«Silvio, caro ex nemico mio» di Enrico Manca
«Silvio, caro ex nemico mio» «Silvio, caro ex nemico mio» Manca: sui referendum d'accordo con lui L'EX PRESIDENTE DELLA RAI Fi ACCE da No. Categoria sorprese: Enrico Manca, ex presidente socialista della Rai e rivale storico di Craxi.Lo aspetti a sinistra, con i nemici di Bettino. Spunta a destra, fra gli amici dell'amico. Lassù, sul palco berlusconiano dell'hotel Hilton, a difendere la «Mammì» insieme a postfasci, democristi e un mucchio di ex socialisti, nessuno della sua vecchia corrente, a dire il vero. Una specie di Pannella all'incontrario, anche se lui si paragona a Cossiga e fa l'incompreso. «E' impossibile essere uomini liberi, in questo Paese. Per una volta che finalmente mi prendo il gusto di dire quel che penso senza badare alla tattica, agli schieramenti... ». E sì, per una volta, e subito riaffiorano ruggini, ombre, insinuazioni: la P2, l'amicizia con Previti, quei 37 minuti di presenza-record sui canali Fininvest durante la campagna elettorale del 1988 e persino il marchio di «infiltrato», che un anonimo corsivista democristiano del «Popolo» gli incollò addosso nel novembre di quello stesso anno, il terzo dell'era manchiana in Rai. «Un'ingiustizia! Come tutti sanno, era Craxi che sosteneva la Fininvest. Vi rendete conto di cosa significava fare il presidente della Rai in quella situazione? C'erano volte in cui si arrabbiava così tanto che poi non mi parlava per tre mesi. Come quando aprimmo una rete e un telegiornale ai comunisti. Dovevate sentirlo, Bettino... Ricordo che tremava tutta viale Mazzini. Il bello è che adesso mi danno del craxiano!». Veramente le danno del berlusconiano. «Perché in due tele-referendum su quattro la penso come Berlusconi?» Ebbene sì. «Ma sugli altri due, privatizzazione Rai e spot dentro i film, siamo agli antipodi, l'ho detto in sala e mi sono beccato anche qualche rumore. Il Comitato per la difesa del servizio radiotele- visivo, composto da me, Landolfi e Babbini, non aderisce a quello di Sergio Ricossa. Nessuno lo ha fatto notare. Non ti giudicano per quello che dici, ma per dove lo dici». La società dell'immagine. «No, l'integralismo comunista. La volpe perde il pelo...» Veramente è il lupo che lo perde. Anche perché «la vope», diceva Craxi, sarebbe lei. «Io sono criticissimo nei confronti del Polo. Ma dall'altra parte c'è l'egemonia del pds. Sono felice che i comunisti siano diventati socialdemocratici, vorrei solo che non demonizzassero chi lo era già molto prima di loro». Lei dice «comunisti». Come Berlusconi. «Guardi che con Silvio non siamo mai stati amici. La mia Rai gli fece una guerra dura». Non era Agnes a farla? «Erano Manca e Agnes. Io e il direttore generale andavamo sempre d'accordo». E con Berlusconi? «Come no! Appena litigai con Baudo a proposito della tv nazionalpopolare, Berlusconi si mise in mezzo e me lo fregò, portandoselo alla Fininvest!» Però oggi i vostri interessi, o almeno le idee, coincidono. «Mica tutte. Sugli spot nei film, che lui considera irrinunciabili, io sono contrario. Da presidente Rai riuscii a impedire che il tg della notte interrompesse ^Intervista» di Fellini. Il Maestro ne fu così colpito che in campagna elettorale firmò un appello a mio favore». Manca, non divaghi: su pubblicità e numero delle reti lei è per il più berlusconico degli «statu quo». «L'immobilismo appartiene a quelli del "sì", che hanno posizioni anti-industriali. Si attardano a discutere di tv generalista, mentre il futuro è di quelle a pagamento. Finché non si capisce questo, nessuna legge potrà inventare nuove risorse pubblicitarie, neppure per Telesogno...» Eia Rai? «La Rai è fottuta se tutti vogliono privatizzarla, persino D'Alema. Il guaio è che la materia te- levisiva è troppo tecnica e complessa. Molto più comodo rifugiarsi nelle pregiudiziali ideologiche». Come andrà a finire? «Che se il 60% degli italiani antiPolo va compatto alle urne, farà vincere i «sì» per dare una botta a Berlusconi. E la televisione italiana finirà in mano agli stranieri». E se invece vincete voi? «Il Polo e la Fininvest la prenderebbero come un'investitura popolare e il sistema si irrigidirebbe per chissà quanto tempo. Forse la cosa migliore è che non vinca nessuno, che i referendum non si facciamo proprio. L'ho scritto in un articolo per l'Unità che ho mandato dieci giorni fa a Veltroni. Non lo ha ancora pubblicato». Massimo Grarnellir.i «E' impossibile essere uomini liberi in questo Paese» ■■■■■ . ■ "■ ■ ,: '■: ;■ Enrico Manca ex presidente socialista della Rai
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