Treu: pensioni anche alle casalinghe di Raffaella Silipo

Ma l'associazione di categoria contesta il ministro del Lavoro: «Vogliamo gestirle noi» Ma l'associazione di categoria contesta il ministro del Lavoro: «Vogliamo gestirle noi» Treu: pensioni anche alle casalinghe «Gestite dall'Inps», ma è polemica ROMA. Arriva la pensione per le casalinghe? Il primo mattone è messo, ma per la casa' completa ci vorrà ancora un bel po' di tempo. E' infatti proprio l'atteso riconoscimento ai quindici milioni di «lavoratrici della famiglia» (per la precisione 9 milioni 180 mila a tempo pieno e 6 milioni a tempo parziale) la principale novità introdotta dal Consiglio dei ministri alla riforma del sistema previdenziale. Ma l'associazione di categoria non sembra entusiasta dell'idea, teme di venire legata al carrozzone dell'Inps. «Sarebbe una cosa vergognosa • commenta la presidente della Federcasalinghe Federica Rossi Gasparrini . Se si tratta di un fondo autonomo, ben venga. Altrimenti la proposta non passerà, siamo pronte a scendere in piazza con i pomodori». A dire il vero la proposta del ministro del Lavoro Tiziano Treu parla solo di «fondo speciale per le donne che non hanno rapporti di lavoro e svolgono esclusivamente mansioni di cura domestica», senza specificare quanta parte abbia l'Inps nella sua costituzione: «Abbiamo immaginato dice - una posizione mutualistica precisa per le casalinghe, utilizzando un accenno di regime che già esisteva presso l'Inps che non è mai stato attivato, cui le stesse casalinghe potranno contribuire». Coa i contributi versati, che dovrebbero essere liberi e su base volontaria, verrebbe costituito un montante gestito col metodo contributivo, «che darà diritto - spiega il ministro - a un trattamento pensionistico o a scelta, alla liquidazione del capitale finale nel caso il montante accumulato risulti troppo ridotto per garantire un assegno mensile adeguato». Chissà se il ministro si aspettava la reazione indignata della Federcasalinghe, ottocentomila iscritte pronte a trasformarsi in sindacato, riunite in questi giorni nel VII congresso nazionale. «E' una vergogna - ribadisce Gasparrini - che abbiano il coraggio di ritirare fuori un fondo gestito in modo iniquo e che ha rubato i soldi alle famiglie monoreddito». Il fondo in questione, «un fondo beffa - commenta sprezzante -, era stato istituito nel 1963 presso l'Inps. Ogni contributo versato costava da mille a ventimila lire. Oggi chi ha versato quei contributi percepisce un'indennità che va dalle settecento alle duemila lire. Se non è una vergogna questa...». E allora? Le casalinghe rilancia¬ no, con una controproposta. «Ci piace il fondo pensione e lo vogliamo autonomo. In Italia le donne oltre i 40 anni, che abbiano scelto di lavorare in famiglia, trovano il mercato del lavoro completamente chiuso e l'impossibilità di farsi una pensione». Il che è profondamente ingiusto, argomenta Gasparrini, perché la donna che gestisce bene la famiglia fa un regalo enorme alla società, «determinando in modo essenziale il livello di vita dei suoi componenti». Dunque ben venga un fondo autonomo, «gestito dalle organizzazioni di rappresentanza delle casalinghe stesse, tenendo conto che se anche i pagamenti vengono di quando in quando sospesi, i diritti acquisiti dovrebbero restare validi». Ma come costituirlo? «Con un collage di contributi: quelli derivanti dal lavoro flessibile, che quasi tutte le casalinghe fanno nella loro vita. Pretendiamo che questo tipo di lavoro entri nella nostra cultura». La maggior parte dei contributi dovrebbe provenire, spiega Gasparrini «dagli assegni di maternità; dagli stipendi dei mariti, detassati totalmente per i primi due milioni annui; dallo Stato, nel caso delle non abbienti o di chi ha a carico persone anziane: se le casalinghe non se ne occupassero, toccherebbe allo Stato, no?». Infine, anche le aziende private dovrebbero contribuire: «E sono ben orientate in questo senso, sempre se si prevede una detassazione: in fondo noi concludiamo il ciclo produttivo, non ne siamo estranee. Se l'azienda produce i pelati, noi li trasformiamo in sugo». La Federcasalinghe si fa forza dell'analoga organizzazione che già esiste e funziona in Spagna. Nonché delle proprie risorse, allenate da anni di difesa dalle facili battute dei «lavoratori fuori casa»: «Gestiamo le nostre famiglie, figuriamoci se non siamo in grado di gestire un fondo autonomo». Raffaella Silipo La Gasparrini: «Mandiamo avanti la famiglia, figuriamoci se non sappiamo organizzare il fondo» golemica La Gasparrini: «Mandiamo avanti la famiglia, figuriamose non sappiamo organizzare il fondo»

Persone citate: Federica Rossi Gasparrini, Gasparrini, Tiziano Treu, Treu

Luoghi citati: Italia, Roma, Spagna