Il Moro rinasce a San Diego

Il Moro rinasce a San Diego Il Moro rinasce a San Diego La barca trasformata in un laboratorio DALLE REGATE ALLA RICERCA SAN DIEGO DAL NOSTRO INVIATO Il Moro di Venezia e tornato a San Diego. Ma questa volta non partecipa alla Coppa America. A riportarlo nelle acque; della west coast ci ha pensato Diego Della Valle. L'inventore delle calzature Tod's ha acquistato il Moro 3 che proprio qui vinse il campionato del Mondo nel 1991 - per restituirlo a una nuova vita. L'ha trasformato in un laboratorio sperimentale galleggiante, dove testare le calzature tecniche Tod's Boat Competition che due anni fa ha ideato insieme con lo skipper Paul Cayard. Sulla leggendaria imbarcazione di 24 metri in fibra di carbonio sette professionisti, di cui due dell'ex consorzio Cardini (Gabriele Bassetti e Ulisse Vicinanzal, hanno il compito di strapazzare le scarpette e segnalarne eventuali modifiche. «Alla fine di maggio il Moro si trasferirà nel Mediterraneo, per un anno intero toccherà molti porti ospitando a bordo i giovani velisti di varie scuole e yacht club, insomma diventerà una sorta di museo sul mare», spiega Emanuele Della Valle (20 anni, figlio di Diego) capo progetto di questa operazione made in Usa su cui l'imprenditore ha investito circa dicci miliardi - che si ò rivelata di grande successo. «Alla pubblicità tradizionale che ubriaca e martella il consumatore, abbiamo preferito la via dell'evento, divtmtanto protagonisti con un veicolo di comunicazione; studiato per coinvolgere in prima persona quel pubblico che poi è il target finale del prodotto», racconta Della Valle. Diego Della Valle - unica presenza italiana alla Coppa America - ò riuscito a scatenare una sorta di frenesia fra gli yankees. Tanto che a San Diego si dice che Della Valle potrebbe partecipare alla prossima sfida con una sua imbarcazione. AJ ritorno di un consorzio italiano sperano in molti. Paul Cayard in testa: «Mi piacerebbe far parte di quell'equipaggio, cambiare ogni tanto è utile. E poi oltre a Diego Della Valle ho tanti amici nel vostro Paese». L'imprenditore marchigiano caldeggia il desiderio dello skipper: «Gli italiani amano Paul e lo amerebbero ancora di più su una loro imbarcazione...». Non resta che sperare. Intanto, le scarpe Tod's sono quasi un trofeo fisso ai piedi di non pochi equipaggi che, pur di calzarle, se ne infischiano degli accordi precedenti con altri sponsor. Le indossano i neozelandesi di Tag Heur che stanno disputando proprio contro la barca di Cayard la finale della Coppa America, ma anche gli altri equipaggi che hanno partecipato alle selezioni del Challenger e del defender, come gli spagnoli del Boja de Espana e i giapponesi di Nippon. Le sfoggiano Sid Fisher di Sydney '95, Marc Payot di Deli Frangais, John Bertrand e Rod Davis di One Australia... Ma anche le ragazze del team America al Cubo le esibiscono con un briciolo di civetteria. Insomma, un bel colpo per il made in Italy all'estero, che in questo modo continua a difendere le sue postazioni di eleganza e qualità. Due caratteristiche che nel '92 gli americani saggiarono proprio attraverso il Moro di Gardini. L'ex presidente della Montedison - nonostante; le sue turbinose vicende finanziarie e la tragica fine - qui, per il mondo della vela, rappresenta un mito. Tanto che; il sindaco di San Dilige; tre anni la riconobbe pubblicamente; che lui e il suo equipaggio avevano dato una bolla lezione di stile a tutta la citta. Una frecciatimi neanche tanto nascosta all'arrogante miliardario Bill Koch, leader dell'equipaggio America al Cubo. Cosi, le scarpe Tod's - dopo aver percorso chilometri e chilometri ai piedi dei vip che non sempre hanno a che vedere con le banchine (Sylvester Stallone, il Re di Spagna, Brooke Shields e Placido Domingo) - vengono promosse al ruolo di calzature per vincere. A forgiare la forma di questa Rolls Royce del velista ha provveduto Della Valle, ma sulle prestazioni tecniche si è scervellato lo skipper Paul Cayard, lavorandoci per più di sei mesi: «Una volta si indossavano le snickers da ginnastica. E in barca si scivolava - dice Cayard -. Queste, invece, sono leggere e flessibili, con una suola morbida, ottenuta da una mescola di gomma simile a quella usata per i copertoni della Formula Uno. Risultato? La presa a ventosa che permette di non perdere l'equilibrio anche quando si poggiano i piedi lateralmente e ci si inchina. Ma il bello ò che il plantare interno possiede una memoria: le scarpe si lavano in lavatrice, ma riasciugandosi riprendono interna¬ mente la forma data dal piede», spiega Cayard, impegnato nelle finali con Young America: «Mi piace considerare queste scarpe come un piccolo talismano - dice -, sono sicuro che mi porteranno fortuna...». E di fortuna, per ribaltare il risultato delle prime tre regate della finale, Cayard ha proprio bisogno. Antonella Aniapane il di iid di lri Ci l Lo skipper Paul Cayard In alto a sinistra il «Moro 3» trasformato da Diego Della Valle in un laboratorio