Brescia, «processo» alla dc di R. M.
Brescia, «processo» alla de Brescia, «processo» alla de Prandini e altri 5 a giudizio per gli appalti del tribunale BRESCIA. Due anni di inchiesta attorno a un palazzo di giustizia che non ha mai visto la luce. E ieri il rinvio a giudizio da parte del sostituto procuratore Guglielmo Ascione di sei tra i politici di spicco della De bresciana degli anni '80, primo tra tutti Giovanni Prandini, l'uomo più potente della De bresciana di quel tempo, ex ministro dei Lavori pubblici, ex leader indiscusso della corrente di centro, avversario numero uno della sinistra di Mino Martinazzoli. Per lui l'accusa di concussione per aver intascato una tangente pagata da tre delle quattro imprese che vinsero l'appalto (costo: 110 miliardi) per il nuovo palazzo di giustizia. Identica accusa per il suo braccio destro, Santo Possi, per l'ex segretario politico della De cittadina Angelo Baronio e l'ex segretario amministrativo Lino Gervasoni. Non concussione ma abuso d'ufficio a fini patrimoniali per gli altri due rinviati a giudizio da Ascione: l'ex sindaco Pietro Padula e l'ex assessore all'urbanistica Innocenzo Gorlani, entrambi sinistra de. Vicenda simbolo dell'era Mani pulite, quella del mai realizzato palazzo di giustizia bresciano. A dare il la al progetto, dopo anni di discussioni, il sindaco Padula che nell'85 individua un'area (quella dell'ex macello) dove costruirlo. Un anno dopo la società Edilpro doll'Iri-Italstat ottiene in concessione dal Comune l'incarico di realizzare il progotto e di indire la gara d'appalto che viene vinta, nel '90, da quattro imprese: le bresciane Irces 55, Stradedile e Fratelli Lombardi e la Unieco di Reggio Emilia. Nella primavera '90 partono i lavori subito bloccati dalla sovraintendenza archeologica non appena gli scavi portano alla luce una necropoli romana. Tra esposti, tentativi di sblocco e una ripresa lavori nel '92, si arriva al blocco definitivo ordinato (nel '93) dal ministro dei Beni culturali. Ma nel frattempo il comune aveva già sborsato una decina di miliardi: troppi per passare inosservati e per non sollecitare un'inchiesta chiusa con le accuse di abuso d'ufficio por l'ex sindaco e l'ex assessore e di concussione per la tangente pagata agli uomini di Prandini. [r. m.]
Luoghi citati: Brescia, Reggio Emilia
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