Strano intervallo è uno show

Attori e cantanti riempiono i buchi fra un programma Rai e l'altro Attori e cantanti riempiono i buchi fra un programma Rai e l'altro Strano intervallo, è uno show Arriva «Sviste», confessioni anti-zapping ROMA. Gli intervalli con pecore e cartoline d'Italia sono scomparsi da tempo dai teleschermi della nostra tv. A far da collante tra una trasmissione e l'altra sono arrivate le pillole di programma, striscioline modulari, lunghe quanto serve, perfette per durare il tempo necessario a incatenare lo spettatore allo schermo impedendogli di praticare lo zapping. Modello inimitabile «Schegge» di Raitre: pezzi di tv vecchia che vanno e vengono a piacimento. Ma siccome non tutto può essere «Schegge», ecco che nell'universo del corto sta arrivando una nuova creatura. Si chiama «Sviste», dura dai 4 ai 9 minuti, la firma Vincenzo Mollica e andrà in onda su Raiuno: sono microscopiche interviste con i protagonisti dello spettacolo chiamati a ricordare quel particolare momento, quell'occasione che diede la svolta alla loro carriera, la volta in cui gli venne quell'idea. Andrà quando capita e quando serve, come una svista di palinsesto. E così Pino Daniele e Gianna Nannini, Sordi e la Loren e anche Giorgia avranno il posto che fu delle pecore della nostra infanzia, evitando con la loro arguzia e la loro intelligenza il temutissimo buco dell'Auditel. Realizzato appositamente per questa collocazione balleri¬ na e non fatto con gli avanzi del suo archivio personale, «Sviste» di Vincenzo Mollica è costruito come un piccolo servizio autonomo. Tra le interviste, le più divertenti sono quelle a Sofia Loren e Marcello Mastroianni che ricordano la famosa scena dello spogliarello voluta da De Sica in «Ieri, oggi, domani» e di nuovo richiesta alla famosa coppia da Robert Altman in «Prét-à-porter». La Loren spiega la sua perplessità iniziale: erano passati troppi anni da allora, il corpo non era più quello di un tempo. E se il pubblico l'avesse scambiata per una esibizione di cattivo gusto invece che per una citazione spiritosa? Dubbi spariti quando ha risentito le note di «Abat-jour» e ha rivisto la faccia compiaciuta di Marcello. Mastroianni spiega invece, galantemente, perché lui non ha mai avuto incertezze sulla riuscita della sequenza: il fascino di Sofia, nonostante i sessantanni, resta ancora più forte di quello di tante top-model, perfette ma disumane. Alberto Sordi invece ricorderà la scena della pastasciutta in «Un americano a Roma».La sigla è tratta da film di culto: è una sequela di attori e attrici che si tolgono o si mettono occhiali sulle musiche di De André e Piovani. [si. ro.] tv issimi

Luoghi citati: Italia, Roma, Sofia