Menem: amo ancora Zulema di E. St.

Confessione in tv alla vigilia del voto Baires, il Presidente ha ottenuto il divorzio il mese scorso Menem: amo ancora Zulema Confessione in tv alla vigilia del voto BUENOS AIRES. Il presidente argentino Carlos Menem, che cerca domani la rielezione per quattro anni, ha rivelato la notte scorsa di amare ancora la moglie da cui ha ufficialmente divorziato la scorsa settimana. Partecipando ad un programma televisivo di prima serata, il Capo dello Stato ha rivelato di dormire da solo, spiegando allusivamente però che «ci sono cose che riguardano l'erotismo del potere e che non si possono raccontare». Probabilmente avvertendo di aver «osato» troppo con la sua dichiarazione, il Capo dello Stato ha corretto il tiro e ha aggiunto: «Amo Zulema e questo amore devo rispettarlo». Menem ha sposato 25 anni fa Zulema Yoma, ma la relazione si è deteriorata dopo la vittoria elettorale del 1989, fino a quando il Capo dello Stato ordinò nel 1990 agli agenti della sicurezza presidenziale di espellere la consorte dalla residenza comune. Il mese scorso, pochi giorni dopo la morte del figlio Carlos in un incidente di elicottero, è stata ufficializzata la sentenza di divorzio. Dopo i comizi e le ultime apparizioni tv dei candidati alla presidenza, in Argentina si osservano 48 ore di silenzio e riflessione prima del voto di domani. Si vota anche per il rinnovo del Parlamento, dei governatorati, dei Consigli regionali e comunali. Ma tutta l'attenzione è concentrata sul duello fra il presidente Carlos Menem, candidato a un secondo mandato, e José Ottavio Bordon, ex giustizialista che si è presentato per la coalizione di centrosinistra Frente Pais Solidario (Frepaso). Menem ha chiuso la campagna elettorale alla guida di un corteo di automobili che ha per¬ corso la zona Sud del cordone industriale intorno a Buenos Aires. Si è detto certo della vittoria e ha ripetuto che una sua sconfitta porterebbe l'economia alla rovina. La scelta è semplice, ha dichiarato Menem: «Me o il caos». Anche Bordon ha concluso la campagna elettorale attraversando con un corteo di automobili gran parte dei quartieri della capitale. Il suo slogan è stato fino alla fine: «Ho le mani pulite». E fino alla fine ha chiesto agli elettori un «voto senza paura». Il terzo candidato, Horacio Massaccesi dell'Unione Civica Radicale (Ucr), ha invece preferito concentrare i suoi ultimi sforzi su cinque città dell'interno. A tutti gli eventi di chiusura della campagna elettorale la partecipazione popolare è stata massiccia, anche se di molto inferiore a quella del 1983, quando il Paese andò alle prime elezioni democratiche dopo il crollo della dittatura. Menem ha puntato molto sui successi ottenuti durante il suo primo mandato. Quando si insediò nel 1989 l'inflazione annua toccava il 5000 per cento. Ora l'Argentina vanta una sostanziale stabilità valutaria, quattro anni di crescita e un'inflazione al 3,9 per cento. «Abbiamo posto fine alla decadenza e alla paralisi. La gente non è stupida e non vuole tornare al passato. O me o il caos», ha affermato in un'intervista al quotidiano Clarin. I sondaggi lo danno al 40-45 per cento, contro il 32 del candidato di centrosinistra e il 15 di Massaccesi. Probabile il ballottaggio. [e. st.]

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