Nessun colpevole per il caso Aversa

Ribaltata la sentenza di primo grado: assolti i due uomini accusati di aver ucciso il poliziotto e la moglie Ribaltata la sentenza di primo grado: assolti i due uomini accusati di aver ucciso il poliziotto e la moglie Nessun colpevole per il caso Aversa Catanzaro, smentita la supertestimone CATANZARO. «Per non avere commesso il fatto»: le parole di Domenico Pudìa, presidente della Corte d'assise d'appello di Catanzaro, risuonano in un'aula che fino a quel momento ha vissuto sei ore di attesa. Renato Molinaro e Giuseppe nizzardi, nella «gabbia» degli imputati, si scambiano uno sguardo che dice tanto. Poi scoppiano a piangere e si abbracciano, tendendendo, attraverso le sbarre, le mani verso i parenti. Da ieri sera, Molinaro e Rizzardi si sono scrollati di dosso l'accusa di essere stati i killer di Salvatore Aversa, il sovrintendente di polizia, massacrato, con la moglie Lucia Precenzano, nel gennaio di tre anni fa, a Lamezia Terme. Una sentenza che ha spazzato quella di primo grado, che aveva condannato Molinaro a 25 anni di reclusione e Rizzardi al carcere a vita. Una sentenza che non dà un volto agli assassini di Aversa e che segna il destino di un'altra protagonista, Rosetta Cerminara, 25 anni, la ragazza che è stato il principale testimone d'accusa e che i giudici di seconda istanza hanno ritenuto inattendibile. Strano destino, quello di Rosetta Cerminara che, per ciò che ha fatto, è stata anche premiata dal Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, che in questo modo ne ha riconosciuto l'alto contributo ai fatti di giustizia. Non è pentita, ma vive nascosta, lontano dai suoi parenti, molti dei quali hanno fatto capire che con lei non vogliono avere più nulla a che fare. Rosetta ha detto di avere riconosciuto Renato Molinaro (con il quale aveva avuto, fino a un anno prima dell'omicidio, una storia finita bruscamente) e Giuseppe Rizzardi, poco dopo il feroce assassinio di Salvatore Aversa e Lucia Precenzano. Una testimonianza precisa, con le luci à prevalere - questo ritennero i giudici del primo processo - sulle ombre, che pure c'erano, che sono rimaste e che certamente hanno contribuito all'assoluzione di ieri. Ma l'istruttoria, se aveva indicato nei due imputati i presunti assassini, non aveva chiarito, né la causale del duplice omicidio, né - fatto rilevante chi poteva esserne stato il mandan¬ te. Su questo, peraltro, la procura di Catanzaro è tornata con una nuova inchiesta che poteva bloccare (ma la Corte d'assise d'appello lo ha impedito) il nuovo processo. Tra verbali di deposizione non allegati - che avevano oscurato una prima tornata del procedimento, che è stato necessario ripetere - e furibonda battaglia fra le parti, la vicenda di Molinaro e Rizzardi si è forse conclusa. Non sono loro i mostri che, nelle ore che seguirono al loro arresto, gli investigatori dipinsero. Una sentenza assolutoria lascia sempre degli interrogativi, gli stessi che i difensori degli imputati - Armando Veneto e Pino Zofrea - hanno rilanciato, rivendicando «un'inchiesta sull'inchiesta» e chiedendo che chi ha calunniato e chi di queste calunnie si è servito sia punito. Il procuratore geneiale, Murane, gli avvocati di parte civile, prima di commentare la sentenza ne vogliono leggere le motivazioni. Ma l'espressione con la quale hanno accolto la doppia assoluzione la dice lunga sulla loro sorpresa. Ma ora che fine farà Rosetta? E' una domanda non da poco, perché la sentenza, se manda assolti gli imputati, non spiega - né poteva farlo - cosa ne sarà di questa ragaz¬ za che da tre anni vive la vita di un'altra. Quale sarà la sorte di una persona che, fino a quando le sue accuse erano ritenute attendibili dai giudici, aveva su di sé la protezione delle Forze dell'ordine, ma che ora attendibile non lo è più? Di tornare a Lamezia Terme non se ne parla, perché in tanti non hanno dimenticato quello che ha fatto. A cominciare dal padre che, nel corso del primo processo, disse di non condividere la decisione della figlia di parlare. «Cose come queste - disse l'uomo - a Lamezia non erano mai successe». Diego Minuti La ragazza era stata anche premiata dal presidente Scalfaro per il contributo all'inchiesta Renato Molinaro Sopra Salvatore Aversa con la moglie

Luoghi citati: Aversa, Catanzaro, Lamezia Terme