Wallis schiava del servo

Un libro svela l'agghiacciante vecchiaia della vedova di Edoardo Vili Un libro svela l'agghiacciante vecchiaia della vedova di Edoardo Vili Wallis, schiava del servo La Simpson fu segregata e torturata il UALCHIì anno fa, un certo barone austriaco che viveva a Buenos Aires e era stato buon amico della duchessa di Windsor, ricevette una sua telefonata da Parigi. Wallis Simpson era in lacrime, e voleva sapere dal vecchio amico perché l'avesse abbandonata come tutti gli altri, dopo la morte del marito. Il barone le rispose che aveva tentato molte volte di mettersi in contatto con lei, ma George, il suo maggiordomo, gli aveva sempre dato la stessa risposta: che la duchessa era troppo malata per parlare al telefono, e che Maitre Blum aveva dato ordine di non disturbarla. Maitre Blum, la donna avvocato che la duchessa di Windsor assunse dopo la morte del duca, e George, il maggiordomo, potrebbero a questo punto essere in prigione, dopo la pubblicazione in Inghilterra e negli Stati Uniti del bel libro di Caroline Blackwood, The last of the Duchess (La fine della duchessa, Pantheon). Ma Suzanne Blum è stata sepolta con tutti i suoi peccati poco più di un anno fa, e il maggiordomo si è ritirato nell'ombra. Resta, a memoria delle loro malefatte, questo saggio lodatissimo dalla critica sugli effetti negativi del mito. Una favola alla rovescia sul destino che colpisce molte celebrità, che in vecchiaia finiscono schiave dei loro dipendenti, divenuti spietati custodi della loro leggenda. Un libro elegante e durissimo, popolato di gran dame ottantenni, ancora deliziosamente splendide ma sorde, o svanite, e piene di orrore per il futuro. E anche un documento sugli ultimi agghiaccianti anni della vedova di Edoardo di Windsor, in cui si rivela che, paralizzata, fu rinchiusa nel suo palazzo sul Bois de Boulogne dal proprio avvocato, nutrita attraverso dei tubi nel naso, crudelmente operata più volte per allungarle la vita, e privata di qualunque contatto umano che non fosse con l'avvocato e il maggiordomo. Era diventata piccola piccola, a quanto pare, e dicono addirittura che fosse diventata nera. Se Wallis Simpson fosse stata bella - e non une belle laide, co¬ me diceva Cecil Beaton - il mondo avrebbe perdonato di più a questa donna povera e ambiziosa di Baltimora, sposata la prima volta a un aviatore che la picchiava e la seconda a un broker che l'annoiava. Quando il duca pronunciò il suo ceiebre discorso, spiegando che rinunciava alla corona perché non avrebbe potuto sopportarne il peso «senza l'aiuto e l'incoraggiamento della donna che amo», milioni di persone avevano pianto ascoltando la radio. Persino i coriacei taxisti di New York avevano accostato le loro macchine al marciapiede, e Henry Menken, il grande giornalista americano, scrisse che il discorso del duca era «la più grande notizia di cronaca dalla Resurrezione». Tuttavia, in quel momento in una villa a Cap d'Antibes Wallis Simpson si nascondeva nel bagno piangendo, e non di gioia. «La duchessa non fu mai innamorata del duca», sostiene in questo libro la sua migliore amica, Lady Monckton. «Vuol dire che voleva solo essere regina?», le chiede Caroline Blackwood. «Credo di sì. Ma era troppo americana per capire che non sarebbe mai stato possibile». Caroline Blackwood ha il dono di guardare attraverso un vetro, con intelligenza, un mondo a cui appartiene. Ex moglie del grande pittore inglese Lucian Freud e vedova del poeta americano Robert Lowell, è un'aristocratica bohémienne di natali irlandesi. Sei anni fa il Sunday Times l'aveva inviata a Parigi per un'intervista alla duchessa, insieme a Lord Snowdon che era incaricato delle fotografie. Ma Maitre Blum sbarrò loro la strada, e la giornalista fu costretta a chiederle un incontro. Scopri allora che l'avvocato che avava curato il divorzio di Rita Hayworth da Ali Khan, e difeso gli interessi di Cocteau, di