«Dama di Picche» contro i regimi di Sandro Cappelletto

«Puma di Picche» contro i regimi L'impeccabile compagnia del Kirov esegue Ciaikovski a Santa Cecilia «Puma di Picche» contro i regimi Due secoli e mezzo di vita, salute eccellente ROMA. Prima l'imperatrice Caterina, poi gli zar, poi i soviet, poi la glasnost. Passano i regimi, resta il Kùov, il primo teatro musicale di Russia. Due secoli e mezzo di vita, una salute di ferro: eccoli, cantanti, orchestra, coro e direttore infiammare d'entusiasmo il pubblico di Santa Cecilia con un'esecuzione superba della «Dama di Picche» di Ciaikovskij. Un'opera loro, nata in quel loro teatro, come tanti altri titoli della migliore tradizione lussa. Giungevano notizie drammatiche, dopo la caduta del Muro e dei governi dell'Est europeo: i musicisti scappano, vanno in Occidente dove guadagnano di più, incidono più dischi, diventano più famosi. Contrordine, signori: in molti restano e garantiscono la continuità di una grandissima scuola. Certo, hanno capito meglio le regole del gioco: in contemporanea con queste recite, la Philips presenta sul mercato italiano una recente incisione in compact de «11 principe Igor» di Borodm. E' una compagnia fissa, quella del Kirov: un genere di rapporto contrattuale che la inorridire i sovrintendenti dei nostri teatri, persuasi che per avere buoni spettacoli sia necessario ingaggiare, volta per volta, un cast di ali stars, come puntualmente non avviene. Averne di cantanti così a disposizione per una stagione intera: almeno i titoli del repertorio sono garantiti. Noi, quando eseguiamo Verdi e Rossmi, Belimi, Donizctti e Puccini, non possiamo dire altrettanto. Direttore principale del Kirov è Valrij Gergiev, 42 anni, moscovita. In sette anni di lavoro comune ha raggiunto un'intesa perfetta con i suoi orchestrali. Se ne ascolta di musica europea nella «Dama» l'opera ricavata, con la collaborazione del fratello Modest e con molta libertà, dal racconto di Puskin. L'aria da salotto di Pauline, la citazione dai «Flauto magico» dell'amatissimo Mozart nell'Intermezzo del secondo atto; le imperniate da tenore lirico di Hermann, le bonarie boutades del buon baritono Tomskij. Ma alla fine emerge - insanabile, benefico conflitto - l'anima russa del «fanciullo di vetro»: appartiene alla deriva millenaria del canto ortodosso delle Chiese d'Oriente il coro finale, il compianto in morte di Hermann, giocatore che punta e perde la sfida dell'amore e della vita. L'opera è in forma di concerto e all'inizio si fatica un po' a entrare nel gioco serrato degli sguardi e degli incroci tra i diversi personaggi; ma presto vince la drammaturgia già scritta nella partitura. E la «Dama» attira nel suo gorgo. Una rivelazione la Pauline di Mariana Tarasova, una conferma Evgenija Gorochovskaja come Contessa. Voce drammatica, forte e docile quella di Liza (Galina Gorgakova). Poi, tutta la compagnia stabile del Kirov. Sandro Cappelletto

Persone citate: Ciaikovskij, Contessa, Gergiev, Mariana Tarasova, Mozart, Puccini, Puskin, Santa Cecilia, Verdi

Luoghi citati: Roma, Russia