Neandertal solo un lontano cugino

Neandertal, solo un lontano cugino Neandertal, solo un lontano cugino Lo provano i resti di un bambino trovati in Israele JOEL Rnk è l'uomo dei neandertaliani. Ne ha visti c studiati per più di trent'anm nel suo laboratorio all'Università di Tel Aviv ed è il paleoantropologo più qualificato a risolvere il dilemma: erano o no della nostra stessa specie? Sono nostri antenati o solo lontani cugini? Oggi Rnk ha nel cassetto la risposta a questa domanda: un bambino neanderlaliano ritrovato da poco nel sito israeliano di Amud e non ancora reso noto al grande pubblico. Cosa svela il bambino di Amud? Lo racconta lo stesso Rak in un libro di prossima pubblicazione per l'Editore Giunti con il titolo «La ricerca di Eva. Viaggio alle orìgini dell'uomo moderno». Lo hanno scritto due giornalisti, Fabrizio Ardito e Daniela Minerva, raccogliendo testimonianze e idee nuove nella prima inchiesta giornalistica sulle orìgini della nostra specie. A loro Rak ha raccontato che il piccolo di Amud mostra già tutti i caratteri anatomici degli individui neandertaliani adulti. E così spazza via l'ipotesi che le differenze tra neandertaliani e uomini anatomicamente moderni fossero funzionali, ovvero create dall'uso. E' una prova molto forte a sostegno della sua teoria. Ma ascoltiamo le parole dello stesso Rak. «Lo spettro di variabilità esistente tra i fossili neandertalia¬ ni e quelli di Homo sapiens e simile a quello che si riscontra tra cavalli e asini: io sono convinto dunque che i due ominidi appartenessero a due specie distinte. I neandertaliani sono talmente diversi dagli attuali sapiens e, ancor più importante, dai sapiens loro contemporanei come quelli che vissero nella grotta di Qafzeh, in Israele, che non possiamu affermare che essi appartengano alla nostra specie». In che cosa sono diversi? «La faccia dei neandertaliani è molto diversa da quella dei sa piens moderni, sia sul piano morfologico sia su quello biomeccanico. Mi si può torse obiettare che, nel corso dei millenni, i tratti possono essere cambiati; il fatto è, però, che la faccia dei neandertaliani differisce dalla nostra più di quanto non differisca quella degli Ho mo erectus vissuti assai prima dei neandertal. L'altro aspetta peculiare dei neandertaliani sono le pelvi: completamente diverse da quelle di qualunque Homo sapiens vivente, dagli aborìgeni australiani agli eschimesi. E ancora più importante è notare come esse siano diverse dalla pelvi ritrovata a Qafzeh, che ha invece un aspetto moderno. Anche la base del cranio dei neandertaliani è completamente diversa sia da quella dei sapiens, sia da quella degli erectus, che sono invece molto simili fra loro». Questo ci suggerisce l'esistenza di una linea continua tra gli erectus e i sa- Eiens, da cui si staccherebero i neandertaliani. Ma come, e quando? «La questione va posta sul piano dell'evoluzione dei sistemi, e di come i diversi caratteri si sono differenziati nel tempo a partire da tratti molto antichi. La nostra faccia, ad esempio, è simile a quella degli erectus ed è diversissima da quella neandertaliana. E' la faccia che rappresenta, quindi, la deviazione. D'altro canto, anche se non abbiamo pelvi intere di Homo ere ctus io sospetto che avesse un bacino simile a quello dei neandertaliani, mentre e il sapiens a rappresentare una deviazione in questo carattere. Ancor più chiaro è seguire le vicende evolutive del foro occipitale: il nostro è perfettamente tondo, e anche erectus e australopiteci avevano un foro rotondo. Poi, all'improvviso, nei fossili vediamo qualcosa di molto strano, un foro ellissoidale: sono loro, i neandertaliani. Allora, se volessimo sostenere che i sapiens si sono evoluti dai neandertaliani, ci troveremmo a dover teorizzare una vera stranezza: che da un foro occipitale tondo si sia passati a uno ellissoidale per poi tornare di nuovo a uno rotondo. E' più facile ed economico supporre, invece. che dall'erecius si sia direttamente evoluto il sapiens, e che i neandertaliani siano una variazione, per il foro occipitale e per l'architettura della faccia». Quali ragioni hanno permesso la differente evoluzione di questi caratteri? «Sono ormai ventanni che studio il sistema facciale dei neandertaliani, e credo oggi