Bomba al plutonio contro Kohl di Emanuele Novazio

«E' stato lui a ordinare agli 007 di metterlo su un jet Lufthansa da Mosca» «E' stato lui a ordinare agli 007 di metterlo su un jet Lufthansa da Mosca» Bomba al plutonio contro Kohl Lo Spiegel: del finto traffico sapeva tutto BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Helmut Kohl sapeva, denuncia 10 «Spiegel», ed è un'accusa capace di far tremare la Cancelleria: il traffico di plutonio, materiale di base per le armi atomiche, e il sequestro di un grosso quantitativo su un jet della «Lufthansa» in arrivo dalla capitale russa - scrive il settimanale di Amburgo - sono stati organizzati dai servizi segreti di Bonn, il «Bnd», con l'approvazione del Cancelliere. Un'approvazione precedente o immediatamente successiva ai fatti, in ogni caso un assenso pieno. Il giornale si riferisce alle dichiarazioni rese da Bernd Schmidbauer, coordinatore dei servizi segreti presso la Cancelleria, durante una seduta segreta della commissione parlamentare di controllo. Schmidbauer avrebbe ammesso che Kohl era al corrente di tutto. Imbarazzo e nervosismo erano tangibili, ieri a Bonn: fino alla tarda serata la Cancelleria rifiutava qualsiasi commento, mentre il leader del gruppo parlamentare socialdemocratico, Peter Struck, invitava Kohl a prendere posizione. «Meglio parlare adesso che aspettare le conclusioni della commissione del Bundestag - suggeriva Struck ■•. In quella sede la verità salterà comunque fuori». Mentre al tribunale di Monaco si è da poco avviato il processo ai tre spacciatori arrestati subito dopo il sequestro della «valigia atomica» - 363 grammi di plutonio imbarcati a Mosca, 11 10 agosto dell'anno scorso, all'insaputa dell'equipaggio - lo scandalo rischia dunque di fare vittime illustri. Dopo le prime rivelazioni su una vicenda che, fra l'altro, ha sollevato l'indignazione dei piloti della compagnia di bandiera, era già sotto accusa il capo del «Bnd», Konrad Porzner, che avrebbe ammesso di conoscere la data dell'operazione di contrabbando pur negando qualsiasi responsabilità nell'organizzazione. Sul banco degli accusati, adesso, c'è Helmut Kohl in persona: il Cancelliere, secondo la ricostruzione dello «Spiegel», avrebbe dato il proprio assenso a un'operazione ad alto rischio - per le decine di passeggeri e le migliaia di persone presenti all'aeroporto - non soltanto per dimostrare il pericolo di contrabbando atomico dalla Russia. Ma anche per trarne benefici elettorali, alla vigilia del difficilissimo voto di ottobre, grazie al ritorno d'immagine che l'operazione avrebbe garantito al governo in carica. Subito dopo il sequestro finirono in carcere a Monaco un contrabbandiere colombiano, Justiniano Torres Benitez, che aveva imbarcato la valigia col plutonio, e due complici spagnoli che lo aspettavano in città. Secondo i documenti in possesso dello Spiegel, confermati da altri resi noti ieri dalla Bild Zeitung, tutti e tre lavoravano per i servizi segreti di Bonn o erano comunque stati coinvolti nella vicenda da informatori del Bnd, che per montare una operazione di contrabbando fasulla avrebbe speso trecento milioni di lire. Il quotidiano cita un ordine di servizio interno preparato dal Bnd nell'agosto del '94, un'implicita ammissione: «Nessuna novità a proposito di persone interessate all'acquisto. Il mercato sembra continuare ad avere soltanto una parte offerente, eccezion fatta per la comparsa delle autorità inquirenti in quanto parte interessata all'acquisto». Il «mercato nero del plutonio» insomma, al quale le autorità tedesche hanno fatto spesso riferimento, non esisteva per mancanza di acquirenti. Restava il pericolo rappresentato daH'«offerta»: secondo la Bild i servizi tedeschi sapevano che plutonio di origine russa «era a disposizione di acquirenti senza scrupoli», grazie alla disponibilità di «personalità di alto rango provenienti da ministeri, ambasciate, imprese e istituti di ricerca russi e di altri Stati dell'ex Unione Sovietica». Emanuele Novazio Qui sopra la valigia piena di plutonio e a sinistra il cancelliere Helmut Kohl

Luoghi citati: Amburgo, Bonn, Monaco, Mosca, Russia, Unione Sovietica