Stragi di hutu ogni giorno nelle carceri

8 La Croce Rossa Stragi di hirtu ogni giorno nelle carceri NAIROBI. Ogni giorno nelle prigioni ruandesi muoiono decine dei 40.000 hutu detenuti perché sospetti di aver partecipato ai massacri del 1994. Ne dà notizia a Rigali il Comitato Internazionale della Croce Rossa, precisando che nei 150 centri di detenzione le condizioni di vita sono disastrose, soprattutto a causa della sovrappopolazione. Intanto a Butare, nel Sud del Ruanda, continuano ad arrivare feriti (con colpi di machete o d'arma da fuoco) sfuggiti dal campo profughi ruandese di Kibeho, dove l'esercito tutsi il 22 aprile sferrò un attacco per svuotare il centro di raccolta (circa 300 persone furono uccise). E nel vicino Burundi il governo segnala nuovi arrivi di profughi dal Ruanda. «Le dimensioni e gli scarsi mezzi del Paese, la precarietà della situazione politica e della sicurezza - ha dichiarato ieri alla radio il primo ministro burundese Antoine Nduwayo - sono tali che il Burundi sarà presto vittima della sua ospitalità». Nduwayo ha perciò rivolto un appello alla Comunità internazionale, ed in particolae alle Nazioni Unite, perché manifestino «responsabilità e solidarietà» verso il suo Paese e la popolazione. Il primo ministro ha denunciato l'attività omicida «di gruppi terroristici alla frontiera e dentro il Burundi». Nel Nord, dove sono accampati i profughi ruandesi, la sicurezza è particolarmente a rischio, così come l'ambiente (i profughi devastano le foreste per procurarsi legna da ardere e non vi sono sistemi di eliminazione dei rifiuti), mentre le risorse alimentari sono scarse per tutti. [Ansa)

Persone citate: Antoine Nduwayo, Rigali

Luoghi citati: Burundi, Nairobi, Ruanda