li bruco con la pistola che spara colla
PERIPATO DAL COLLARE PERIPATO DAL COLLARE li bruco con la pistola che spara colla Filamenti gommosi intrappolano le prede LA nostra attenzione va di solito agli animali più noti. Ci si interessa di elefanti, di leoni, di balene, di rinoceronti, di uccelli, di serpenti, di aragoste e magari di insetti. Ma è raro che si spinga lo sguardo nell'enorme folla degli esseri inferiori. Anche il giudicarli «inferiori» è una bella pretesa. Più li si studia, invece, e più ci si accorge che nascondono strutture e comportamenti assai complessi che funzionano a meraviglia. Non c'è che dire. L'evoluzione ha lavorato assai bene in jutti i rami della vita ed è giunta a soluzioni originali ed efficienti anche nei primi gradini della scala zoologica. Se ne è accorto, tra gli altri, lo zoologo Morley Read dell'University College del North Wales, il quale si è recato nella Simla Research Station di Trinidad con il proposito preciso di studiare il Peripato dal collare (Macroperipatus torquatus), per la maggior parte della gente un illustre sconosciuto. Gli Onicofori sono considerati fossili viventi pieni di stranezze La femmina ospita embrioni a diversi stadi di sviluppo chili dietedi tetornprimdi unna mpediduraChdimariprema nsembsteriobessity Zhan23 nstati Ma cosa sono mai questi peripati? Sono animali talmente originali che vale la pena di saperne qualcosa di più sul loro conto. Tanto per cominciare, tutti, maschi e femmine, posseggono una fantastica pistola agglutinante. Ed è proprio questa pistola che Read è riuscito a vedere in funzione. Va detto che il peripato dal collare, lungo una quindicina di centimetri, è il più grosso rappresentante della famiglia. E' qualcosa di mezzo tra un bruco, un lumacone e un millepiedi. Ha il corpo rosso scuro e una sorta di collare di un bel giallo brillante. Ciascuna zampetta termina con una doppia unghia che gli consente di arrampicarsi sulle superfìci verticali. Dietro alle lunghe antenne, ai lati della bocca, ha due piccoli orifizi che costituiscono lo sbocco di speciali ghiandole. Da questi fori il peripato può lanciare a distanza, a trenta e più centimetri, un ventaglio di filamenti vischiosi che avvolgono la preda come in I una rete. Read, dopo molte notti di appostamento (i peripati sono animali notturni) ha potuto vedere il peripato dal collare alle prese con un grillo del genere Aclodes. 11 lancio dei filamenti gommosi è istantaneo. Il grillo si trova improvvisamente intrappolato. Si dibatte furiosamente nel tentativo disperato di liberarsi. Ma un nuovo lancio di fili gli lega definitivamente le zampe e lo immobilizza. incomincia allora il rito del pasto. Servendosi delle aguzze mandibole, il peripato perfora il corpo della vittima e le inietta una buona quantità di una saliva ricca di enzimi digestivi. Tempo dieci o al massimo quindici minuti, il grillo è bell'e spacciato. Muore, ridotto a un brodino nutriente e saporito che il predatore si succhia avidamente. Ma, mentre attende che la saliva faccia il suo effetto, il peripato non se ne sta con le mani in mano. Cerca di recu¬ perare i fili collosi che ha lanciato poc'anzi. Sono di sostanza proteica. Quindi un ottimo cibo. E lui se li mangia. Come fanno del resto certi ragni che si rimangiano la ragnatela. Esempi di riciclaggio delle proteine nien'e affatto rari nel mondo animale. Comunque, nel giro di poche ore, del povero grillo non rimane altro che la corazza esterna (l'esoscheletro). E il peripato dal collare se ne può slare tranquillamente in panciolle per un paio di settimane. Anche il biologo Michael T. Ghisclin dell'Accademia delle Scienze di S. Francisco è un «fan» dei peripati e in generale degli Onicofori (termine che significa «portatori di unghie»), il gruppo zoologico a cui i peripati appartengono. E ribadisce l'opinione condivisa da molti che queste creature siano antichissime. Il fatto che si trovino in terre molto lontane tra loro, come l'America tropicale, il Congo, la Penisola Malese, il Ci¬
Persone citate: Michael T., Morley Read, Read, Trinidad, Wales
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