« Unabomber» alza il tiro di Franco Pantarelli

Scrive a 2 Nobel: basta ricerche sul Dna « Unabomber» alia il tiro Scrive a 2 Nobel: basta ricerche sul Dna NEW YORK NOSTRO SERVIZIO «Unabomber», l'assassino per posta che da 17 anni terrorizza il mondo accademico americano, ora punta decisamente in alto, addirittura ai Premi Nobel. A due di loro - il professor Richard Roberts del New England Biolab e il professor Phillip Sharp del Massachusetts Institutc of Technology, entrambi premiati nel 1993 per lo loro ricerche sulla biotecnica - il misterioso assassino ha spedito le sue missive il 20 aprile, cioè proprio nello stesso giorno in cui partivano quelle destinate all'ultima sua vittima, un industriale della carta di Sacramento in California, Gilbert Murray, allo scienziato dell'Università di Yale David Gelernter e al «New York Times». L'unica di quelle lettere esplosa al momento in cui veniva aporta e stata quella indirizzata a Murray, che cosi è diventato il terzo morto nella carriera di «Unabomber», che ha al suo «attivo» anche 23 feriti; ma non ò chiaro al momento se la mancata esplosione delle altre sia dovuta al mancato funzionamento del meccanismo o al fatto che si trattava solo di «avvertimenti». Di sicuro non esplosive erano quella mandata al «New York Times», che a suo tempo la pubblicò, e quella mandata a Gelernter, che già in procedenza ne aveva ricevuta un'altra perfettamente funzionante, tanto che gli era esplosa sulla faccia e lo aveva spedito all'ospedale. In questa, da quanto si è saputo, «Unabomber» lo prende in giro per averla aperta senza prendere precauzioni e ancora una volta gli intima di interrompere le sue ricerche. La stessa cosa, a quanto pare, fa nello lettere recapitate ai due Premi Nobel. Loro, con i loro studi sul Dna, hanno dato un contributo consistente allo sviluppo dell'ingegneria genetica e quindi anche allo discussioni sull'etica scientifica che quel campo di ricerca ha scatenato un po' in tutto il mondo. «Unabomber», cosi soprannominato dall'Fbi per il fatto che se la prende soprattutto con docenti universitari, interviene a suo modo noi dibattito, minacciando gli studiosi di morte se non interromperanno le loro ricerche. Non perché le consideri «immorali», ma perche le vede come una minaccia di «cambiamento del nostro modo di vivere». Nella lettera pubblicata dal «New York Times», infatti, gli obiettivi che indica so no la genetica ma anche i computer. Anzi, la nuova lettera di mi¬ nacce mandata a Gelemter e proprio una «risposta» a una recente affermazione dello studioso che prevedova ('«inevitabile computerizzazione del mondo». Ulteriori dettagli su questa serie di lettere non si conoscono perché l'Fbi, accampando «problemi di privacy», ha vietato la loro divulgazione. Di «Unabomber» si sa molto poco. Esiste un tentativo di identikit, disegnato a suo tempo grazie ad alcune testimonianze raccolte negli uffici postali da cui i pacchetti erano stati spedili, ma è talmente vago da risultare inservibile: mostra un uomo con batti, occhiali scuri e la testa coperta dal cappuccio di una tuta da ginnastica che praticamente potrebbe essere chiunque. Gli unici indizi con un minimo di valore, su cui l'Fbi sta basando la propria aziono, sono che in genero le lettore vengono spedite da qualche località della California (quest'ultima serie da Oakland), e infatti l'Fbi ha installato a San Francisco la '(task force» che ha creato; e che nella lettera al «New York Times» l'uomo usa sempre il termine «noi», l'orse perdersi più importanza ma l'orse por indicare che non di un solo individuo si tratta ma di un'organizzazione. Non è molto, per mettergli le mani addosso, e infatti per ora dai portavoce dell'Fbi vengono solo parole di frustrazione. Si diverte a tenerci in scacco, dicono, e j'.ioca sul sicuro. Ma proprio questa sua sicurezza, aggiungono speranzosi, un giorno o l'altro potrebbe finire per perderlo. Franco Pantarelli

Persone citate: David Gelernter, Gilbert Murray, Phillip Sharp, Richard Roberts

Luoghi citati: California, Massachusetts, New York, Oakland, Sacramento, San Francisco