di capi re perché avevano una faccia cosi peculiare. Si tratta di una modificazione dovuta al modo in cui essi usavano la dentatura. Masticavano principalmente con i denti anteriori, mentre noi usiamo di più quelli posteriori: il perché non lo so, ma doveva essere cosi. Se noi proviamo a rompere coi denti qualcosa di molto duro, per esempio una noce, immediatamente usiamo i molari perché questo è il punto in cui l'architettura della nostra faccia consente una maggiore pressione. La faccia neandertaliana, invece, è costruita per fare pressione con gli incisivi. E questo sistema masticato¬ rio non si riscontra ne nel sa piens né nc.W'erectus. Per questo dico che i neandertaliani sono una specie a parte». Eppure molti studiosi non accettano questa idea. Perché? «La storia dell'antropologia mostra che gli scienziati sono sempre riluttanti nel parlare di speciazione quando si tratta di creature ominidi». I neandertaliani le, il Sud Africa, la Nuova Zelanda e l'Australia, fa supporre che abitassero il pianeta sin dai tempi remoti in cui i continenti ancora non si erano separati e la terraferma formava una massa unica. Solo cosi si può spiegare la larga diffusione di questi strani esseri che, tra l'altro, non si sarebbero potuti spostare da un continente all'altro, incapaci come sono di nuotare attraverso gli oceani. Per quanto nella loro biologia non ci sia nulla di primitivo, li si considera comunemente fossili viventi. Le stranezze non mancano negli onicofori. La gestazione dura dai dodici ai quindici mesi e spesso l'utero contiene una serie di embrioni in diverso stadio di sviluppo, un po' come succede nei canguri. Altro fatto sconcertante, il dimorfismo sessuale, cioè la differenza di aspetto tra i due sessi. Alla nascita, maschio e femmina hanno la stessa grandezza. Però nella maggior parte delle specie le femmine sono no «Forse si. certo comunicavano. E forse in una maniera articolala quanto la nostra Ci sono molti studi che. attraverso le misurazioni della laringe, arrivano ad affermare che pronunciavano male le parole e non usavano le vocali allo stesso modo in cui le usiamo noi. Ma io non vedo le prove; di tutto ciò: non mi convincono II problema non è di tecni¬ parlavano? destinate a diventare più grandi dei maschi Ebbene, in queste femmine ancora neonate si riscontra un fatto veramente singolare, più unico che raro nel mondo degli animali: hanno un numero di zampe maggiore di quello dei neonati di sesso maschile. Proprio come i nostri camion, che hanno quattro ruote se sono di misura normale, ma di ruote ne hanno sei, otto o più se diventano mastodontici Tir. In alcune specie che vivono nel Sud Africa, i maschi depongono le loro spermatofore 'che sono pacchetti di spennai non già nell'orifizio genitale femminile, come vorrebbe la prassi, bensì su un punto qualunque del corpo della femmina. In corrispondenza di quel punto, i tessuti si disgregano e gli spermatozoi possono cosi penetrare all'interno. Pensa poi la corrente sanguigna a portarli a destinazione negli ovari, dove pos- ca dell'uso della laringe o della sua conformazione, ma di intelligenza I boscimani che oggi vivono nel deserto sudafricano del Kalahari, usano la laringe diversamente da noi vuol dire che non comunicano esattamente rome noi? (ili scimpanzè non parlano non perché non hanno la nostra laringe, rna perché il loro cervello non e abbastanza sviluppato per il linguaggio I neandertaliani avevano un cervello abbastanza grande da prevedere ogni forma di comunicazione. E avevano un cervello abbastanza grande da essere come noi. ma non lo erano» sono fecondare le uova mature. Se però le femmine scarseggiano o magari ve n'è una sola nei paraggi, i maschi non si perdono d'animo. Polarizzano tutto il loro interesse su quell'unico rappresentante dell'altro sesso. Con il risultato messo in luce da un biologo: una femmina aveva ben 180 spermatofore disseminate su punti diversi del corpo. Ai maschi, piccoletti e svantaggiati quanto a numero di zampe, l'evoluzione ha concesso un compenso: diventano sessualmente maturi assai più precocemente delle femmine e cioè poco dopo la nascita

Persone citate: Daniela Minerva, Fabrizio Ardito, Joel Rnk, Rak

Luoghi citati: Australia, Israele, Nuova Zelanda, Sud Africa