Berlusconi: non si tratta vinceremo noi

Le reazioni del Polo alla decisione dell'Alta Corte. Pannella: era un decreto truffaldino Le reazioni del Polo alla decisione dell'Alta Corte. Pannella: era un decreto truffaldino Berlusconi: non si tratto, vinceremo noi «Sondaggi a nostro favore, con gli spot ce la faremo» ROMA. Lassù al quinto piano di Montecitorio, nel depresso «bunker» di Forza Italia, il primo flash di agenzia è accolto quasi Cosse l'annuncio che la guerra è ricominciata. Giampiero Broglia salta sulla sedia e sentenzia: «Visto? Avevamo ragione. E ora guai a Berlusconi se tratta! Anzi fammi fare un comunicato...». Dietro alle spalle di Broglia compare Pietro Di Muccio: «Piero aspetta un momento... Forse la sentenza riguarda soltanto i referendum. Senti a me: aspetta prima di fare comunicati, non sei un giurista...». E invece il sanguigno Broglia, una gran dimestichezza con i vini, ha colto nel segno: dopo uno studiato silenzio di cinque ore, Silvio Berlusconi a sera parla ai parlamentari di Forza Italia e annuncia che vuole andare alla guerra: «C'è il Capo dello Stato che spinge per non fare i referendum, ma i sondaggi che ho e la sentenza di oggi inducono a pensare che i referendum li vinciamo!». Le trattative per evitarli? «Finora le trattative proposte - dice Berlusconi ai suoi - sono sulla base dell'esproprio» e quindi «se esproprio deve essere» meglio «combattere». La proposta del Cavaliere dunque è quella di votare no a tutti e quattro i referendum sulle tv, «compreso quello che chiede la privatizzazione della Rai», in questo recependo il consiglio di Gianfranco Fini, col quale si era incontrato in mattinala. E le pensioni? «Evitate iniziative personali e aspettate una posizione del Polo». Così parlò Berlusconi ai «borluscones», ma loro, i peo- nes del Polo, avevano fatto festa per tutto il pomeriggio, sciamando in Transatlantico e sfottendo i colleghi di sinistra. E come sempre la vittoria fa parlar chiaro e le parole vanno là dove porta il cuore. Ecco Francesco Storace in arte Epurator: «Se fossimo in un Paese a tradizione coranica, ci sarebbe il taglio della mano! Trattative per evitare i referendum? Come si fa a trattare con i bari e gli imbroglioni?». E rispetto ad uno Storace che gonfia il petto e parla al naturale, il suo rivale Maurizio Gasparri sembra quasi un dottor Sottile: «Dopo questa sentenza - dice il vice di Fini - qualcuno dovrebbe rifondere i soldi spesi per inviare un aereo in Turchia per la firma del decreto. E non penso agli inquilini di Palazzo Chigi...». Ed è chiaro a chi pensa il dottor Sottile di via della Scrofa: ad Oscar Luigi Scalfaro. Marco Pannella, invece, è diventato più buono. Lui che ha sempre definito la Corte Costituzionale «una cupola mafiosa», stavolta è mellifluo, attraversa il Transatlantico con un sorriso sardonico e annuncia: «Sono felice e soddisfatto, il decreto è stato riconosciuto truffaldino e speriamo che una rondine faccia primavera». E deve essere proprio di ottimo umore Pannella, visto che fa i complimenti persino al presidente della Corte Costituzionale Baldassarre, al quale il prossimo candidato del Polo alla Consulta D'Onofrio si «pro¬ stra»: «Mi inchino sempre di i ' fronte alle sentenze della j : Corte. Questa volta con parti i colare gioia...». E a sera arriva anche l'ora degli sfottò: il più bersagliato | è Franco Bassanini, il giurista ! del pds, l'eminenza grigia di I ! tante leggi e che ora è visto j dai suoi nemici come lo scon' fitto del giorno. Bassanini, in i 1 un corridoio di Montecitorio, I I sta cercando di spiegare le 1 sue ragioni a cronisti e com- I pagni e alle sue spalle compare Pietro Di Muccio che comincia a canticchiare sul motivo di «0' sole mio»: «Ma che bella cosa, sta sentenza di oggi, ma che bella cosa sta giornata...». E accanto a Bassanini passa anche l'avvocato Beniamino Caravita, legale dei Riformatori presso la Consulta: «Caro Franco non mi saluti più?». E Bassanini, scherzando ma fino ad un certo punto: «No, fino a quando non mi dici l'ammontare della tua parcella!». E Caravita: «Meno della metà del tuo stipendio!». E Bassanini: «Non ci credo...». Fabio Martini Il Cavaliere: «Se devono espropriarmi voglio combattere sino in fondo...» me: aspetta priomunicati, non a...». sanguigno Bron dimestichezza colto nel segno: diato silenzio di ilvio Berlusconi ai parlamentari a e annuncia che alla guerra: «C'è Stato che spinge e i referendum, i che ho e la sen inducono a penferendum li vinve per evitarli? ttative proposte coni ai suoi - soe dell'esproprio» esproprio deve eglio . La Consulta DOnofrio si «pro¬ montare della tua parcella!». E Caravita: «Meno della metà del tuo stipendio!». E Bassanini: «Non ci credo...». Fabio Martini mi I leader del Polo delle libertà A sinistra: Ricossa. A destra: Elia In basso: il ministro Gambino

Luoghi citati: Roma, Turchia