Argentina Menem ci riprova

Oggi si vota, i sondaggi gli danno oltre dieci punti sul rivale, il candidato del centrosinistra Bordón Oggi si vota, i sondaggi gli danno oltre dieci punti sul rivale, il candidato del centrosinistra Bordón Argentino, Menem ci riprova Favorito per il secondo mandato da Presidente SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO Il presidente argentino Carlos Menem assicura di aver già deciso come occupare il suo tempo libero, nel 1999. «Mi dedicherò al teatro - ha annunciato, ricordando i suoi trascorsi giovanili di attore di provincia -. Poi, nel 2004, tornerò alla Casa Rosada». Da buon politico, arrivato alla dirittura finale di una campagna elettorale meno facile del previsto, Menem neppure ammette l'ipotesi di una sconfitta nelle Presidenziali di oggi. E a meno di sorprese, in effetti, Menem sarà rieletto Presidente senza neppure bisogno di un ballottaggio. La riforma elettorale approvata lo scorso anno prevede, oltre alla possibilità di disputare due mandati presidenziali consecutivi (caso unico in America Latina), che venga proclamato vincitore al primo turno il candidato che ottenga più del 45% dei voti validi, o più del 40% dei voti ma con un distacco di almeno dieci punti sul secondo collocato. Tutti i sondaggi resi pubblici negli ultimi tre giorni danno al presidente peronista uscente tra il 45,5 e il 47,5%, contro una media del 33% del secondo candidato, l'outsider José Octavio Bordon, ex governa¬ tore (peronista) della provincia di Mendoza, alla guida di un cartello di forze di centrosinistra, il «Fronte paese solidale» (Frepaso). Horacio Massaccesi, candidato dell'Unione civica radicale (Ucr) dell'ex presidente Raul Alfonsm, il più tradizionale partito argentino, non dovrebbe ottenere più del 16%. Il resto si disperderà tra i molti candidati minori, che vanno dal regista Fernando Solanas al colonnello carapintada Aldo Rico. La campagna elettorale si è chiusa venerdì con comizi poco affollati e appena un incidente di rilievo: ignoti hanno saccheggiato ed incendiato due comitati elettorali del Frepaso. Più che per le strade, i tre candidati principali hanno passato le ultime giornate tra un programma tv e un altro, non esitando di fronte a niente: confessioni intime in diretta, di¬ mostrazioni di abilità canore e culinarie, baci a bambini e vecchiette. Unica sorpresa: l'annuncio di Maradona che voterà per Menem, dopo che nei mesi scorsi aveva assicurato che il suo cuore batteva a sinistra. Una campagna elettorale normale, insomma, persino un po' noiosa. Nulla o quasi ricorda le travolgenti passioni dell'83, quando l'Argentina usciva ferita dalla dittatura e dalla triste avventura delle Malvinas, e incoronò Alfonsin; e neppure quando, nell'89, il Paese scommise sui peronisti ed elesse Menem, a quei tempi ammantato in un poncho e con basettoni da gaucho. Nel 1989, però, l'inflazione sfiorava il 5000% l'anno, gli affamati davano l'assalto ai supermercati e i militari golpisti alle caserme. Sei anni dopo, Menem usa abiti di buon taglio, l'inflazione è stabiliz- zata a livelli europei - 4,5% l'anno - e un peso vale per legge un dollaro. Una situazione che dura dal 1991, quando Menem varò il piano di stabilizzazione economica elaborato dal ministro dell'Economia Domingo Cavallo. Da allora, in tutte le elezioni intermedie, gli argentini hanno votato per i peronisti, pensando al portafogli più che alle ideologie, e oggi con ogni probabilità accadrà lo stesso. Sia Bordon che Massaccesi, peraltro, hanno annunciato di voler mantenere inalterate le basi del programma economico di Cavallo, e soprattutto la parità peso-dollaro. I punti di differenza sono altri: la lotta alla corruzione e alla disoccupazione, che ha toccato il 14%: gli argentini senza lavoro oggi sono oltre due milioni. E dopo la bancarotta messicana del dicembre scorso, l'economia del Paese è in serie difficoltà. Negli ultimi cinque mesi, secondo dati riportati dai giornali argentini, hanno chiuso i battenti 20 mila piccole industrie e 30 mila esercizi commerciali, mentre 70 delle 120 banche operanti nel Paese sono sull'orlo del fallimento. Per Menem, vincere le elezioni di oggi potrebbe essere la parte più facile. Gianluca Bevilacqua Si presentano anche (senza speranze) il regista Solanas e il colonnello golpista Aldo Rico Maradona giurava di stare a sinistra ma a sorpresa annuncia-, voterò per Carlos Hi 16%. Il resto si disperderà tra i molti candidati minori, che vanno dal regista Fernando Solanas al colonnello carapintada Aldo Rico. La campagna elettorale si è chiusa venerdì con comizi poco affollati e appena un incidente di rilievo: ignoti hanno saccheggiato ed incendiato due comitati elettorali del Frepaso. Più che per le strade, i tre candidati principali hanno passato le ultime giornate tra un programma tv e un altro, non esitando di fronte a niente: confessioni intime in diretta, di¬ toni da gaucho. Nel 1989, però, l'inflarava il 5000% l'anno, gdavano l'assalto ai supei militari golpisti alle caanni dopo, Menem usbuon taglio, l'inflazioneII cenBairesuna bdella E' suleconosi giola sfidtra M(in alte il suavverBordo(foto PBaPerón idolo delle argenin qucampelettoè soltun paricord II centro di Baires e sotto una bidonville della capitale E' sulla economia che si gioca la sfida tra Menem (in alto) e il suo avversario Bordon (foto piccola) Perón idolo delle folle argentine in questa campagna elettorale è soltanto un pallido ricordo

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