«Ebrei e stranieri tremate» «in Germania minacce a tappeto per posta» di Emanuele Novazio

Il «Manifesto tedesco» promette una «caccia fruttuosa» a 50 anni dalla fine del nazismo Il «Manifesto tedesco» promette una «caccia fruttuosa» a 50 anni dalla fine del nazismo «Ebrei e stranieri, tremate» In Germania minacce a tappeto per posta BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ora elio il tempo è scaduto, sono in molti ad avere paura. La «dichiarazione di guerra» a «tutti gli ebrei e agli stranieri» residenti in Germania - annunciata con buon anticipo dal «Manifesto tedesco», recapitato a un ampio campionario di possibili vittimo - ha effetto da ieri, 9 maggio, cinquant'anni e un giorno dalla rosa senza condizioni della Germania nazista. I destinatari sono lavoratori immigrati ma anche professori universitari, giornalisti, esponenti di spicco della comunità ebraica (al primo posto il loro leader, Ignatz Bubis). A tutti, la brochure di 03 pagine promotto una «caccia fruttuosa», e fornisce qualche buon esempio del metodo che si vuol seguire per ripulirò il Paese dal «contagio»: come riconoscere lo vittime, come dar fuoco alle loro caso, con quali motti o aforismi marchiarlo (fra i tanti, c'è la parafrasi di uno slogan ben noto negli anni del Fuchrer: «Non comprato dagli stranieri»). Por far parto della «lista di morto» non ò necessario avere la pollo scura od essere nati in un Paese africano, come il professore dell'università di Monaco - in Germania dal trent'anni - che ha denunciato le minacce alla Sueddeutschc Zeitung. E' sufficiente essere austriaci (nonostante lo fosso anche Adolf Hitler), come testimonia Heinz Pueror, direttore dell'Istituto por le scienze della comunicazione della città bavarese, fra i primi a riceverò una copia del «Manifesto» stampato dalla «AD Kalendor» di Norimberga, un editore inesistente. A indebolire la tesi dello scherzo grossolano sono l'impiego di mozzi, i costi necessari alla stampa, l'area di diffusione del libretto. E poi, all'indomani del nuovo attentato alla Sinagoga di Lubecca, e con nella memoria ancora i roghi di Moolln e di Solingen nei quali morirono setto immigrati tur- chi, è difficile sottovalutare una minaccia arricchita dal peggior terrorismo ideologico antiebraico: dalla «congiura internazionale» all'«imbroglio dello camere a gas». «Non abbiamo paura, ma non prendiamo lo minacce sottogamba. La nostra vita è cambiata in peggio», confossa il professore di Monaco: da quando ha ricevuto il libretto, a marzo, fa molta attenzione se in aula ci sono «giovani mai visti prima», e sua moglie ammetto di «non ossero più sicura di voler restare in Germania»: anche perche ha l'impressiono che la polizia esiti a intervenire, ma «aspetti che prima succeda qualcosa a qualcuno». Non ò la prima volta che gruppi neonazisti organizzano campagne di convinzione all'odio razziale. L'anno scorso fece scalpore «Einsicht», la «rivista della resistenza neonazista contro il terrore rosso», come si autodefiniva: un lungo elenco di «nemici da punire», il primo appello nazionale alla violenza politica pianificata. Nelle sue 50 pagine c'erano 400 nomi, 400 indirizzi, numeri di telefo¬ no, tipo di automobile e numero di targa, informazioni sullo abitudini e il lavoro delle vittime auspicate: «Dobbiamo neutralizzare tutte lo forzo distruttive anti-tedesche e anti-nazionali attive in Germania», spiegava ['«editoriale». A differenza del «Manifesto», però, la rivista non incitava dirottamento alla violenza (anche se l'immagine di copertina, un muscoloso skinhead rapato che bastona un ragazzo dai capelli lunghi, era esplicita). Si limitava a «suggerire» azioni: «Ognuno deve decidere da solo che cosa fare di questo informazioni. Ma tutti, noi speriamo che facciate qualche cosa». «Einsicht» c il «Manifesto tedesco» non nascono dal nulla, ma confermano i timori di una crescente organizzazione dei gruppi neonazisti, dopo la scoperta di una rete elettronnica nazionale che permette di scambiarsi informazioni via computer. Con un salto di qualità un po' sinistro: questa volta l'invito e più diretto, gli stranieri bisogna bruciarli. Emanuele Novazio Recapitato a operai immigrati ma anche a docenti, giornalisti purché nati fuori del Paese In 83 pagine si spiega quale tecnica verrà usata per scoprire e eliminare chi «contagia» il Reich Da sin. manifestazione di naziskin, Kohl e l'attentato in un ufficio postale

Persone citate: Adolf Hitler, Heinz Pueror, Ignatz Bubis, Kohl

Luoghi citati: Germania, Monaco, Norimberga