Sartre e di Merle Oberon, era una battagliera novantenne, imperiosa e bugiarda, che i lifting avevano trasformato in una maschera cinese. Maitre Blum fu aggressiva dal primo minuto, salvo quando disse di avere con la duchessa una ((relation de chaleur». Disse anche altre cose assurde: che la duchessa era perfettamente in grado di parlare («Parla ogni tre settimane». «E cosa dice?». «Dice buongiorno e buona sera»); che la sua presunta avarizia era un'ignobile calunnia («Perché se¬ condo lei avrebbe dovuto dare mance? Sciacallo!»); che in passato non frequentava mai locali notturni, e anzi, passava le sue serate in casa col marito, a leggere un buon libro. Che aveva solo amici di rango. E che non beveva. In verità, la donna che aveva sottratto Edoardo Vili al trono (abdicò nel dicembre del '36 e assunse il titolo di duca di Windsor) aveva una gran passione per la vodka e ballava nei locali fino all'alba. Ma almeno, a differenza di come la dipinge Maitre Blum ispirata dal suo perverso snobismo, era spiritosa. «Nessuno mi ha mai accusato di essere un'intellettuale», disse. Quanto alla «distinzione» dei suoi amici, si sa che il preferito era Jimmy Donahue, omosessuale e ricchissimo erede dell'impero Woolworth. Un uomo che in una notte più allegra delle altre evirò un soldato (la cosa fu messa a tacere dai milioni della madre). E che, quando la duchessa s'innamorò di lui, amava raccontare in giro in quali pratiche erotiche eccellesse, aggiungendo che «andare a letto con la duchessa è come andare a letto con il Vecchio Marinaio». Come sempre, Wallis Simpson incassò anche questo con stile. E sebbene avesse perso la testa per quell'esibizionista molesto, non batté ciglio il giorno che le annunciarono che si era suicidato buttandosi dal tetto di un palazzo. Cosi come non si scompose al funerale del marito, quando il principe Filippo commettendo una gaffe colossale, le chiese se aveva intenzione di tornare in Inghilterra ora che Edoardo era morto. «Non prevedo di passare molto tempo in Inghilterra - gli rispose seccamente -, se questo è quello che ti preoccupa». Intanto, incuriosita dagli ostacoli che le impediscono di inter¬ vistare la duchessa, Caroline Blackwood si mette in contatto con tutti i suoi vecchi amici. E scopre un mondo di sopravvissuti, di persone che hanno flirtato, come i Windsor, con Hitler, e sostengono che il male più grave dell'Inghilterra di oggi e la mancanza di salotti eleganti. Sono gli ultimi testimoni di una cultura scomparsa, le cui memorie portano titoli improbabili come Giardini e Generali, o Risale da una nuvola. E sebbene non abbiano perso il senso dell'umorismo, la loro situazione e tragica per il solo fatto di essere vecchi. Si scopre che nessuno di loro ha avuto più contatti con la duchessa di Windsor da anni. Nessuno è riuscito a superare lo sbarramento di George e di Maitre Blum. Dicono addirittura che George sia armato, e abbia l'ordine di sparare su chiunque forzi la mano per vedere la duchessa. Che sia complice di Maitre Blum, la quale, mantenendo in vita la donna per cui ha una perversa venerazione, può vendere a poco a poco tutti i suoi beni senza dare nell'occhio. Tra gli amici tutti ormai sanno, ma nessuno si muove. Solo la duchessa di Marlborough, che riceve Caroline Blackwood in vestaglia, con tre splendidi fili di perle al collo, prende l'iniziativa. E decide di andare a Parigi a controllare la situazione di persona, «anche se non mi piace l'idea di farmi sparare addosso da George». Ma la sua vecchia amica Wallis morirà due anni dopo, a novant'anni, senza averla incontrata. All'ultimo momento Laura Marlborough disdisse il volo. «Mi disse spiega Caroline Blackwood - che aveva il raffreddore e doveva portare le perle a rinfilare». Livia Manera Edoardo Vili nel giorno delle nozze con Wallis Simpson; a destra, la duchessa di Windsor al funerale del marito, con la regina Elisabetta