«Alluvione una promessa lunga sei mesi» di Angelo Conti

Viaggio nelle zone più colpite del Piemonte dove il ritorno alla normalità appare ancora lontano Viaggio nelle zone più colpite del Piemonte dove il ritorno alla normalità appare ancora lontano «Alluvione, una promessa lunga sei mesi» «Lo Stato si è dimenticato di noi, le banche ci osteggiano» ALESSANDRIA DAL NOSTRO INVIATO Sei mesi dopo l'acqua, dopo il dramma, dopo la disperazione. Dopo i lutti. Il Piemonte alluvionato si è rimboccato le maniche, ha sudato e sofferto. Duecento lunghissimi giorni, un inverno ed una mezza primavera. Si è fatto tanto, tantissimo. Sono state ricostruite case, scuole ed asili. Riaperti ponti, strade ed ospedali. Bonificati migliaia di ettari coperti dalla melma al gasolio. Ai privati, cioè alle famiglie, è stato liquidato, dallo Stato attraverso i Comuni, il 30% del danno dichiarato (presto si potrebbe salire all'80-90%). Meno roseo, invece, il futuro delle ditte e delle aziende che possono ottenere dalle banche, tramite le associazioni di categoria, il 20% dei danni a fondo perduto e poi teorici prestiti decennali al 3%, che sinora sono stati pochi. Così qualcuno si è persino ucciso, disperato per non avercela fatta, deluso dalle tante promesse andate a vuoto, spaventato dal sentirsi adesso solo dopo la calda solidarietà dei primi giorni. E' successo ad Alessandria, città colpita al cuore, ma sarebbe potuto succedere anche in tutti gli altri comuni piemontesi alluvionati. Un giovane padre di famiglia, commerciante ambulante, ha raccolto per settimane solo promesse. Di mutui, di prestiti, di tassi agevolati. Si è impiccato ad una trave, nel magazzino del suo cascinale, la sede della ditta. Era angosciato da un banco frigo che non riusciva a comprare, da 180 milioni che rappresentavano il ritorno alla normalità, al prima dell'alluvione. Alessandria. Lo choc per la morte di Giuseppe Muscarella ha attirato l'attenzione sugli sforzi, spesso disperati, di tanti commercianti. Qui, comunque, 6995 alluvionati hanno già incassato gli 88 miliardi destinati alle famglie che lo Stato ha distribuito ai privati attraverso il Comune. Una boccata d'ossigeno che, seppur in tempi lunghi, si è aggiunta a quella più esile ma immediata offerta a questa città dai lettori de La Stampa: la fondazione Specchio dei tempi ha infatti distribuito qui oltre 10 miliardi (dei 25 raccolti), cominciando il suo intervento lo stesso giorno dell'alluvione. Il Comune ha comunque già in cassa un centinaio di miliardi, che potrebbero bastare per coprire gran parte dei danni subiti dai privati. Sotto accusa sono soprattutto le banche: «Sono state reticenti, incapaci di assumere rischi spiega Marco Vercelli, contitolare di una azienda di elettrodomestici, 1,3 miliardi di danni -, sempre propense a valutare ogni caso singolarmente, piuttosto che ad accettare accordi generali». E ci sono critiche, dal basso, anche verso le associazioni di categoria: «Sono state incapaci di interpretare il malessere degli operatori. Forse anche un po' per colpa nostra: il piemontese, e soprattutto l'alessandrino, le aveva sempre snobbate. Fidandosi soltanto della propria individualità, del proprio lavoro». Asti. Qui si è deciso di chiedere aiuto persino agli alpini, che stanno per arrivare da tutta Italia per il loro raduno nazionale il 20 ed il 21. «Ci hanno salvati quando avevamo il fango in ca- sa - spiega Gian Paolo Boccardo, coordinatore del Comitato Alluvionati -, chiederemo loro di starci ad ascoltare di nuovo per portare in tutta Italia la nostra protesta. Sono stati chiesti 115 miliardi di contributi a tassi agevolati, sono stati erogati solo 64 milioni. Per il fondo perduto a fronte di 15 miliardi ne hanno erogati solo 2,6». Sotto accusa è anche lo Stato, soprattutto per una politica fiscale ingenerosa: «Siamo alla follia: ci viene chiesto il pagamento dell'Ici anche su case che sono state alluvionate. Ci sono contadini che dovranno pagare per costruzioni che non ci sono materialmente più, spazzate via dai fiumi. Un altro discorso riguarda l'Iva: sfruttando una vecchia legge, approvata per altri motivi, siamo riusciti a pagare solo il 4% per le opere di manutenzione straordinaria. Ma dall'I maggio il regimo è tornato al 19%. Il governo non ci è stato a sentire». Il Comitato astigiano, al riguardo, ha il dente avvelenato: «Dini non ò stato un gentleman. Quando siamo stati a Roma non ci ha ricevuto ed ha già annullato due volte la sua visita allo zone alluvionate». Cuneo. Qui il fatto nuovo ò l'avviso di garanzia spedito al sindaco di Alba, Enzo Demaria. Un gesto emblematico (ò successo anche ad Alessandria) che ha lasciato tutti perplessi, persino le opposizioni, il comitato alluvionati ed i critici più esacerbati. «E' sbagliato cercare di scaricare su una persona sola l'assenza del governo dei fiumi» è il commento generale. Il tema dei corsi d'acqua a rischio è molto sentito: è partito un «monitoraggio» delle zone critiche di Tanaro, Belbo e Bormida che ha dato responsi preoccupanti. Proprio domani oltre 200 uomini (Corpo forestale, Vigili del fuoco, personale Magispo) cominceranno la rimozione di migliaia di tronchi, che hanno creato vere e proprie dighe naturali, censite dopo un sopralluogo aereo. Restano comunque situazioni a rischio, che sarà difficile rimediare: come a Clavesana dove il letto del Tanaro si è alzato di un metro e mezzo, facendo enormemente lievitare il rischio di nuove alluvioni. Vercelli. Anche a Trino, Crescentino, Saluggia, Palazzolo, si è concluso il pagamento del 30% dei danni alle famiglie. I sindaci sono già pronti a passare alla fase due, con un nuovo pagamento che potrebbe sfiorare il saldo totale dei danni. Torino. In provincia si è lavorato sodo sulla viabilità, che e stata ripristinata quasi ovunque a tempo di record. Ritardi ci sono ancora sull'autostrada Torino-Milano, dove si sta ultimando il ponte sul Malone, crollato. Sarà aperto entro un mese, mentre tempi molto più lunghi si annunciano invoce per il ponte sul Po di Chivasso. Qui i lavori devono ancora cominciare. Angelo Conti «Ci viene chiesto il pagamento dell'Ici anche sulle case che non ci sono più» «Mancano ponti e strade Dovremo fare intervenire gli alpini»

Persone citate: Dini, Enzo Demaria, Gian Paolo Boccardo, Giuseppe Muscarella, Malone, Marco Vercelli