor? di Sion Santo Sepolcro Santuario detta Roccia Chiesa del Redentore Cittadella [torre di Davidi Moschea dì Àt-Aqsa 10 Cattedrale di S. Giacomo 11 Abbaia dei Riposo 12 Tomba di Davide ~~\ 13 Chiesa de! Salvatore 14 Muro dal Pianto 5# 15 Basilica dall'agonia 15 Giardini di Getsemani CITTA' NUOVA A Knesset [Pariarnento] B Mausoleo YadYashem Z Grande sinagoga 0 Casa d'oriente E Chiesa di Nostra Signora F Municipio Armeno re&alMon,e ,,„„,.,_,., del Tempio | l^^sgl Musulmano